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Attualità

Bomba Donzelli: in Aula le intercettazioni al 41-bis; Nordio avvia un’indagine

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L’anarchico e i boss. Il fedelissimo di Meloni cita alcune conversazioni. Il ministro vuole capire come le ha ottenute.

IL CASO COSPITO

L’anarchico e i boss. Il fedelissimo di Meloni cita alcune conversazioni. Il ministro vuole capire come le ha ottenute.

Non basta che il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti faccia gli straordinari – un po’ pompiere, un po’ scudo umano – arrivando persino a prendere sottobraccio in Transatlantico la sua omologa del Pd, Debora Serracchiani, per un tentativo di ricomposizione bonaria.
A fine giornata, i toni sono così alti che a Giorgia Meloni fischiano le orecchie, si moltiplicano gli appelli perché faccia sentire la sua voce prendendo posizione: il fatto è che il coordinatore di Fratelli d’Italia e suo fedelissimo, Giovanni Donzelli, parlando alla Camera, ha squadernato informazioni sugli incontri in carcere di Alfredo Cospito che diventano rapidamente un caso politico.
Di più, un caso che mette in difficoltà il governo: per via di quelle sue parole, Carlo Nordio ha immediatamente chiesto una relazione al gabinetto di Via Arenula per riferire oggi in Parlamento.
E aleggia il sentore di un redde rationem tra lo stesso Guardasigilli e i fedelissimi della presidente. Mentre Forza Italia schierata a pelle di leopardo con l’ultragarantista Nordio, gongola: “Rotoleranno delle teste – sussurrano –.
La prima è quella di Donzelli, che non può rimanere membro del Copasir”. Insomma c’è aria di resa dei conti. Ma riavvolgiamo per un attimo il nastro.
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Camera, interno giorno.

È mattina quando Donzelli, mentre si discute la legge per istituire la Commissione Antimafia, imbraccia la roncola profferendo un j’accuse da far venire giù l’aula: attacca la sinistra e in particolare il Pd per le ambiguità sul regime del 41-bis, tornato alla ribalta per le proteste clamorose degli anarchici che, facendosi beffe del Viminale, continuano a colpire in giro per l’Italia in segno di solidarietà con Alfredo Cospito.

Prima, Donzelli, parla proprio di lui: “C’è una nuova strada che sta tentando la mafia per far cedere lo Stato sul 41-bis, con un nuovo personaggio, un influencer che è il terrorista Cospito”, spiega passando a citare i documenti del Dap che finiscono per metterlo nei guai.

Come si può vedere dai documenti che sono presenti al ministero della Giustizia, il 28 dicembre 2022, poche settimane fa, Cospito ha avuto un confronto, mentre passava da un ramo all’altro del penitenziario, con Francesco Presta, killer di rara freddezza, un boss della ’ndrangheta.

E Presta lo esortava: ‘Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo’. Questo è Cospito!”.

E ancora: “Il 12 gennaio 2023, sempre nella casa circondariale di Sassari, Cospito faceva altri incontri, mentre si spostava per andare a parlare, credo, con l’avvocato, parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi.

Era il turno dei Casalesi di incoraggiare Cospito ad andare avanti: ‘Pezzetto dopo pezzetto, si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41-bis.

E poi dopo andava avanti e rispondeva Cospito: ‘Deve essere una lotta contro il regime 41-bis e contro l’ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me. Per me, noi al 41-bis siamo tutti uguali’.

Questi i colloqui tra i mafiosi e Cospito, questo il 12 gennaio 2023”. Fino al passaggio ulteriormente accidentato: “Non è l’unico incontro che ha avuto Cospito. Il 12 gennaio 2023 incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora, voglio sapere, presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia”.

Apriti cielo

A quel punto intervengono in aula big dem, la capogruppo Serracchiani, ma anche Provenzano e il segretario uscente Letta e a ruota anche le altre opposizioni da Enrico Costa di Azione-Iv a Cafiero De Raho dei 5S che gli chiedono conto chi delle accuse ai dem, chi della fonte delle sue informazioni.

Fino al time out, ovvero la convocazione di Donzelli e del suo capogruppo da parte del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, viste le proteste che paralizzano i lavori d’aula.

Non basta il deferimento di Donzelli di fronte al giurì d’onore preteso dal Pd, che ne chiede le dimissioni pure dal Copasir e probabilmente lo porterà anche in tribunale.

Pure fuori in Transatlantico non si scherza. Donzelli si difende:

Sono abituato a dire ciò che penso. Se Matteo Messina Denaro si mette a digiunare, cediamo sul 41-bis pure con lui?”.

Ma ormai il caso è diventato troppo più grande di lui.

(DI ILARIA PROIETTI– Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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