A cura di Lara Crinò, 21 gennaio 2023
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Shlomo Venezia, sommerso e salvato
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“Da subito mi fu chiaro quale fosse la sua più grande dote: si limitava a descrivere solo ciò di cui era stato testimone diretto. Non una parola su ciò che non aveva visto con i suoi occhi”. Così lo storico Marcello Pezzetti descrive sulla copertina di Robinson, in edicola oggi con Repubblica, Shlomo Venezia. Scomparso nel 2012, fu uno tra i sopravvissuti italiani alla Shoah. Un testimone speciale, perché faceva parte del Sonderkommando di Auschwitz, il gruppo di prigionieri che aveva il compito di occuparsi dei cadaveri di chi veniva ucciso nei forni crematori; grazie anche alla sua testimonianza, è stato possibile ricostruire l’orrore nazista. Mentre si avvicina la Giornata della memoria e della messa in onda in tv (il 27 gennaio su Rai 1 in seconda serata) de Il respiro di Shlomo di Ruggero Gabbai, è proprio Pezzetti, autore del documentario, a ricostruire la sua storia. Nelle pagine seguenti, come sempre, troverete le recensioni delle novità in libreria e lo spazio dedicato a un autore da riscoprire: questa settimana Lion Feuchtwanger in un ritratto di Wlodek Goldkorn. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (@robinson_repubblica), Twitter (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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Quali sono i dieci libri più letti sulla piattaforma social amata da giovani lettrici e giovani lettori? Ce li racconta Sara Scarafia, mentre i booktoker che li hanno promossi sui loro profili li presentano sul nuovo numero in edicola. Il risultato non è una classifica – l’ordine è casuale – ma uno spaccato di chi sono e cosa amano i ragazzi e le ragazze che stanno rivoluzionando dal basso, anzi dal cellulare, il mercato dell’editoria. Dalle storie che promuovono la letteratura Lgbtq+ ai romanzi che incoronano le nuove antieroine, figlie di Rossella O’Hara e sorelle di Hermione. Nella top ten social ci sono autori incoronati da #BookTok, da Colleen Hoover a Holly Jackson, ma anche qualche sorpresa: tra i più amati c’è anche Joël Dicker. Sabato 21 gennaio alle 12 ne parliamo in diretta, sul profilo TikTok @robinsonrepubblica, con @cescatamburini.
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Primo Levi fotografato da Marcello Mencarini negli anni Ottanta
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Celebrare la Giornata della Memoria senza retorica. Ma con una serie di iniziative e di incontri che si svolgono a Pistoia tra il 18 e il 29 gennaio. Hanno preso avvio con un reading di Ottavia Piccolo, partendo dalle pagine che Levi ne La tregua dedica a un bambino di tre anni nato – e morto – nel campo di sterminio di Auschwitz. Si chiama “Le parole di Hurbinek” il nuovo Festival diretto dallo storico Massimo Bucciantini, docente all’Università di Siena, che presenta la rassegna nelle pagine di Robinson. Un articolo lo dedichiamo anche a “Fuori Asse Focus 2023. Ai confini del circo” che si terrà dal 27 al 29 gennaio in Triennale Milano Teatro: quattro spettacoli di circo contemporaneo programmati da Quattrox4, per riscoprire un’arte antica sempre più vicina al teatro e alle performance del contemporaneo. E, come sempre, una carrellata di appuntamenti in giro per l’Italia.
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Giovanni Fattori, La strada bianca (1887 ca. olio su tela, collezione privata)
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Non è l’impeto degli assalti a catturare l’immaginazione di Giovanni Fattori (1825-1908) quando realizza i suoi quadri di soggetto militare, e nemmeno la retorica magniloquente. Ha dipinto episodi eroici delle guerre risorgimentali in opere che lo hanno imposto all’attenzione dei committenti pubblici, ma ciò che gli sta a cuore è mostrare i fanti, i cavalli e i cavalleggeri prima o dopo la battaglia o ai margini di essa. Li ritrae, spesso di spalle, nei giorni di tregua e di pausa nelle tende, al momento dell’appello, durante le ricognizioni. Sono “i miei soldati che combatterono per l’indipendenza”, come scrive, sono uomini sospesi dinanzi a un sentimento di inesorabilità silenziosa che segna tutta la pittura di Fattori: i paesaggi, le scene bucoliche, le marine, i ritratti. Brunella Torresin racconta la mostra Fattori. L’umanità tradotta in pittura, allestita fino al 1° maggio a Palazzo Fava a Bologna.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Adrián Macho per Gerda La balena coraggiosa (Gallucci)
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C’era una volta… Moby Dick. Esaltato dal capolavoro di Melville, il fascino letterario delle balene non è mai venuto meno. Contagiando anche la letteratura per l’infanzia. Come conferma, sulle nostre pagine per ragazze e ragazzi, lo scrittore e illustratore slovacco Adrián Macho: autore di una deliziosa serie dedicata a Gerda, un giovane esemplare femmina che vive fantastiche avventure marine, racconta in esclusiva per noi quanto i cetacei lo abbiano sempre affascinato e ispirato. Mentre il narratore italiano Idalberto Fei, con un estratto dal suo ultimo romanzo per ragazzi, ci porta in un Oriente stile mille e una notte, per seguire un avvincente corsa di dromedari.
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Per il suo 39esimo compleanno, l’attore romano Saverio Raimondo, implacabile “recensore” di Robinson, si è voluto regalare un disco. Ma non uno qualsiasi, bensì il primo stand-up comedy album mai inciso in Italia. Il suo. Da qualche giorno, infatti, su Spotify e tutte le piattaforme digitali di podcasting si può ascoltare Saverio Raimondo Live a Studio 33, lo show registrato proprio nello studio di registrazione a Trastevere. Un’ora di battute politicamente scorrette fra ansia, piatti da lavare, porno amatoriale, soldi e sentimenti. A Lucio Luca che l’ha intervistato Raimondo ha raccontato le sue paranoie e i suoi (tanti) difetti. “Io sul palco non recito” dice “ma ‘suono’ i miei strumenti – la mia voce, il mio corpo, le mie battute – e stabilisco così una connessione con il pubblico. Io sono il solista, mentre gli spettatori tengono il ritmo con le loro risate e applausi. Ecco perché la dimensione audio è quella che meglio si presta a restituire l’atmosfera elettrica di un live di stand-up comedy”.
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Un’illustrazione di Leila Marzocchi per L’ombra non è mai così lontana (Oblomov)
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La zia di Leila Marzocchi, Dina, fu deportata nel lager di Bolzano quando aveva 18 anni; liberata, quando tornò a casa scoprì che i nazifascisti nel 1944 avevano assassinato suo padre e suo fratello, giovanissimo partigiano, nell’eccidio di Sabbiuno, sulle colline di Bologna. Ma Dina non ne parlava mai. Al suo silenzio, al silenzio di tante vittime e al coraggio di chi ha trovato la forza di parlare affinché gli orrori del nazismo non fossero dimenticati è dedicata L’ombra non è mai così lontana (Oblomov), in cui Leila Marzocchi intreccia la vicenda della sua famiglia alla Storia più grande e alle vicende di chi il lager l’ha raccontato: dal “cacciatore di nazisti” Simon Wiesenthal, a Liliana Segre e a Edith Bruck, che del libro firma la postfazione. Trovate la nostra intervista a Marzocchi nelle pagine dei Fumetti.
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Guido Strazza in un disegno di Riccardo Mannelli
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La nascita nell’anno della marcia su Roma, un secolo fa. Gli studi di ingegneria e l’amore per la pittura. L’incontro con Marinetti e la tarda stagione del Futurismo. Il primo dopoguerra in Sudamerica, poi la Venezia di Vedova e Peggy Guggenheim, infine Roma; sono le coordinate della vita – lunga un secolo – di Guido Strazza, maestro della grafica, intervistato da Antonio Gnoli per lo Straparlando di questa settimana.
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“Sia maladetto chi tal legge pose / e maladetto chi la può patire!”. Se proprio vogliamo trascinare nella politica contemporanea un poeta classico, allora viva Ludovico Ariosto, o almeno viva il suo prode cavaliere Rinaldo che così sbotta nel canto quarto dell’Orlando Furioso quando apprende che a causa dell’aspra legge di Scozia, empia e severa, la bella Ginevra deve essere messa a morte per accusa di adulterio. “Fur gli antiqui ingiusti e mali accorti”, esclama ancora, “che consentiro a cosí iniqua legge, / e mal fa il re, che può, né la corregge”. Splendido questo verso finale d’ottava, che addebita al legislatore distratto la colpa, e non al rispetto di qualche tradizione. Si batterà per Ginevra, il valoroso Rinaldo, ma non prima di aver detto la sua, senza diplomazie, su come invece andrebbe risolta la cosa: “e dirò che fu ingiusto o che fu matto / chi fece prima li statuti rei; / e come iniqui rivocar si denno,/ e nuova legge far con miglior senno.” Un autentico riformista. Ce ne fossero.
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