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Attualità

UN MUSEO DA 16 MILIONI DI EURO A SANTA MARIA CAPUA VETERE NEL PALAZZO TETI MAFFUCCINI

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I  ponteggi in ferro che circondano palazzo Teti–Maffuccini da una decina di anni, affogano un pezzo di strada in via Roberto D’Angiò a Santa Maria Capua Vetere. L’ingresso è sbarrato da transenne. Il palazzo, che è un bene confiscato, ha vissuto sicuramente giorni migliori e aspetta da una trentina d’anni di ritornare a essere un pezzo del cuore pulsante della città sammaritana.
Sul muro esterno c’è l’impronta della storia. Una lapide di marmo posta all’ingresso, racconta: «In questa casa nel 1860 Giuseppe Garibaldi ebbe alloggio ed accoglienza ospitale. Qui il 2 novembre fu sottoscritta la resa di Capua che assicurò il trionfo d’Italia e del suo diritto. I cittadini di Santa Maria Capua Vetere, per ricordare que’ giorni di palpiti e di gloria, il primo ottobre 1883 posero».
Ora le condizioni per un suo recupero si sono create di nuovo. Nello scorso dicembre il Comune, che è diventato proprietario del bene nel 1998 dopo la confisca a Nicola Di Muro, padre padrone della Dc sammaritana, ha ricevuto un finanziamento di 15 milioni di euro nell’ambito dei fondi Pnrr per i beni confiscati.
L’edificio, costruito nel 1839 dall’avvocato Filippo Teti, è passa- to poi alla famiglia dell’avvocato Maffuccini e successivamente nel- le mani di Nicola Di Muro, vice sin- daco e potente uomo politico del- la Dc sammaritana e, per i giudici, in rapporti d’affari con la camorra. Il suo ingente patrimonio sequestrato e poi confiscato nel 1996.
L’immobile è composto da 55 vani e giardino interno di 6579 metri quadrati e si trova nel cuore dalla

Capua antica, nell’area del foro do- ve c’era il teatro.
Doveva essere recuperato e adi- bito a “Polo della cultura e della le- galità” già nel 2010, quando fu as- segnato un finanziamento di tre milioni di euro.
Ma quei fondi, mai utilizzati, furono restituiti e il palazzo è rima sto nuovamente alle mercé dei la- dri d’arte.
Per ironia della sorte, alla guida del Comune, quando è stato perso il finanziamento, il sindaco era Biagio Di Muro, figlio di Nicola. Nella vicenda dell’appalto per il recupero del bene, furono coinvolti i casalesi vicino al clan Zagaria, e il sindaco fu anche arrestato. Nel frattempo palazzo Teti è stato saccheggiato di tutto.
«Sarà il palazzo della cultura – spiega il sindaco Antonio Mirra – Diventerà museo multimediale, biblioteca, archivio storico, ci sarà anche un centro permanente di studi della Soprintendenza su Capua Vetere e recupereremo il giardino».
«Dopo che ci hanno tolto il finanziamento precedente – spiega ancora il sindaco Antonio Mirra – abbiamo deciso di voltare pagina e di investire nel recupero dell’immobile. Il solo progetto ci è costa- to 480 mila euro. Di quel finanzia- mento precedente abbiamo dovuto restituire anche i costi delle spese già impegnate, circa 50 mila euro. Poi abbiamo dovuto pagare i costi del ponteggio che l’amministrazione precedente non aveva mai pagato. Però poi i ponteggi li abbiamo comprati e adesso sono nostri. Prima erano in fitto. Il tutto è costato altri 150 mila euro».
All’interno del palazzo non è possibile entrarci. C’è un problema di sicurezza. Calcinacci e rifiuti ostacolano l’ingresso. Ma anche i tetti sono peri- colanti e già abbondantemente caduti.
«La gara per la realizzazione del progetto di re- cupero è prevista per quest’anno – dice ancora il sindaco Mirra – e per questo ci verrà assegnato un ulteriore finanziamento del 10 per cento previsto per quei progetti che vengono avviati nel corso di quest’anno e dunque il finanziamento
complessivo ammonterà a circa 16 milioni e mezzo di euro. I lavori termineranno nel 2026. Siamo orgogliosi di questo risultato – conclude Mirra – che servirà a restituire finalmente alla città un luogo ricco di storia e di innegabile fascino.

FONTE: RAFFAELE SARDO SU “LA REPUBBLICA”

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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