Nelle Scuole arriva Laleo Lab
Un gioco da tavola sugli stereotipi prodotto dalla Federico II arriva nelle Scuole superiori: è Laleo Lab
CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nel foyer dell’aula Ciliberto del Complesso universitario dell’Ateneo Federico II di Monte Sant‘Angelo nella mattinata di mercoledì 21 dicembre è stato presentato Laleo, il gioco da tavolo sugli stereotipi prodotto dalla Università federiciana.
Far riflettere, studenti e studentesse sul ruolo che gli stereotipi di genere hanno nel condizionare le loro scelte formative e i percorsi lavorativi. È l’obiettivo di Laleo, spiega Antonella Liccardo, professoressa di fisica della Federico II, delegata del rettore al bilancio di genere, ideatrice del gioco insieme con Angela Galgano, ricercatrice di Fisica presso INFN e presidente del coordinamento Donne nella Scienza.
Attraverso il gioco – ha sottolineato la docente – ambiamo a far acquisire consapevolezza e raccontare la realtà senza ricadere negli stereotipi di genere. Molte delle parole che devono essere indovinate, infatti, hanno come termini vietati proprio quelli che richiamano una serie di stereotipi. Quello di oggi è stato un ulteriore momento di sperimentazione del gioco perché ogni tavolo ha avuto una diversa variante e osservatori hanno monitorato l’andamento del gioco, riuscendo così ad avere nuovi feedback e riflessioni sull’impatto del gioco stesso.
A Monte Sant’Angelo 250 studenti delle Scuole superiori si sono sfidati alla ricerca della parola “giusta” seduti attorno a 15 grandi tavoli.
Il gioco è stato realizzato graficamente da Studio Bey, revisionato dal comitato preposto di cui fanno parte le docenti Francesca M. Dovetto, Silvia Galano e Andreana Pastena, e verrà distribuito nelle scuole superiori e attraverso la Crui in altri atenei.
Il prototipo di Laleo è stato prodotto dall’Ateneo e sviluppato nell’ambito di un progetto per le scuole secondarie di II grado sulle tematiche di genere, ma di fatto è fruibile anche da un pubblico adulto. Attraverso il gioco si vuole indurre una riflessione sui significati veicolati dalla lingua per lavorare a un’individuazione e decostruzione degli stereotipi di genere ad essa sottesi.
Si gioca con le parole per acquisirne denotazioni e connotazioni prive di condizionamenti. A ogni carta è associata una parola.
Tra le carte sono comprese parole, che declinate al maschile o al femminile assumono significati diversificati e non speculari come ci aspetteremmo, perché l’una o l’altra rimanda a stereotipi socialmente consolidati, parole tipicamente associate a referenti maschili o femminili, parole ricorrenti quando si trattano questioni di genere, oppure termini o locuzioni solo recentemente entrati nell’uso comune e che fanno riferimento a questioni in cui il genere è un elemento centrale.
Il gioco include, inoltre, quattro tipologie di carte speciali: per poter vincere è necessario conquistarne almeno una per ciascuna tipologia. Ciascuna di queste carte presenta, in modo semplice e diretto, un personaggio che ha avuto un ruolo rilevante in ambito scientifico, artistico, culturale, sociale o politico: si tratta talvolta di donne il cui importante operato è stato dimenticato dalla storia, oppure di personalità che hanno ribaltato i modelli di ruolo dominanti, o ancora di figure che, sulla base di pregiudizi inconsapevoli, verrebbe naturale associare a contesti diversi da quelli di appartenenza o in cui effettivamente hanno operato.
Nella nella fase sperimentale del gioco sono state coinvolte le scuole:
- Liceo Statale Leon Battista Alberti di Napoli
- Liceo Statale Elio Vittorini di Napoli
- Liceo Classico Statale Gian Battista Vico di Napoli
- Liceo Statale Eleonora Pimentel Fonseca di Napoli
- Istituto Secondario Istruzione Superiore Alfonso Casanova di Napoli
- Liceo Ginnasio Statale Jacopo Sannazaro di Napoli
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