«Tutti mi vogliono morto, voglio dire: coniugato»… Alberto Sordi… UN LIBRO DA LEGGERE PRIMA DI SPOSARSI: Divorzi di Massimiliano Parente – il Giornale
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«Tutti mi vogliono morto, voglio dire: coniugato»… Alberto Sordi…
UN LIBRO DA LEGGERE PRIMA DI SPOSARSI: Divorzi di Massimiliano Parente – il Giornale
Vi amate? Avete trovato la donna o l’uomo della vostra vita Non sposatevi. Siete omofobi? Siate a favore del matrimonio solo per i gay, nel senso: beccatevelo voi, che lo volete. In ogni caso è appena uscito un libro che tutti coloro che si amano dovrebbero leggere, e a scriverlo è il magistrale Giuseppe Culicchia. È un vero e proprio manuale da leggere se avete intenzione di sposarvi. Esilarante e vero, tragicomico come è la realtà.
Insomma Culicchia, da poco divorziato, ha deciso di fare un dono all’umanità con il volume Finché divorzio non vi separi, tra l’altro pubblicato per Feltrinelli, e Culicchia credo sia l’unico autore politicamente scorrettissimo (insieme a Piersandro Pallavicini, vedi L’arte del buon uccidere, edito da Mondadori) a comparire nel catalogo della Feltrinelli.
Come nota Culicchia, per noi cinquantenni quando andavamo a scuola i figli dei genitori divorziati erano pochissimi, oggi è il contrario, sono rari i figli degli sposati. Le ragioni sono evidenti: il matrimonio uccide l’amore, uccide il desiderio (a volte, aggiungo io, i coniugi si uccidono anche tra di loro). Si firma un contratto fondandosi sull’amore, «pensateci: davvero firmeresti un contratto – chessò, l’acquisto di una casa, di un’auto, di una barca – basandoti non sulle garanzie che di norma è bene richiedere in tali occasioni ma su una cosa così intangibile ed evanescente come l’amore?». Aggiungerei anche: sottoporre l’amore a un contratto svilisce l’amore, allora tanto vale fondare una Srl e inventarsi qualcosa insieme che non sia sfornare figli. I quali faranno le spese dei coniugi quando inizieranno le liti e saranno sballottati tra avvocati e tribunali. Il problema è che nella fase dell’innamoramento non si vedono molte cose, si acconsente a tutto, salvo poi rendersene conto dopo.
Culicchia passa in rassegna tutti i casi, vi mette in guardia su tutti gli indizi affinché in seguito non possiate dire di non esservene accorti. Agli innamorati piace viaggiare, ma state attenti a come lei ve lo chiede: «nel caso lei menzioni più volte che quando era bambina e/o adolescente i suoi genitori la portavano in un tot di luoghi esotici e, va da sé, piuttosto costosi tipo Maldive, Seychelles, Saint Barth, Bali, volendo anche Polinesia, perché se è così si aspetta tu sia in grado di fare lo stesso».
È vero che il tradimento esiste tra sposati e non sposati, ma se ti sposi giuri che per tutta la vita desidererai sempre e solo lo stesso uomo o donna, e questo è contro natura per qualsiasi specie, è come se, piacendoti molto il sushi, tu ti obbligassi a mangiare per tutta la vita ogni giorno solo sushi. […]
Il manuale […] mette anche in guardia i maschi dal fatto che viviamo in una società patriarcale eccetera eccetera come denunciano le femministe, tanto patriarcale che a prenderla in quel posto, nel divorzio, sarà sempre l’uomo, e anche durante il matrimonio. Dei bambini te ne dovrai occupare anche tu, ma anche di cucinare e di stirare. Stranamente però al momento del matrimonio se è lei a essere ricca nessun maschio vorrà la comunione dei beni, ma se è il contrario è scontato che il maschio la conceda.
Vedrete il vostro amore trasformarsi, da ragazza semplice l’amore della vostra vita cercherà di organizzare la festa di nozze più pomposa, e non volendo un abito da sposa da meringa finirà sempre per sembrare una meringa. Comprerete una casa grande, per i futuri bambini, e attenzione anche a quanti ne vuole la vostra innamorata, e in ogni caso l’orologio biologico è spietato, a vent’anni tutte si sentono emancipate dalla procreazione ma scoccati i trentacinque al massimo vogliono essere mamme, sennò non si sentono realizzate. In seguito vi ricorderanno i sacrifici che hanno fatto per i figli – mia mamma lo imputa anche a me, come se avessi chiesto io di nascere quando già a sei anni avevo capito che «è funesto a chi nasce il dì natale».
A Torino, ci informa Culicchia, i matrimoni civili si celebrano in un ex manicomio. «Il fatto che si tratti di un ex matrimonio femminile, oggi trasformato in anagrafe […] Emblematico perché si potrebbe dire che solo una pazza può pensare seriamente di passare tutta la vita con lo stesso uomo, o perché – più banalmente – le donne sono in definitiva tutte pazze, come sosteneva Charles Bukowski: ma qui siamo al livello dei famosi adagi donna al volante pericolo costante, che dopo il #metoo si possono ancora pensare ma non si possono proferire. Da parte mia preferisco il concetto di manicomio in sé, perché è evidente che per sposarsi bisogna essere pazzi in due» […].
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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