Il nuovo numero in edicola e online da domenica 9 ottobre
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Il volto di Putin ridotto a poche macchie nere campeggia sul fondo rosso Espresso della copertina del nuovo numero. “Ombre russe” è il titolo dell’inchiesta principale. Nella quale Gigi Riva racconta gli sforzi dei diplomatici che cercano di approfittare del momento di debolezza del leader per raggiungere una tregua: non solo per amore della pace, ma perché la fine dei combattimenti farebbe bene agli affari.
L’analisi della situazione russa continua con il racconto del dissenso diffuso ma disorganizzato (di Maria Chiara Franceschelli) e del peso delle sconfitte in Ucraina (di Sabato Angieri). Nora Krug continua il suo diario dal fronte a fumetti, Guntram Wolff mostra i successi delle sanzioni per mettere in difficoltà le forze armate russe. E mentre Bernardo Valli sottolinea che la sconfitta di Putin è evidente nella fuga dei giovani che non vogliono combattere la sua guerra, Lirio Abbate nel suo editoriale evoca il fantasma della bomba atomica.
II Pd intanto si prepara al congresso accompagnato dall’odio-amore dei militanti (di Carlo Tecce) e Fabrizio Barca lo invita a ripartire dalla lotta alle ingiustizie. Mentre negli Usa i trumpiani festeggiano la vittoria della destra (di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni), in Italia dem, Azione e 5 Stelle non riescono a fare fronte comune (di Gabriele Bartoloni) tanto che il problema di Meloni non è l’opposizione, scrive Antonio Fraschilla, ma sono i nostalgici del fascismo che aspirano a una poltrona di ministro.
L’Iran delle donne in lotta è protagonista di un intervento dello scrittore italo-iraniano Hamid Ziarati, in Gran Bretagna il nuovo leader del partito laburista raccoglie i frutti della sua cura di concretezza (di Luciana Grosso). In Brasile la sinistra rischia una nuova sconfitta al ballottaggio (di Daniele Mastrogiacomo), mentre in Cina Xi si prepara al terzo mandato rispolverando metodi maoisti (di Federica Bianchi).
In Italia intanto ci sarebbe davvero bisogno di una riforma del reddito di cittadinanza (di Vittorio Malagutti e Gloria Riva), anche perché, spiega Massimo Baldini, l’inflazione colpisce le fasce più povere: e i giovani che non lavorano, aggiunge Alessandro Rosina, sono una palla al piede per il futuro.
Il mercato del lavoro cambia con l’arrivo di tecnologie legate all’Intelligenza artificiale (di Alessandro Longo) e le donne si dividono tra la condivisione del mestiere di genitore (di Margherita Abis) e la lotta alla disparità (di Silvia Andreozzi). La Sanità pubblica, denuncia Ivan Cavicchi, è quasi al capolinea proprio ora che cresce il bisogno di cure mentali (ne scrive Jessica Masucci) e di sostegno per i ragazzi, sempre più numerosi, che si isolano tra le mura in casa (di Marco Benedettelli).
E mentre Alice Facchini denuncia il coinvolgimento dei pentecostali nella tratta delle nigeriane costrette a prostituirsi in Italia, Pietro Mecarozzi accusa l’Unione Europea di non fare abbastanza per porre fine allo sfruttamento degli animali da parte delle industrie farmaceutiche.
E L’Espresso chiude con il collettivo Wu Ming che racconta in anteprima a Sabina Minardi il nuovo libro sul 1978, l’anno dei misteri. Si parla della nuova vita culturale di Bellano, il paese di Antonio Vitali (di Emanuele Coen) e della Festa del Cinema di Roma in arrivo il 13 ottobre (Fabio Ferzetti). Antonio Alliva intervista l’antropologa americana Esther Newton, Francesca De Sanctis parla con Vanessa Scalera, Aisha Cerami con la soprano Petra Lang.
E mentre Michela Murgia analizza il fastidio della destra davanti alla parola cultura, Paolo di Paolo, fresco reduce da un dibattito sui risultati elettorali con i liceali del Virgilio che è stato interrotto dai carabinieri, si chiede perché in questo momento un gruppo di studenti che parlano di politica fa paura.