Italia, Politica, elezioni, magistrati e giornalisti da tacitare: ‘diritto alla buona fama’ nel programma della destra
Oblio e zero intercettazioni. La destra prepara i bavagli.
LA PROPOSTA
La coppia di avvocati Sisto-Bongiorno inserisce il “diritto alla buona fama” nel programma: ennesima stretta per pm e giornalisti!
Ma al centrodestra non basta. Il linguaggio sarà al centro della misura: le notizie sulle indagini dovranno essere date spiegando che si è sempre innocenti fino a sentenza definitiva, andrà evitata l’equiparazione “indagati uguale condannati” e si imporrà che le sentenze di assoluzione sui media abbiano lo stesso spazio delle inchieste o delle sentenze di condanna. Ipotesi che sono state sintetizzate così nel programma della Lega: “Prevedere strumenti in grado di garantire il diritto a una buona fama, per riconoscere effettivamente, anche a livello mediatico, il principio della presunzione di innocenza dell’indagato o imputato coinvolto in un procedimento penale”.
Inoltre dietro al principio della “buona fama” si cela anche una stretta sulle intercettazioni, vecchio pallino berlusconiano: l’idea sarebbe quella di limitare ulteriormente la diffusione delle informazioni “non penalmente rilevanti” che riguardano personaggi pubblici e spesso finiscono nei brogliacci degli investigatori, spiega un parlamentare di Forza Italia. Uno strumento, quello delle intercettazioni e della loro pubblicazione, che è già stato fortemente depotenziato dalla politica negli ultimi anni. La seconda fase, invece, è quella successiva alla sentenza definitiva. In caso di assoluzione, l’obiettivo del centrodestra è quello di coinvolgere il garante della Privacy perché i motori di ricerca e i siti siano “ripuliti” dalle notizie delle indagini e di ipotetiche sentenze di condanna precedenti all’assoluzione. Una sorta di diritto all’oblio tout court. Idee che piacciono a Sisto, già avvocato di Berlusconi e oggi sottosegretario alla Giustizia, che parla di “programma autenticamente liberale, volto a fare del cittadino il punto di riferimento dell’intero sistema Paese”.
Ma il nuovo “bavaglio” non è l’unica idea sulla giustizia del centrodestra. Oltre alla separazione delle carriere, nel programma della Lega è spuntata una proposta anch’essa ispirata agli anni d’oro del berlusconismo. Il ritorno alla legge Pecorella, dal nome dell’avvocato dell’ex premier Gaetano, che rendeva inappellabili le sentenze di assoluzione e proscioglimento, poi in gran parte definita incostituzionale dalla Consulta pochi mesi dopo. Oggi la Lega propone di ripristinarla. Con il naturale via libera di Silvio Berlusconi: “Renderemo inappellabili le sentenze di assoluzione” ha scritto su Twitter a Ferragosto.
(DI GIA.SAL. – Fonti. Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)