Da ‘bullizzata’ a ignara ‘diva’ del ‘revenge porn’, cantante e brillante scrittrice: la toccante storia di Ilaria
In molti la conoscono come una ragazza di Corì, piccolo paese in provincia di Latina, ma Ilaria Di Roberto condivide un forte legame anche con la città di Pozzuoli, di cui era originario il padre.
Proprio lì ha trascorso quasi tutte le vacanze durante l’infanzia. La sua è una storia di abusi e sofferenze, iniziati sin dalla tenera età. Dopo che la figura paterna, spesso assente, abbandona del tutto la famiglia nel 2009, la mamma cresce da sola Ilaria e la sorella più piccola.
Alle elementari Ilaria è vittima di bullismo a causa del suo sovrappeso e sviluppa un disturbo alimentare. «All’età di 12 anni decisi di smettere di mangiare diventando così anoressica. L’incubo del bodyshaming arrivò anche alle superiori».
Da adolescente iniziano i primi episodi di molestie. «Io, mia sorella e mia madre affittammo una casa, in cui il proprietario veniva a molestarci e ci diceva che se non fossimo state in grado di pagare l’affitto con i soldi, l’avremmo fatto in natura. Dato che eravamo terrorizzate, decidemmo di trasferirci in una casa popolare».
L’incubo del web
Nel 2016 Ilaria inizia una relazione a distanza con un ragazzo di Taranto, conosciuto su Facebook, con cui scambia delle foto intime.
«Era la prima volta che qualcuno mi chiedeva delle foto, e quindi, all’inizio ero molto titubante perché non sono mai stata una donna molto emancipata sessualmente. Piangevo perché lo facevo controvoglia, ma avevo paura di essere lasciata. Cosa che avvenne dopo qualche tempo».
In seguito, viene messa in guardia da un’altra ex del giovane e scopre che il ragazzo stava pubblicando le foto intime su Internet, quindi decide di denunciarlo.
Qualche anno più tardi conosce un altro ragazzo che abita poco distante da lei, ma dopo una breve frequentazione il loro rapporto s’interrompe e iniziano i problemi.
«Lui mi disse che era molto preso da me, ma che non voleva impegnarsi in una relazione seria e così accettai di essergli amica. Poi mi trovai su un sito a luci rosse con un profilo in cui c’erano le mie foto associate ad altri scatti di ragazze senza veli dal collo in giù. Scoprì che anche il profilo Instagram del mio “amico” aveva subito lo stesso trattamento e iniziarono a circolare sui social dei nostri account fake».
Foto e dati rubati online
Domini Instagram hackerati, profili Facebook clonati, furti di foto e profili fake, insulti, minacce. A Ilaria viene addirittura rubato e pubblicato online il libro che stava scrivendo in quel periodo.
L’incubo virtuale si protrae per mesi: molti conoscenti la contattano dicendo di essere stati insultati da lei sui social.
«A quel punto rimasi senza amici e la gente del mio paese iniziò a giudicarmi male.
Le foto diffuse senza il mio consenso, il catcalling, le molestie, i commenti canzonatori per strada. Nulla è stato più come prima».
Dopo un anno, Ilaria si decide a denunciare l’accaduto. Quindi, tramite la polizia postale scopre che i profili fake provengono da due numeri di telefono, di cui uno intestato a suo nome. Col passare del tempo i messaggi virtuali diventano sempre più personali e, alla fine, il rapporto tra i due amici si deteriora. «Curiosamente però, da quando da quando il mio ex riprese a frequentare la sua vecchia fiamma, di colpo i messaggi di fake e le clonazioni di profili terminarono. Io ho sempre avuto il sospetto che la ragazza che stava frequentando fosse colpevole del disastro».
La “cyber setta”
Nel 2019 la vicenda di Ilaria finisce sotto i riflettori dei medi nazionali, portandola a raccontare la sua storia anche nei salotti televisivi di “Pomeriggio Cinque” e de “I Fatti Vostri”.
Il misfatto avviene a inizio estate, quando la giovane, in grosse difficoltà economiche, trova un annuncio su Internet presso uno studio esoterico con sede legale a Catania, guidata in parte dalla sua passione per l’astrologia e i tarocchi.
A dirigere il tutto c’è un ipnotista, affiancato da un avvocato e da una segretaria, quest’ultima originaria di Napoli e residente in provincia di Caserta.
Le viene proposto di lavorare come cartomante nella società, ma lo stipendio tarda ad arrivare. Al suo posto però ci sono le promesse di fama e successo.
«L’ipnotista mi disse che voleva farmi diventare socia. In cambio avrei dovuto firmare una cambiale di 40.000 euro per acquisire alcune quote della società, in modo da dimostrare la mia fiducia. Debito che avrei risanato in poco tempo con una detrazione dallo stipendio. Inoltre, mi raccontò che sarei diventata molto ricca e che i miei scritti sarebbero diventati film, le mie poesie canzoni. All’epoca ero molto ignorante in materia di negozi commerciali e non sapevo nemmeno cosa fosse una cambiale, così firmai».
Qualche giorno dopo aver accettato tutte queste richieste, però, di colpo i rapporti prendono una piega molto diversa.
Rapporti tesi
«L’ipnotista iniziò a essere insoddisfatto e mi disse che mi trovavo in una setta, la quale spendeva i propri soldi per truffare i clienti o per spacciare».
Dopodiché l’uomo sottopone Ilaria a diverse prove, tra cui assurdi video filonazisti con rimandi a Hitler e Himmler in cui presta il suo volto e la richiesta di assumere “farina sacra”, una miscela di cocaina e bicarbonato.
«Mi rifiutai. Allora mi disse che dovevo tatuarmi il logo della società – un cerchio con una stella a cinque punte – sulla spalla sinistra e io acconsentii». A quel punto Ilaria esprime la sua volontà di lasciare la setta, scatenando la reazione del sedicente ipnotista e psicologo. Furti d’identità, telefoni clonati, diffamazioni su siti creati ad hoc, cyberstalking e ripetute istigazioni al suicidio. La vita di Ilaria viene trasformata in un vero inferno.
«Iniziò a minacciarmi di morte e continuò a farmi vessazioni, per le quali ho tentato due volte il suicidio».
La storia
Nel novembre 2019 “Repubblica” pubblica un articolo sulla vicenda dal titolo “Ilaria Di Roberto, da vittima di revenge porn a carnefice”, che dà risalto alle due denunce sporte in quel periodo dai due ex-compagni della ragazza, coinvolti nelle precedenti vicende di revenge porn.
Poco tempo dopo Ilaria viene indagata proprio per lo stesso reato e viene perquisita anche la sua casa.
«È stata un’esperienza brusca e alienante. Mi sono sentita vittima due volte: prima dei miei aguzzini, poi della legge». Nello sconforto più totale, la notte stessa dopo la perquisizione Ilaria compie un tentativo di suicidio. Da allora partecipa regolarmente a sedute di psicoterapia:
«L’esoterismo per me era una via alternativa allo psicologo, un tabù figlio del pregiudizio di sembrare pazzi. Tutti hanno problemi, ma in terapia ci va chi vuole risolverli. Io prima non mi rendevo conto di averne».
Ilaria si è ritrovata isolata dalla comunità e minacciata dai suoi stessi concittadini con scritte sui muri, auguri di morte, aggressioni, tutti episodi all’ordine del giorno. Oggi vive praticamente barricata in casa assieme alla madre, in un quartiere difficile.
«Ogni giorno il mio paese mi denigra, mi sento emarginata. Oltre a ciò, non è stato ancora preso alcun provvedimento contro chi mi sta distruggendo la vita».
A fare male di più è la sensazione di avere tutti contro e di sentirsi abbandonata anche da chi avrebbe il dovere di proteggerla.
«Le autorità competenti, dopo aver sentito la mia storia, mi guardano con scetticismo. Senza parlare dei commenti offensivi che ricevo giornalmente da tutte quelli che credono stia solo cercando di ottenere un pizzico di notorietà. Non ho mai visto così tanta cattiveria. Tutto questo mi fa star male».
E il danno d’immagine continua ancora adesso: «Molte testate rifiutano di parlare del mio libro a causa di quell’articolo di Repubblica».
La nuova vita
A due anni di distanza le oltre 23 denunce per svariati reati contro l’ex-datore di lavoro sono ancora in corso e solo alcune di queste sono state archiviate. Per quanto riguarda le denunce a carico di Ilaria, lo scorso mese è stato disposto il dissequestro e dovrebbe concludersi tutto a breve.
«Ho trasformato il mio dolore in poesia per dimostrare che di cyberbullismo non si muore e non si deve più morire. Ora voglio cambiare vita, ricominciare da zero e riprendermi tutto quello che mi è stato tolto».
L’ultimo lavoro della scrittrice 31enne
“Tutto ciò che sono”, pubblicato il 22 novembre 2021 – è una raccolta di brani e poesie che raccontano le esperienze dell’autrice, trattando il delicato e complesso tema della violenza di genere, sia fisica che mentale, e i pericoli del cyberbullismo.
Il tutto affrontato con un pizzico di ironia, talvolta scagliata contro l’ideologia incel e la misoginia, talvolta giocando sull’eterna diatriba tra uomo e donna, o polemizzando sul concetto di femminismo, «ancora malconcepito in Italia».
Sensibilizzazione
Nella sua nuova vita Ilaria non è solo una brillante penna, ma anche un’artista e un’attivista che si dedica alla sensibilizzazione su svariati temi.
«Oggi prendo regolarmente parte a diversi convegni nelle scuole, sono stata a Torino in occasione del Salone del Libro e alla sede Feltrinelli nel Municipio IX di Roma, sempre per promuovere “Tutto ciò che sono”.
In futuro vorrei riprendere le mie passioni, mi piacerebbe un giorno diventare insegnante di ballo e bachata e fare dei videoclip.
Così potrei trasformare alcune delle mie poesie in canzoni». In passato, ha realizzato anche un progetto contro la violenza sulle donne, realizzando un videoclip pubblicato su Youtube per la casa discografica M&N Vox.
Il brano si chiama “Abbassa la voce”, tratto dal suo primo libro “Anima” del 2016, e il ricavato è stato devoluto in beneficenza ad un’associazione per i diritti sulle donne.
Ilaria ha fatto del femminismo una delle sue più grandi battaglie e ora trasforma le sue esperienze in libri, affinché siano un monito e soprattutto un aiuto per chiunque si ritrovi ad affrontare situazioni simili.
«Io stessa ho combattuto tutta la vita contro l’impulso di delimitare la mia identità entro i confini imposti dalla società, ciò che gli altri si aspettavano da me in quanto donna, vittima, stereotipo. Sono stata oggettivata e criticata per le mie tendenze istrioniche, che alla fine dei conti non erano altro che la libera manifestazione della vera me stessa. Perciò, come dico sempre: donne, siate ribelli, sfacciate e soprattutto libere».
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