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Caserta. ‘Vittima innocente: storia di un errore giudiziario’: nuovo libro dell’avvocato Crisileo

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Vittima innocente: la storia di un errore giudiziario“: è questo il titolo del nuovo libro dell’avvocato Crisileo (nella foto qui accanto) in libreria dal prossimo autunno inoltrato.

La presentazione ufficiale sarà affidata alla nota giornalista di Rai 1 Ilenia Petracalvina e sarà allestiva molto probabilmente presso l’Imat (Italian Maritime Academy Technologies) di Castel Volturno.

La prefazione recherà la firma di uno dei più illustri maestri del diritto penale italiano: il giurista professor Giovanni Aricò.

Il nuovo libro, atteso per la fine dell’anno in corso, sarà presentato durante una conferenza stampa dalla nota giornalista di Rai 1 Ilenia Petracalvina e porterà il titolo: “Vittima innocente: la storia di un errore giudiziario”.

Edito per i tipi della pregiata casa “Saletta dell’Uva”, il volume, che prima della fine dell’anno sarà nelle principali librerie italiane, arricchisce la trilogia dell’autore e segue le opere: “Sulla scena del delitto – Arringhe e ricordi” edito nel 2014; “Enrico e Milena: due angeli in Paradiso“ edito nel 2020 e “Storia dell’Oratoria Forense – Eloquenza e Persuasione”, edito nel 2019.

La prefazione dell’ultimo libro dell’avvocato Crisileo recherà la firma di uno dei più illustri e grandi maestri del diritto penale italiano: il giurista professor Giovanni Aricò, sammaritano di origine e romano di adozione, legato da un ultra trentennale vincolo affettivo con l’autore.

É una storia vera quella raccontata da Raffaele Gaetano Crisileo, che ripercorre ogni tappa del tragico e drammatico vissuto giudiziario e umano del maresciallo dei carabinieri Alfonso Bolognesi (nella foto qui accanto), oggi completamente riabilitato alla vita civile e a quella militare, che ha nuovamente indossato (solo da pochi giorni) la divisa di carabiniere con i gradi di sottufficiale, la cui carriera sarà ricostruita, in breve tempo, con la massima qualifica nella propria “aliquota” di avanzamento: luogotenente dell’Arma.

Un incubo durato ben 14 anni quello di Alfonso Bolognesi, ex comandante della Stazione Carabinieri di Pinetamare di Castelvolturno, in provincia di Caserta che, dopo aver brillantemente guidato tale presidio per oltre 11 anni, inopinatamente, il 28 ottobre 2008 fu tratto in arresto, come disponeva un decreto di fermo sottoscritto da diversi magistrati della direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Napoli, con l’accusa di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa per aver agevolato il clan dei Casalesi.

Il maresciallo Bolognesi, prima scarcerato (perché il decreto di fermo non venne convalidato dal Giudice presso il Tribunale sammaritano), ma poi condannato definitivamente a complessivi 4 anni di reclusione (per essere stato considerato a quell’epoca, in seno alle istituzioni, “talpa del boss” Setola che – secondo l’accusa – avrebbe aiutato a sfuggire più volte alla cattura) dopo aver subito tre (o, meglio, cinque) gradi di giudizio, alla fine, dopo il verdetto di conferma finale della Cassazione, a seguito di un primo annullamento con rinvio e poi di una conferma successiva degli ermellini) si costitui, spontaneamente, accompagnato dall’avvocato Crisileo (che lo aveva seguito in tutto il suo calvario giudiziario), alle porte del Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere.

In quel penitenziario espiò oltre tre anni e mezzo di detenzione continua per poi ottenere solo gli ultimi mesi, prima del “fine pena”, l’affidamento ai servizi sociali quale operaio presso una pizzeria-tavola calda gestita dal fratello in un paesino del cilento.

Vita distrutta, la sua, senza più stipendio, con la dignità perduta e alla deriva sotto il profilo umano e psicologico; sua moglie per sopravvivere fu costretta a fare umili lavori di collaboratrice domestica presso varie famiglie.

Ma piano piano in fondo al tunnel incominciò ad apparire una luce: tre anni fa una sezione del tribunale  di Santa Maria Capua Vetere lo assolse da un secondo processo a suo carico, sempre per corruzione, per  omessi controlli ad un esercizio commerciale situato sul litorale domitio che deteneva delle macchinette videopoker le quali, secondo la procura, erano illegali ma lui avrebbe volutamente favorito in cambio di denaro, ricevuto mensilmente dal gestore di quella ditta.

Quella sentenza completamente assolutoria (in cui il maresciallo Bolognesi aveva addirittura rinunciato al beneficio della prescrizione, come gli aveva consigliato l’avvocato Crisileo) – una volta che la pronuncia era diventata irrevocabile – gli spianò la strada al processo di revisione della condanna definitiva, svoltosi dinanzi alla Corte di Appello di Roma, ove, circa un anno fa, c’è stata la totale rivisitazione dell’istruttoria, nella sua globalità, con escussione dei collaboratori di giustizia, il che ha completamente stravolto e annullato i tre (o meglio cinque) gradi di giudizio precedenti, con la condanna definitiva a quattro anni di carcere, trascorsi quasi tutti tra le mura del penitenziario militare.

Ora il maresciallo Alfonso Bolognesi, seriamente provato da tutta questa vicenda giudiziaria terribile, una vera odissea, durata complessivamente 14 anni, conosciutissimo nell’hinterland casertano, non solo ha ottenuto il rentegro nel servizio attivo dell’Arma dei Carabinieri (la foto lo ritrae appena ha reindossata la divisa), ma è in attesa di ricevere dallo Stato Italiano anche un equo risarcimento per i danni fisici e morali subiti per l’ingiusta detenzione patita per ben quattro anni a seguito di un vero errore giudiziario commesso dai Giudici ai suoi danni.

Tale vicenda, che ha degli aspetti sicuramente singolari, drammatici e sconvolgenti sotto ogni punto di vista, meritava senza dubbio di essere raccontata in tutti i suoi aspetti e le sue introspezioni, non per mero spirito dialettico o narrativo, ma perché deve lasciare una traccia forte, a memoria grata, oseremo dire un vero monito nei cuori e nella mente di chi è chiamato all’elevatissimo compito di giudicare i suoi simili affinché lo facciano in modo illuminato e soprattutto con la necessaria serenitù perché (memento) nella vita due cose sono importanti: la salute e la libertà; il resto è il nulla e oltre il nulla non si può andare.

Questo è lo spirito con cui l’autore, di getto, ma in modo fluido, racconta il vissuto, nei suoi aspetti più profondi e intimi, del maresciallo Alfonso Bolognesi di cui è stato testimone diretto della sua drammatica e incredibile storia di errore giudiziario.

Ancora è top secret sulla data e sul luogo della presentazione del volume anche se, da indiscrezioni, pare che sarà la sala convegni dell’Imat di Castel Volturno, località Pinetamare, ad ospitare l’evento e la successiva conferenza stampa.

Ciù per un duplice e logico motivo: perché il maresciallo Bolognesi il 28 ottobre 2008 venne arrestato proprio li, a Pinetamare, mentre comandava quella stazione dei Carabinieri (fu quella l’ultima sua sede di servizio prima della bufera giudiziaria che lo travolse); poi perché l’Imat (Italian Maritime Academy Technologies) Scuola di formazione per naviganti, famosa in tutto il mondo, fondata dal noto capitano Rosario Trapanese), associata all’Università degli studi di Napoli Parthenope per garantire soluzioni didattiche innovative nel settore dello shipping, è il primo Istituto universitario del Paese specializzato nelle attività del mha e, da oltre vent’anni, ha quali suoi legali fiduciari gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo, autore, quest’ultimo, dell’opera in presentazione.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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