Contenziosi: sempre più adita la Corte Europea ma Lussemburgo ‘tiene il passo’

Boom di procedimenti dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea e al Tribunale, con 1.720 nuove cause a fronte delle 1.582 del 2020.

Ma la Corte non perde la sua produttività, grazie alle riforme introdotte e completate nel 2019,  arrivando a chiudere 1.723 procedimenti rispetto ai 1.540 del 2020.

E’ quanto risulta dalla relazione annuale presentata dalla Corte Ue nel 2022 riferita all’attività di Corte e Tribunale nel 2021 (annual report).

La durata media dei procedimenti è stata pari a 17,2 mesi: un dato peggiore rispetto ai 15,4 mesi del 2020, con ritardi dovuti alle misure prese a causa della pandemia, inclusa la possibilità per le parti di depositare le memorie scritte con un mese di tempo in più rispetto al passato.

Il numero dei procedimenti pendenti rimane stabile a 2.541 cause. Per quanto riguarda il contenuto delle sentenze, in primo piano le pronunce sul rispetto della rule of law e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, la concorrenza, l’ambiente, il mercato interno, anche con riguardo alla tassazione, i rapporti tra le istituzioni.

Sempre più rilevanti gli interventi della Corte di giustizia sulla protezione dei dati in ogni contesto, dallo shopping online alla ricerca di un lavoro, dai prestiti bancari alla richiesta di informazioni alle autorità pubbliche. Inoltre, la Corte ha fornito, anche nel 2021, importanti contributi nel settore della cooperazione giudiziaria civile e penale.