Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 1 maggio
C’è un uomo che grida la sua disperazione: è recluso nel carcere di Pescara ed è la foto in copertina del nuovo numero dell’Espresso. Inizia così il viaggio nella follia del fotoreporter Valerio Bispuri che è entrato nelle carceri, nelle Rems, nelle case-famiglia per mostrare in che condizioni si trovano i malati psichiatrici in Italia. Un reportage esclusivo che permette di vedere la condizione di illegalità in cui sono abbandonate queste persone: una situazione che la Corte Costituzionale ha sanzionato anche di recente, senza però che qualcosa sia cambiato.
Un degrado umano e sociale che, come ricorda Lirio Abbate nell’editoriale, L’Espresso ha denunciato molte volte nei decenni. «Sono colpevoli di aver commesso un crimine e avrebbero diritto alla cura, invece finiscono in un limbo fra carcere e reparti di psichiatria» scrive Gloria Riva nell’articolo in cui sottolinea come, nonostante sia proibito dalla legge, ci siano almeno sessanta pazienti con problemi psichiatrici trattenuti illecitamente in carcere.
In Ucraina intanto il conflitto si è trasformato anche in una guerra di droni: Alessandro De Pascale fa il punto sulla battaglia teleguidata tra ucraini, russi e chi fornisce loro le armi. Carlo Tecce spiega che un accordo tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill avrebbe portato all’apertura di un corridoio umanitario per i civili intrappolati a Mariupol ma i generali russi non hanno fermato i cannoni e hanno proibito alla carovana cattolica e ortodossa l’ingresso.
Da Kiev, Lorenzo Tondo racconta le atrocità commesse dai soldati russi: sui corpi delle donne uccise ci sono segni di tortura, violenza e stupro. «In 20 anni di carriera non ho mai visto gli orrori a cui ho dovuto assistere» commenta Oleh Tkalenko, viceprocuratore della regione di Kiev. Sono terrificanti anche i crimini commessi da Alaa Musa, il medico che avrebbe ucciso, torturato, causato danni fisici e psicologici ai pazienti che manifestavano contro il regime siriano. Il “dottor morte”, scrivono Marta Bellingreri e Costanza Spocci, sarà giudicato dalla Corte di Francoforte per crimini contro l’umanità.
Diari di Guerra, le voci di una giornalista ucraina e un artista russo trapiantato nel paese, raccolte e illustrate dalla graphic novelist Nora Krug, continua anche questa settimana in esclusiva italiana per L’Espresso, mentre Antonia Matarrese dialoga con Anna Safroncik. L’attrice ucraina in Italia dal 1993 racconta l’infanzia, gli impegni sul set e come sostiene i connazionali travolti dall’invasione russa.
Ma mentre il mondo è sospeso tra guerra, pandemia e recessione incombente, c’è qualcuno che ci guadagna? Sicuramente le multinazionali del trading di materie prime il cui giro d’affari nel 2021, come spiega Vittorio Malagutti, ha toccato gli 848 miliardi di dollari. E Gianfrancesco Turano racconta le ambiguità dello sport nei confronti della Russia con l’ultima cannonata alla credibilità di un sistema fondato sull’ipocrisia data dalla decisione di non ammettere atleti di Mosca a Wimbledon.
In politica, mentre Susanna Turco è a colloquio con Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni, Massimiliano Panarariracconta la democrazia malata tra astensionismo in crescita e assenza di partiti strutturati. E Gaia Van Der Esch spiega l’insegnamento delle pratiche green, seppur previsto dalle norme, sia rimasto lettera morta nella scuola del nostro paese.
«Siamo tutti queer» apre la sezione Idee. Nell’articolo, Simone Allivaripercorre i tratti di una parola che attraversa la generazione Z, si fa spazio nelle sfilate, dentro i libri, risuona nelle canzoni. Definisce le relazioni e indica una generazione fluida, decisa a sfuggire alle etichette. Margherita Marvasi parla della prima e unica galleria italiana d’arte contemporanea queer che si trova a Noto, vicino Siracusa. Proseguono Emanuele Coencon il racconto di cinque artisti d’assalto tra i 30 e i 40 anni che hanno in comune l’impegno, per l’ambiente, i diritti, contro il conformismo sessuale. E Matteo Nucci si immerge con Francisco Umbral, l’autore del romanzo “La notte che arrivai al Caffè Gijon”, nella Madrid degli anni ’60. Chiude Francesca De Sanctis con il racconto del magistrato Marzia Sabella della donna che sputò ai boss, la prima a testimoniare contro i crimini mafiosi negli anni sessanta.
Infine, nelle storie Tommaso Giagni racconta Lucia Elen Ayari che dal ring di Librino prende a pugni i pregiudizi della vita. Luciana Grosso, dagli Stati Uniti, descrive la sfida politica di Stacey Abrams, avvocata e attivista che ha recitato nella serie tv Star Trek Discovery. E Andrea Barchiesi racconta le vicende della società di trasporti Vincenzo Tundo spa che fino al 2016 mieteva successi ma adesso lascia i lavoratori a secco.