Cronache dal Fronte, giorno 14. Bombe su ospedale a Mariupol, Russia fuori dal Consiglio d’Europa
Quattordicesimo appuntamento con la rubrica Cronache dal Fronte, il punto giornaliero sulla situazione in Ucraina: numeri, analisi, approfondimenti.
La tragica notizia di ieri, allo scoccare delle due settimane di guerra, è stato il bombardamento sull’ospedale di Mariupol.
Bombe su reparto pediatrico – Rimbalzate sui social e i notiziari di tutto il mondo, abbiamo tutti negli occhi le immagini di ieri. L’ospedale di Mariupol è stato bombardato dalle forze russe, che hanno colpito il reparto pediatrico. Le fonti parlano di almeno 3 morti e 17 persone ferite, tra bambini e partorienti. “Un attacco diretto delle truppe russe all’ospedale di maternità” – ha twittato il presidente ucraino Zelensky – “Bambini sotto le macerie. Che atrocità!“, parlando senza mezzi termini di “crimini di guerra“.
“Non abbiamo fatto né avremmo fatto mai niente come questo nelle città del Donetsk o del Lugansk, o di qualche altra regione” – ha attaccato – “perché siamo persone. Ma voi lo siete?“. Una domanda che resta senza risposta, così come senza giustificazione resta un attacco del genere. Zelensky ha poi invocato nuovamente una no-fly zone con un appello a tutto l’Occidente: “Avete il potere di farlo ma sembra che stiate perdendo l’umanità” – ha concluso.
La Russia ha motivato il raid sostenendo che l’ospedale di Mariupol fosse “usato come base del battaglione Azov“.
Russia fuori dal Consiglio d’Europa – Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha annunciato l’uscita della Russia dal Consiglio d’Europa. Lo riporta l’agenzia Tass. Pesano i fatti degli ultimi giorni con le escalations di violenza sui corridoi umanitari e le sanzioni sempre più dure imposte a Mosca. “Il corso degli eventi è diventato irreversibile” – si legge nel comunicato – “e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive dell’Occidente“.
Insopportabili per il Cremlino l’opposizione di Usa, Nato e Ue che starebbero “abusando della loro assoluta maggioranza“, nel tentativo di trasformare il Consiglio d’Europa in una esaltazione della “supremazia e del narcisismo dell’Occidente“.
No al cessate il fuoco. Lavrov: “Irresponsabile chi riempie Kiev di armi” – Come previsto dal ministro ucraino Kuleba, non sono andati a buon fine i colloqui di ieri in Turchia con il suo omologo russo Lavrov.
“Abbiamo affrontato la questione del cessione il fuoco di 24 ore ma non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo” – ha detto Kuleba – dicendo che per l’apertura di corridoi umanitari da Mariupol “Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi“. Lo stesso ministro ucraino ha però confermato la disponibilità ad incontrare nuovamente Lavrov se ci saranno “prospettive concrete“.
Proprio il ministro degli Esteri russo ha spiegato le cause del mancato accordo, confermando la linea politica di Putin. “Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative” – ha detto Lavrov – “Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni“.
Il ministro ha poi ribadito che “Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione di minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato“.
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