Giornata della Memoria, Shoah e necessità del ricordo: perché non si verifichi mai più!
Meditate che questo è stato.
Si celebra oggi, 27 gennaio, la Giornata della Memoria, dedicata a tutte le vittime della Shoah.
E non possiamo non cominciare dalle parole di Primo Levi, l’autore di Se questo è un uomo, la testimonianza cruda, reale e per questo inestimabile di un sopravvissuto ai lager.
La follia nazifascista, animata dai principi del razzismo, dell’odio e dell’antisemitismo, costò la vita a più di 6 milioni di persone nei soli campi di sterminio, senza contare tutti coloro che subirono torture, lavori forzati, fame, stenti e sofferenze indicibili. Un totale che sale, per gli anni di governo hitleriano (dal 1933 al 1945) a quasi 17 milioni.
Ebrei, rom, slavi, omosessuali, disabili, dissidenti politici, testimoni di Geova. Tutti colpevoli di ostacolare la purezza della razza ariana, o di nuotare controcorrente.
Eppure, secondo i più recenti sondaggi (fonte Eurispes), quasi 1 italiano su 6 ritiene che la Shoah non sia mai esistita, e un altro 16% pensa che le storie sulla Shoah siano esagerate.
E non serve scavare troppo in profondità. Basta guardare l’odio strisciante verso un’altra sopravvissuta, Liliana Segre, costretta a vivere con la scorta dopo le ennesime minacce, e l’aggressione di qualche giorno fa ai danni di un ragazzino ebreo a Livorno.
La verità, forse la più amara possibile, è che ne stiamo perdendo la memoria storica. Gli anni scorrono e chi c’era, chi è sopravvissuto, adesso non c’è più. Chi ha potuto testimoniare con la viva voce, le vive parole, le vive emozioni, adesso non c’è più.
Ed è per questo che il nostro dovere civile è quello di ricordare. Senza astio, senza rancore, senza voglia di vendetta. Ricordare perché è questa l’unica garanzia.
Leggiamo Primo Levi, Imre Kertesz, Edith Brück, Patrick Modiano. Guardiamo film, ascoltiamo le voci di chi lo ha vissuto.
Non permettiamo che la dimenticanza ci faccia pensare che tutto sommato la Shoah non è stata nulla di eccezionale, o che un tale orrore debba finire nel dimenticatoio.
Meditate che questo è stato, scriveva Primo Levi.
Se è accaduto una volta, può accadere di nuovo. Ricordiamocelo.
È l’unico modo per assicurarci che non accada mai più.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)