Musica. Omaggio a Franco Battiato, grande cantante, musicista, autore, talent scout…
Il Maestro è stato un autore immenso: ha dato tutto alla musica. Come esperto alchimista elaborava mirabili pozioni trasformandole in melodie raffinate e eterne.
Battiato non ha mai creato il futile, il vacuo, il commerciale. Come cantore dell’antichità proiettato nel futuro ha avuto la fortuna di avere delle Muse che gli hanno ispirato musica e parole che avvolgono i pensieri e i cuori.
Con Esse ha girato mezzo mondo cantando in varie lingue e ovunque è stato apprezzato e osannato. Le Muse. Nell’antichità erano delle divinità atte a ispirare i grandi artisti. A spronarli a rincorrere la perfezione e la gloria.
Battiato ha avuto la fortuna di incontrare grandi donne e grandi voci su cui imbastire dei raffinati e elegantissimi abiti fatti di sensazioni e imperituri momenti di grande musica. Prima fra tutte Milva, all’anagrafe Maria Ilva Biolcati. “La Rossa”, la “raffinata”, “La Pantera di Goro”. Voce possente, accattivante… capace di passare da note bassissime, quasi sussurrate, a altre vigorose e altissime.
Per lei Battiato creò rari gioielli. Tra tutte le canzoni scritte per Milva dal Maestro mi piace ricordare “Alexander Platz”.
E’ la storia di una vita grigia e per niente gradevole in una città, Berlino, ancora, inizi anni ‘80, divisa da uno spettrale e vergognoso “muro” che cadrà solamente nel 1989.
Milva, grande interprete, fa della canzone un raro lavoro di cesello intriso di bravura e presenza scenica. Sopra ogni nota, maestosa, si erge la sua voce.
Alice: di lei il Maestro diceva che “poteva cantare di tutto”.
Eppure quando esordì, agli inizi degli anni ‘70 con il vero nome di Carla Bissi, nessuno osò scommettere una lira sulla sua voce che, tra l’altro, denotava, nel cantare, una sibilante “esse”…
Nel corso degli anni Carla Bissi incise brani dapprima con lo pseudonimo di Alice Visconti e in seguito come Alice.
Nel 1981 vinse il Festival di Sanremo con l’enigmatica e trascinante canzone “Per Elisa”, scritta, ovviamente, dal Maestro.
Battiato e Alice guadagnarono il quarto posto all’ Eurofestival 1984 con la canzone “I treni di Tozeur”.
Un posto speciale e uno spazio più grande merita l’altra donna di Battiato: Giuni Russo.
All’anagrafe Giuseppa Romeo, nel corso degli anni si fa chiamare Giusy Romeo e in seguito Junie Russo.
Una voce da molti considerata “sovrannaturale” in quanto capace di “prendere” note quasi sconosciute allo scibile umano.
Di chiaro stampo “melodrammatico”, la sua voce in ogni occasione sovrasta e ammutolisce qualsiasi pubblico. Negli anni ‘70 cercò di imporsi sulla scena discografica italiana e, grazie all’amico Cristiano Malgioglio prima e al Maestro in seguito, agli inizi degli anni ‘80 si vide riconoscere la grandiosità della sua voce.
Battiato scrive per lei “Un’estate al mare” che le permette di raggiungere il primo posto nella hit parade italiana. Poi altri grandi successi, molti dei quali nati nell’ “atelier” del Maestro.
Giuni, però, voleva proporre “la sua voce e la sua musica” e non amava, come l’artefice del suo successo, il genere commerciale. Preziosissime alcune sue produzioni, scaturite dal supporto della sua compagna, autrice anch’ella, Maria Antonietta Sisini.
Dunque l’alchimista, il fabbro, lo scultore Siciliano e le sue “donne”… intreccio di voci e di sonorità destinati a rimanere nel tempo che li custodirà geloso e padrone.