Calcio. Serie ‘A’, ‘Napoli beffato’ in casa dallo Spezia: ennesimo ‘déjà vu’: come una maledizione
pagando dazio, oltremodo.
Rete: 38’ autogol di Juan Jesus.
Ci sono della sconfitte meritate, perché l’avversario ti è superiore, almeno in quelle giornate, tipo contro l’Inter, che batté gli azzurri meritatamente, poi ci sono le sconfitte annunciate, come quella subita dall’Atalanta, perché le assenze importanti talvolta pesano, come in quel caso specifico, poi ci sono quelle della cabala, quelle che il destino così decide, tipo la sconfitta contro l’Empoli, alla fine ci sono le peggiori sconfitte, come quelle contro lo Spezia, dove si sbaglia talmente tutto, che diventa inevitabile perdere, sconfitte che riecheggiano le parole famose di Francesco II, quando confessa alla propria moglie di aver fatto di tutto per far vincere Garibaldi, così come ha fatto ieri l’allenatore azzurro, novello Borbone.
Certo sono cose che succedono, finora, su qualche suo errore, gli era andata bene, tipo sbagliare la formazione di partenza, per poi sistemare le cose, durante la gara in corso, può capitare, solo che non era questo il momento, perché adesso le cose si fanno più complicate e girare il girone d’andata con 42 punti era, per l’obiettivo qualificazione Champions, un buon riferimento per avere meno stress, in prossimità del prossimo scontro con i non colorati di Allegri, squadra che il Napoli affronterà alla riprese del campionato, che di sicuro soffierà velenosamente sul collo dei partenopei come una Brutta bestia.
La storia pallonara ci racconta talvolta di regole non scritte, ma che sono consuetudini che se vanno disattese, diventano un boomerang, una di queste direttive ci dice che: “Squadra che vince non si cambia”, invece nel caso del Napoli di Spalletti, non è stato così, forse stavolta l’allenatore ha voluto fare il fenomeno, pagando dazio, oltremodo.
La formazione rabberciata messa in campo a San Siro, ci aveva indicato la strada da adottare, quando le difficoltà diventato norme, i calciatori in campo hanno messo da parte il fioretto e sono partiti lancia in resta, come dei guerrieri berberi, contro tutto e tutti, e forse, a nostro avviso, la strada, finché non rientrano i Top Player azzurri, doveva continuare a essere questa della lotta, dell’uno contro uno, quella che rievocava gli eroi di Forte Alamo, anche perché la controprova la si è riscontrata proprio a Milano, quando a un quarto d’ora dalla fine, gli azzurri hanno smesso i panni del “soldato in trincea” e rivestito quello della cavalleria leggera, mostrando il fianco ai rossoneri, che grazie al Var non hanno ottenuto il pareggio.
Contro gli spezzini il pallone non girava bene per il palleggio e l’allenatore ligure aveva messo due uomini a bada della fonte di gioco dei partenopei, impedendo a Lobotka di svolgere le mansioni, messe in mostra contro la Lazio e il Milan, gli innesti di Mario Rui e Politano oltre che di Mertens, non certo in serata di grazia, hanno fatto il resto. Bastava poco per stravolgere queste attenzioni dell’avversario azzurro, servivano uomini di lotta e di governo, non “ferricciulli ‘e seta” come quelli messi nei primi 45 minuti, buttando all’aria un intero tempo di gioco.
Un peccato micidiale quello di ieri da parte del Napoli, che rischia con queste prestazioni di vanificare un inizio stagione evanescente e pieno di entusiasmo.