Unirsi per avere una riconoscibilità sul mercato globale ma senza perdere la propria identitàe l’orgoglio territoriale.
E’ la proposta che arriva dal “Wine Forum” di Caserta che ha aperto il “Terra di Lavoro Wines” svolto al Belvedere di San Leucio dal 4 al 6 di dicembre.
Ricca la tavola dei relatori che – moderati dal giornalista Luciano Pignataro – si sono confrontati sul “valore delle denominazioni di origine nei processi di sviluppo territoriale della provincia di Caserta”. Dopo gli indirizzi di saluto del presidente della Camera di Commercio Tommaso De Simone, ad introdurre il dibattito è stato il presidente di Federdoc ed Equalitas Riccardo Ricci Curbastro che ha evidenziato come il settore vinicolo in provincia di Caserta produca “2,7 milioni di bottiglie circa per tutte le sue denominazioni. E’ necessario avere una denominazione unica che faccia da capofila per tutte le altre. Questo aiuta ad affacciarsi ancora di più sui mercati ed offre nuove possibilità anche in termini di maggiore promozione”. Un valore – quello del comparto vinicolo – che va tutelato e per questo Federdoc nei prossimi giorni siglerà un accordo con Icqrf per la vigilanza dei prodotti venduti online grazie al quale “entro 72 ore verranno oscurate le pagine che sponsorizzano la vendita di prodotti farlocchi”.
Proprio sulla questione della tutela è intervenuto il direttore di Icqrf per l’Italia Meridionale Salvatore Schiavone: “C’è la preoccupazione di trovare prodotto garantito sia per il produttore sia per il consumatore. Noi come dipartimento siamo stati cooptati anche nei controlli per la Terra dei Fuochi sul vino, sull’olio ma in generale sull’agri-food. Un dato che è emerso è come il fenomeno Terra dei Fuochi non tocchi quello dell’agrofood”.
Gli interventi di Ricci Curbastro e Schiavone hanno fatto da apripista al tema centrale del dibattito: le denominazioni. Sono 5 quelle tutelate dal Consorzio Vitica, promotore della tre giorni di San Leucio: Asprinio Aversa doc, Galluccio doc, Falerno doc, Ig Roccamonfina ed Ig Terre del Volturno. Una frammentazione che va superata come evidenziato sia da Antonio Rossi, docente, che ha parlato della regolamentazione del vino, sia da Riccardo Vecchio, docente presso il dipartimento di Scienze Agricole della Federico II di Napoli, che ha ribadito come “l’identità della denominazione deve rappresentare gli elementi distintivi che la caratterizzano e deve essere chiara, rilevante ed autentica” nel senso di “essere percepita in egual modo da tutte le tipologie di consumatori”.
Ma l’identità di una denominazione deve essere “un punto d’arrivo – ha aggiunto il coordinatore dei Consorzi di Tutela dei Vini della Campania Nicola Matarazzo – La vera sfida delle denominazioni è sul valore. Oggi sul mercato si arriva con l’unione, si deve parlare di sistema Campania per arrivare ad essere riconoscibili sul mercato”. Un tema che è centrale anche per l’Assessore Regionale all’Agricoltura Nicola Caputo che, attraverso un videomessaggio, ha offerto la propria disponibilità a lavorare “insieme sul nostro brand a denominazione di origine regionale. Una denominazione Campania dop che rappresenti il fiore all’occhiello delle nostre produzioni. Siamo noi a decidere del nostro futuro”.
A chiudere i lavori è stato il presidente del Consorzio Vitica Cesare Avenia: “Il tema della frammentazione è il tema dei temi anche per il Pnrr. Abbiamo grosse difficoltà perché abbiamo grossi divari. Serve una visione senza pregiudizi anche da parte di noi produttori e capire che facciamo parte di un sistema molto più ampio. Più siamo aggregati e più siamo forti. Questa è l’unica strada che possiamo percorrere ma senza perdere l’identità e l’orgoglio che ciascun produttore ha per la propria vigna”.
Il Terra di Lavoro Wines – realizzato con il cofinanziamento dalla Regione Campania Feasr-Psr 14-20 ed in collaborazione con Ais Caserta e che rientra nel più ampio programma del “Campania Wine”, sviluppato dai 5 consorzi di tutela regionali – ha registrato numeri importanti con il sold out delle masterclass e circa 300 accessi nella due giorni di degustazioni dedicata a ben 129 vini prodotti da 50 aziende del territorio. Nel corso della due giorni, infine, è stata ricordata Maria Felicia Brini, la “Signora del Falerno” recentemente scomparsa.