Caiazzo. Decò. TAR perentorio per il Comune: deve acquisire la struttura, pena l’esecuzione forzata
Nuova ed ancor più dirompente sentenza ai danni del Comune, ovvero dei suoi preposti finora risultati omissivi riguardo all’acquisizione al patrimonio comunale della struttura che ospitava lo iperstore Decò.
Acquisizione che ormai rappresenta l’unica strada percorribile, anche secondo i giudici del tribunale amministrativo regionale, essendo ormai infruttuosamente (e ampiamente) decorsi i termini temporali entro i quali la proprietà, ripetutamente condannata anche dal Consiglio di Stato, avrebbe potuto ottemperare all’eventuale abbattimento alternativo, con ripristino dell’antecedente stato dei luoghi, consistente in quello di terreno a destinazione “agricola semplice”.
Con sentenza del 3 ottobre infatti, accogliendo le istanze del legale incaricato da un concorrente e vicino supermercato, Il TAR della Campania ha condannato il Comune all’ottemperanza, cioè all’acquisizione al patrimonio comunale della struttura in questione entro sessanta giorni dalla notifica, disponendo sin d’ora, in difetto, che a ciò provveda il prefetto di Caserta, ovvero un suo delegato. ovviamente a spese della parte soccombente, cioè del Comune (cioè del solito “Pantalone”).
Comune che peraltro è stato già condannato al pagamento delle spese giudiziarie a favore del ricorrente che ha anche chiesto ed ottenuto dai giudici che la sentenza sia trasmessa alla Corte dei Conti affinché, si presume, quantifichi l’ammontare del danno cagionato dalla pluriennale “mala amministrazione” e ne disponga il risarcimento da parte del soggetto o dei soggetti individuati quali responsabili del tutto.
Clamoroso non tanto l’esito dell’estenuante vicenda quanto che vada considerata una condanna per il Comune quella di acquisire, pressoché gratis, un’enorme struttura, utile ad esempio per ospitare la stazione dei Carabinieri o altri servizi di pubblica utilità compatibili con la destinazione prevista nella fattispecie dalla legge.
Clamoroso ancor più, invero, parrebbe se, come già si vocifera, anziché soccombere ed acquisire al più presto tale struttura, il Comune, ovvero il suo legale rappresentante, cioè il sindaco, dovesse decidere di impugnare la sentenza, circostanza che in tutti i casi dilaterebbe i tempi di acquisizione e comporterebbe maggiori spese a prescindere dal rischio di vincere e quindi perdere il diritto ormai sancito dal tribunale.
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