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Proteggere e tutelare il patrimonio che la storia di Cales ha lasciato in eredità è l’impegno che unisce i volontari che oggi animano la Rete Archeocales

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– Proteggere e tutelare il patrimonio che la storia di Cales ha lasciato in eredità è l’impegno che unisce i volontari che oggi animano la Rete Archeocales.

Questo impegno ha radici non recenti, che camminano parallelamente alle sorti del sito archeologico, tra fatti noti e meno noti, come la triste disavventura degli affreschi trafugati dalla grotta dei Santi e alla grotta delle Formelle.

LA STORIA. Era il 1982, quando, in una delle consuete ricognizioni, entrando nella Grotta dei Santi, ci accorgemmo dello scempio avvenuto durante la notte: i volti di Simone apostolo, di Barbara martire, di Cosma medico, della Vergine orante erano stati divelti con una sega, lasciando frammenti di affreschi sul pavimento e dei drammatici vuoti piramidali sulla parete. Subito decidemmo di recarci alla Grotta delle Formelle: scena del furto ancora più drammatica, erano stati divelti anche qui gli affreschi che erano sopravvissuti ad un precedente furto degli anni ’70, erano ancora appoggiati alle pareti le scale a pioli e altri “strumenti” di lavoro.

Non ci restava che andare a denunciare il furto.

AD OGGI. Il recupero di alcuni di questi affreschi, risalente a 12 anni fa, ci aveva fatto ben sperare che essi potessero ritornare nei luoghi di origine. Ne abbiamo seguito le sorti, erano stati allocati al Museo del Territorio della Reggia di Caserta, Museo da tempo chiuso. Già cinque anni fa suggerimmo alla Soprintendenza di trasferirli, la cattedrale romanica poteva essere un sito idoneo ad accoglierli, e Don Antonio Santillo in grado di custodirli.

Oggi, notizie di stampa ci informano che la Curia non può autorizzare questo spostamento perché la cattedrale ha bisogno di interventi di manutenzione.

LA NOSTRA IDEA. Non sta a noi esprimere giudizi di merito su questa decisione tutta interna alla Diocesi, ma possiamo legittimamente proporre di far rientrare comunque gli affreschi a Calvi Risorta, sistemarli presso la sede municipale, anch’essa come la cattedrale, può essere opportunamente protetta e allarmata, in attesa della risoluzione del caso.

Ai tanti cultori estemporanei della storia calena ricordiamo che ultimamente abbiamo seguito le sorti di altri tre affreschi della Grotta delle Formelle (ritrovati a Pompei in una vecchia valigia), ne abbiamo documentato il restauro avvenuto nei laboratori dell’Università Suor Orsola Benincasa… pare siano stati trasferiti al Museo di Teanum Sidicinum.

Noi siamo interessati a preservare il patrimonio artistico archeologico dell’agro caleno e pretendiamo che esso non debba più subire espropri, il territorio può e deve ospitare questi affreschi, eredità culturali di tutti, cristiani e non.

Il Museo Virtuale di Cales conserva documentazione grafica e fotografica delle grotte come erano, prima dei furti… agli interessati consigliamo una visita!

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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