Da Scampia a Caivano: vele e parco verde devono subire stesso destino.
Il comunicato dell’on. Del Monaco
Alloggi, quartieri dormitorio, abitazioni e strutture di scarsa qualità (e dunque anche pericolose) nate in condizioni di emergenza (post terremoto) per accogliere gli sfollati. Una condizione che doveva essere necessariamente momentanea, di passaggio. Così non fu.
Ed ecco che questi luoghi, ormai tristemente noti, si sono tramutati in veri e propri ghetti: roccaforte di clan affiliati alla camorra, piazza di spaccio, covo di delinquenti…
Vi sono, va detto, decine di famiglie oneste, persone per bene che, per anni, si sono ritrovate a vivere in questi contesti estremamente complessi, rischiando il futuro dei propri figli, immersi in una quotidianità fatta di spaccio e delinquenza.
In molti hanno abbandonato la zona, altri non hanno avuto alternativa.
Da qualche anno, finalmente, è cominciato il programma di abbattimento delle cosiddette vele di Scampia, con lo scopo di ridare dignità ad un luogo ormai socialmente etichettato, affinché molte famiglie possano continuare a vivere in abitazioni consone, sicure e in contesti sociali migliori.
Come Scampia, anche Caivano ha il suo ghetto: parliamo del Parco verde, un agglomerato di palazzi fatiscenti in cui violenze, furti, risse e finanche sparatorie sembrano essere quasi all’ordine del giorno.
Vivere lì non è semplice per chi non ha nulla a che fare con la delinquenza o l’illegalità. I clan, divenuti ormai i padroni del quartiere, esercitano la “libera professione” (solo nel parco verde risultano 14 piazze di spaccio), fanno della zona ciò che vogliono, prendono e tolgono ciò che preferiscono, senza chiedere permessi a nessuno.
Ieri mattina sono stato dal sindaco di Caivano che ha potuto darmi qualche delucidazione in più in merito alle criticità che persistono sia a livello comunale-amministrativo che a livello economico. C’è un progetto che, ovviamente, prevede l’abbattimento del cosiddetto parco verde: ci sono dei fondi stanziati proprio con finalità di riqualificazione del luogo, c’è la volontà di fare, di cambiare e di migliorare… ma urge un supporto maggiore, urge l’attenzione del Governo campano e dello Stato.
Come parlamentare del territorio e membro della Commissione Ecomafie, farò la mia parte e proverò in ogni modo a contattare i vertici, chi temporeggia o vuole mettere da parte la questione Caivano, come se non fosse di estrema importanza.
È inaccettabile che decine di famiglie continuino a vivere in condizioni del genere, in una realtà che emargina da contesti sociali più ampi e controllati.
È inaccettabile che il solo parco verde detenga il potere di 14 piazze di spaccio di droga, laddove i bambini non hanno possibilità di giocare in un vero “parco verde”.
Riqualificare una zona del genere è un dovere anzitutto morale, non solo sociale.
Che Caivano possa tornare a sperare in un futuro migliore, senza il timore di etichette; che la brava gente possa essere libera di crescere i propri figli in tutta serenità e sicurezza, in un contesto sociale dalle mille opportunità…
Nella speranza che quei tristi giorni in cui si sente sparare in strada o una bambina abusata viene gettata dal balcone di un palazzo, diventino solo un brutto ricordo, da non rivivere. Mai più.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)