Capua. ‘Diverso uguale unico’: incontro con i liceali che hanno prodotto il cortometraggio sul bullismo
Parlare di bullismo oggi è sempre più difficile: tematica forte e sensibile talvolta presa sottogamba all’interno dei contesti sociali e scolastici dove si verificano episodi di prepotenza nei confronti di giovani indifesi e sensibili.
Durante il periodo adolescenziale, ricco di cambiamenti e di insicurezze, tra i banchi di scuola accadono spesso episodi spiacevoli di sopraffazione talvolta indirizzati a chi è caratterizzato da diversità fisiche o verso chi eccelle.
Il bullo è colui che per invidia o arroganza si pone in maniera scorretta nei confronti del compagno di scuola o di giochi, schernendo e isolando con il branco la povera vittima.
Il fenomeno deriva talvolta da un contesto familiare difficile: colui che si erge a “capobranco” è il primo a sentirsi insicuro e a mascherare con supponenza e ribellione questa sua carenza di attenzioni.
Il bullismo va combattuto sottolineano Alfredo Arciero e Alfonsina Pignata, studenti al quinto anno del Liceo Classico “Pizzi” di Capua, che hanno realizzato un cortometraggio sul tema, documentando episodi, purtroppo, molto frequenti in Campania.
Abbiamo posto alcune domande ai due artisti sulle motivazioni che li hanno spinti a trattare questo argomento raccogliendo anche le loro testimonianze.
Come nasce l’idea del corto?
Alfonsina: Io e il mio collega Alfredo, riusciamo quasi sempre a far combaciare le nostre idee. Questa è una tematica che ci sta molto a cuore. Assieme abbiamo pensato che era arrivata l’ora di dar voce a tutti quei giovani che purtroppo non sempre riescono a ribellarsi a questi abusi, oppure non riescono a dar voce ai propri problemi.
Ma volevamo anche sensibilizzare le anime di questi “bulli”, in quanto ritengo che siano soltanto anime deboli e che facciano ricadere le proprie paure sugli altri.
Non sempre colui che svolge azioni deplorevoli, è il vero carnefice. Tutti gli uomini vivono di paure, tristezze e dolori, dipende molto da come metabolizziamo questi sentimenti. E spesso i giovani non riescono a farlo nei migliori dei modi, proprio perché non hanno delle figure genitoriali solide. Il cortometraggio “DIVERSO = UNICO” è stato girato in una giornata. Abbiamo organizzato le idee qualche settimana prima, abbiamo curato la stesura del testo da recitare, e infine abbiamo scelto due giorni per girare le due scene, sulle quali è basato l’intero corto: la prima nella nostra amata Capua, la seconda presso il Litorale Domitio a Castel Volturno.-
Alfredo: “Il corto ” Diverso=Unico” é stata la nostra prima sperimentazione cinematografica.
L’ idea é nata da un forte bisogno di raccontare il nostro vissuto, di spogliarci dinanzi ai pregiudizi dei “paesini”, di comunicare chi eravamo davvero. Il tutto plasmato da un forte messaggio contro ogni tipo di discriminazione. Quest’ ultima, nonostante passino gli anni, resta uno dei problemi piú gravi della società. Inoltre il nostro cortometraggio é stato anche uno dei protagonisti del Concorso ”Filosofilm” al festival della Filosofia in Magna Grecia.
Abbiamo impiegato due pomeriggi per girare le due macroscene; Una scena é stata girata in Capua, l’ altra sul litorale di Castel Volturno: pensiamo che il mare incarni appieno il concetto di ” Libertà”. Eravamo una fortissima Troupe: Regista, sceneggiatori,comparse, truccatrici, collaboratore di regia, e tanta voglia di essere noi stessi. Quest’ ultima é la “condicio sine qua non” di ogni nostro progetto.-
Come ci si può difendere dal bullismo?
Alfonsina: Purtroppo ritengo che non esista effettivamente un metodo, però cercherò al meglio di recarvi le mie ipotesi.
Il bullo, come ho detto precedentemente, è un’anima debole esattamente come quella della vittima. Bisognerebbe in primis intervenire, ma non con gesti estremi, come ad esempio punizioni. Bisognerebbe parlare con il / i ragazzo/i, e cercare di comprendere il perché di questo comportamento. Ogni azione umana è determinata da una motivazione, e spesso i bulli sono coloro che provano la continua ricerca di attenzioni e accettazione. Non accogliendo il proprio essere o la condizione in cui vivono, ripercuotono il loro malessere sugli altri. Forse anche i bulli meriterebbero di essere ascoltati. Soprattutto i ragazzi, i quali non sono altro che il riflesso degli adulti. Infine il consiglio che mi sento di dare a tutti i ragazzi vittime di bullismo, PARLATE! Non c’è assolutamente nulla di male nel denunciare questi fenomeni. Non siete voi le persone sbagliate, siete soltanto capitate sulla strada sbagliata di qualcuno in quel preciso momento. Meritate tanto e dovete ribellarvi a questo sistema. Non esistono deboli e forti, siamo tutti tutto. Pertanto, parlate di questi problemi con chiunque. Io sono con voi, ragazzi!-
Alfredo: É una domanda che richiede grande responsabilità. Inizierei subito con un imperativo: ”Denunciate”! É doveroso rivolgersi alla giustizia, a chi ha il diritto di proteggerci.
Non operate con la logica del ” buonismo” e del ” poi si vedrà” in questo modo si peggiorano solo le cose.
Il bullismo é una catastrofe sociale che va fermata immediatamente, prima che sia troppo tardi. Cosa intendo per ” troppo tardi”? Depressione, o addirittura suicidio per le vittime. Ognuno ha il diritto di essere se stesso, senza che il proprio essere sia eclissato da alcuno. E non bisogna assolutamente sottovalutare e semplificare la componente ” psicologica”; molto spesso la violenza psicologica é maggiormente grave rispetto a quella fisica.
Siete stati anche voi vittime di bullismo? Come avete affrontato queste aggressioni?
Alfonsina: Personalmente non mi sento di definire ciò che mi è successo in passato come una forma di bullismo, poiché do davvero tanta importanza a questa parola, e ritengo che bisogna darle il giusto rispetto.
Ho avuto qualche forma di “pregiudizio e giudizio”, soprattutto nel campo scolastico in età più piccola.
Spesso quando ti accadono certe cose pensi che sia tutto un gioco, ma quando persistono giorno dopo giorno, toccando anche tasti a te cari, comprendi che quelle parole davvero fanno male. Ho sempre cercato di affrontare ogni male della mia vita come un’esperienza di vita. Ogni cosa che ci vengono poste lungo il nostro camino, non sono altro che sfide da affrontare sempre a testa alta. Non esisterà mai nessuno che ci apprezzerà davvero, quindi ognuno di noi deve amarsi per ciò che è.-
Alfredo: Si, purtroppo sono stato molto spesso vittima di bullismo.
Non scendo nel particolare, perché potrei scriverci un romanzo su! In particolare negli ultimi anni, quando ho deciso di mostrare alla società chi é davvero Alfredo, ho ricevuto tanti insulti,prese in giro,parole forti.
La vita, in particolare nel paese dove vivo, mi é calzata sempre molto stretta.
Come ne sono uscito? Attraverso una ” Catarsi” nel suo senso greco. Ho reso meno raro e formale l’invito di farsi i fatti propri. .-
Cosa significa per voi essere unici?
Alfonsina: Questa è decisamente la mia domanda preferita. Unici per me vuol dire far cadere tutte quelle maschere che ci creiamo per la società. Vuol dire salire sul palco e mostrare ciò che siamo.
Le persone purtroppo presentano una parte cattiva, e nessuno di noi potrà mai distruggerla, è connaturata nell’uomo. Possiamo però scegliere chi essere.
Unici vuol dire davvero andare controcorrente. Significa amarsi anche con mille difetti.
Significa urlare al mondo intero chi sei, senza curarti del pensiero altrui. Ragazzi, siate sempre UNICI. Perché nel mondo esistono tante copie, ma la bellezza di avere l’originale tra le mani, è una sensazione che nessuno potrà mai regalarvi.-
Alfredo: Non é vero che ognuno é diverso dall’ altro.
Nella mia filosofia di vita esistono due grandi personalità: La società e l’ essere.
Io ho sempre portato avanti la mia Zeta, rispetto a tantissime A. Sono sempre andato controcorrente, ed ho cancellato dal mio vocabolario personale la parola ” normalità”.
Io sono quel che sono, la mia essenza, senza maschera alcuna. Ma anche la libertà di essere se stessi, ha un prezzo molto alto da pagare: solitudine ed insulti.
Tantissime volte mi hanno definito ” strano” “anormale”,ma non hanno concepito la bellezza di questi termini: sono onorato nel ricevere tali attributi.
Non amo la semplicità, non amo dimensioni piatte, e ancor di piú la finzione.
In conclusione, ho acquisito tantissima sicurezza, credo che noi siamo il “miglior amico” di noi stessi, come dice anche la mia musa ispiratrice Loredana Berté, da cui ho appreso il ” Liberté” e l’ ho concepito come unico manifesto di vita, contro ogni pregiudizio sociale.-
Che ruolo possono esercitare le famiglie e la scuola per fronteggiare la problematica?
Alfonsina: Ritengo che questi due nuclei siano fondamentali per fermare il bullismo.
Le famiglie dovrebbero essere molto più presenti nella vita dei propri figli. Non mi riferisco nell’ impartire punizioni oppure invadere la sfera personale del/la ragazzo/a nell’essere troppo opprimenti o pertinenti.
I genitori, sia delle vittime che dei bulli, dovrebbero dialogare molto di più con loro. Capire il loro punto di vista, conoscere la loro vera natura, le loro paure.
Dovrebbero passare molto più tempo con i propri figli, cosicché questi possano sentirsi accettati dalla propria famiglia. Solo così riusciranno a non sentirsi sminuiti dagli altri oppure, nel caso dei bulli, di non invadere la felicità di qualcun altro pur di far provare a qualcun altro, la propria insoddisfazione e sofferenza personale. Per quanto riguarda le scuole direi che dovrebbero fare molto di più.
Spesso in questo ambiente si sottovaluta questa problematica da parte di tutti.
I docenti sono tenuti ad informare i genitori, di comprendere la psiche di questi ragazzi (vittime e bulli), applicando anche qualche consiglio da un buon psicologo. Quest’ultima figura, personalmente, reputo che debba essere istituita in tutte le scuole. Solo così si potranno normalizzare tante cose che ancora oggi sono considerate “inutili”. Solo così potremmo aiutare queste povere anime perse, sia dei bulli che delle vittime.-
Alfredo: Le scuole sono un polo di rilievo, diffusori di un forte messaggio, quello di una forte” Sensibilità” .
Bisogna parlare di ogni disagio e difficoltà, anche con l’ aiuto di esperti. D’ altra parte, molto spesso, la scuola é s sede di spiacevoli eventi di bullismo.
I Bulli vanno puniti per i loro reati, ma allo stesso tempo vanno aiutati, perché dietro essi, si celano grandi disagi, dettati molto spesso dall’ ambiente familiare.
Per quanto riguarda la famiglia, deve ovviamente sostenere il ragazzo nell’ affrontare la vita, o meglio nel prenderla in mano ed essere unico, all’ interno di quest’ omologazione e società.
Una cosa che posso consigliare ai ragazzi, vittime di Bullismo é di chiedere aiuto, dapprima alla famiglia e alle autorità.
In un secondo momento, ci sono molte associazioni che possono aiutarvi a combattere questa piaga sociale. Io, ed anche Alfonsina, siamo a disposizione per qualsiasi richiesta di aiuto. Fortunatamente esiste la tecnologia, e se qualcuno vuole confidarsi, chiedere.