Terra dei Fuochi “Correlazione tra tumori e rifiuti” secondo il report ISS e procura di Napoli Nord
La cd ‘Terra dei fuochi’ ogni tanto ritorna tra le varie cronache, una tematica troppo spesso tralasciata e affrontata male per non dire mai risolta. Nell’hinterland di Caserta e Napoli per decenni si è sversato illegalmente ma non è certo una novità. I tumori, l’asma le malattie erano soltanto un’ipotesi, però, secondo un dossier dell’Istituto Superiore della Sanità e la procura aversana di Napoli Nord, che hanno effettuato un lavoro in sinergia dal lontano 2016, dalle cui risultanze di questo studio nella cosiddetta Terra dei fuochi, ci sarebbe una stretta correlazione, tra l’aumento delle patologie e la presenza di siti con rifiuti abbandonati in maniera incontrollata. Tali malattie hanno strappato negli anni centinaia di vite umane.
Dalle risultanze si sono suddivise le aree comunali in quattro di livelli per quel che concerne il rischio di contagio.
Il lavoro tra ISS (Istituto superiore della Sanità) è stato portato avanti, con uno scambio dati negli anni successivi all’inizio degli studi, come già precisato , il 2016, dalla quale è emerso che la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti. Inoltre l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti. La prevalenza dei nati prematuri è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore rispetto alla prima. E ancora, “la prevalenza di malformazioni congenite nel loro complesso è significativamente più elevata nei comuni della classe 4″, dove “è maggiore anche la prevalenza delle malformazioni congenite dell’apparato urinario“. Dati incontrovertibili, che certificano anche le malattie che in questi anni hanno colpito i giovani tra 0 e 19 anni.
L’ indagine svolta da quella che è la procura di Napoli ha riguardato 38 comuni rientranti appunto nella competenza della procura, che di seguito si vanno ad elencare, ossia: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, Sant’Arpino, San Cipriano, Succivo, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno per la provincia di Caserta; Afragola, Arzano, Caivano, Calvizzano, Cardito, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano, Grumo Nevano, Marano, Melito, Mugnano, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca per la provincia di Napoli.
Quello che accadeva era che all’interno di un’area di circa 426 chilometri quadrati in cui negli anni sono stati accertati ben 2.767 siti di smaltimento abusivo di rifiuti, anche pericolosi. In 653 di questi siti, avvenivano sistematicamente combustioni illegali, considerando l’alta densità abitativa dell’area, si stima che nell’area oggetto dell’indagine, il 37% della popolazione presente nell’area, oltre 354.000 cittadini, si è ritrovata a vivere a meno di 100 metri “da almeno un sito o più di uno”, esponendosi ad una’elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana.
Sulla vicenda non poteva mancare l’intervento di don Maurizio Patricello sempre attivo da oltre un decennio sulla tematica ‘Terra dei fuochi’ queste le sue dichiarazioni “Abbiamo sempre avuto ragione ma mai come questa volta avremmo voluto avere torto, abbiamo ricevuto nel tempo soltanto ironie, amarezze, offese, ma al momento non mi interessano neppure le scuse, a cosa servono? Mi viene soltanto da piangere”.
Sulle risultanze di questo dossier si è pronunciato anche il dottor Gaetano Rivezzi dell’Isde Medici per l’ambiente il quale è intervenuto in maniera abbastanza dura così, “Dopo un decennio d’indagini, la magistratura denuncia l’inquinamento come crimine umano, il mondo sanitario ed internazionale deve capire che degrado ed inquinamento ambientale possono portare al cancro con la distruzione di migliaia di vite di donne e uomini assolutamente senza alcuna colpa. Prosgue così il dr Rivezzi – il gran numero di malformazioni e tumori per quel che concerne l’aumento anche di tumori giovanili e quelli al di sotto dei 60 anni, vanno a dimostrare in maniera abbastanza chiara di quante sofferenze creiamo chiudendo gli occhi davanti a discariche di rifiuti, polveri industriali e da combustione, fanghi tossici spalmati su i terreni insieme a pesticidi e fitofarmaci, falde acquifere malsane, ma soprattutto ci si trova dinanzi ad una miserevole ignavia e abulia sia dal punto di vista amministrativo ma anche politico”.
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