Uomo morto all’ Ospedale : La grave denuncia della sorella
di Ines Ranieri
Polemiche dopo la morte di Giuseppe, 30 anni e residente a San Prisco, avvenuta nella giornata di Martedì 11 febbraio 2021. il giovane uomo dopo essere stato colpito da un arresto cardiovascolare è stato accompagnato presso l’ospedale Melorio.
Secondo cio’ che ha dichiarato la sorella dello sfortunato 30 enne, Giuseppe non sarebbe stato soccorso tempestivamente . A denunciare l’ accaduto è stata la stessa sorella la quale, secondo la sua descrizione dei fatti, avrebbe piu’ volte richiesto inutilmente aiuto al Covid center . Da qui la considerazione che il Melorio sia stato trasformato da presidio ospedaliero efficiente a centro d’accoglienza per i contagiati dal coronavirus, sprovvisto allo stesso modo di adeguata competenza per altre problematiche .
La donna ha raccontato l’ accaduto tramite un post pubblicato sulla pagina Faceebok -cio’ che vedo in città- Santa Maria Capua Vetere.
“Sono la sorella del ragazzo morto stamattina (ieri, ndr) fuori all’ex ospedale Melorio -si legge nel post- Volevo fare delle precisazioni, in quanto ho visto che c’è stato proprio su questa pagina una discussione a riguardo.
Mio fratello era un ragazzo speciale, si usa dire così quando si hanno dei problemi. Quello che è capitato stamattina è qualcosa di schifoso. Mio fratello già a casa ha perso i sensi, subito mi sono accorta della situazione.
E subito ho allertato ambulanze, guardia medica e presidi che non sono mai arrivati! E questo nonostante io avessi specificato le caratteristiche e le problematiche di mio fratello. Nessuna ambulanza è venuta. Così, disperata, ho cercato di farmi aiutare dall’ex ospedale Melorio, ora Centro Covid, sapevo fosse un centro Covid ma speravo che comunque mi aiutassero visto che il loro mestiere è aiutare la gente. Mi sono recata personalmente, con lui e con alcuni familiari. I presenti non hanno mosso un dito per cercare di rianimarlo. Continuavano a ripetere “siamo un centro Covid”, alle mie urla di rabbia e disperazione, di esortazione, di sollecitazione, ho detto loro che erano dei medici e che non si smette mai di essere medici, indipendentemente dalla struttura nella quale si lavora, che non esiste solo questo caxxx di Covid! Dopo circa 15 minuti.
Si sono degnati sprezzanti, urlandomi “se non la smette di gridare non faccio più niente”. Ma si può avere risposta simile? Sottolineo che, nonostante fossi disperata, addolorata perché per me lui era come un figlio, ero lucida e sono sempre stata molto educata. Abbiamo fatto dei sacrifici enormi per questo ragazzo, sacrifici inimmaginabili.
Magari mio fratello sarebbe morto lo stesso, ma la mancanza di umanità mi ha fatto schifo! Sarà la magistratura a fare il proprio corso. Quello che è certo è che nel nostro paese non può non esserci un presidio ospedaliero, non è possibile avere risposte del genere, non è possibile non muovere un dito. Si faccia qualcosa e lo si faccia subito“.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)