La voce del Liceo Silvestri
Portici, riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta di un gruppo di docenti del Liceo Scientifico Statale Filippo Silvestri
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL MINISTRO PER L’ISTRUZIONE
AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE VINCENZO DE LUCA
ALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI LUCIA FORTINI
AL SINDACO DI PORTICI VINCENZO CUOMO
ALLE STUDENTESSE E AGLI STUDENTI DEL ‘LICEO SCIENTIFICO STATALE F. SILVESTRI’ E AI LORO GENITORI
ALLA CITTADINANZA TUTTA
AGLI ORGANI DI STAMPA
Siamo un gruppo di docenti del Liceo Scientifico Statale Filippo Silvestri di Portici, Napoli, e la presente lettera aperta si innesta sul dibattito relativo alla ripresa delle attività scolastiche in presenza già avviato dai colleghi del Liceo Scientifico Statale Leon Battista Alberti e di altre scuole di Napoli.
Proponiamo le nostre considerazioni anche alla luce dell’Atto di richiamo n. 2 del 28/01/21 emanato dal Presidente della Regione Campania che preoccupa laddove rileva un aumento dei contagi da Coronavirus in concomitanza con la ripresa delle attività didattiche nella scuola primaria e nelle scuole medie
«…nell’odierna riunione con l’Unità di Crisi regionale è stato rappresentato che, in concomitanza con la ripresa in presenza delle attività didattiche della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado sono stati rilevati, nella settimana scorsa ed in quella in corso, plurimi casi di contagi in ambito scolastico, anche riferiti ad intere classi, nonché diffuse situazioni di assembramento nei pressi degli istituti scolastici, pericolosi per il rischio di contagi connesso al mancato rispetto della distanza interpersonale di sicurezza…»
riferendo subito dopo che
«… nella medesima seduta dell’Unità di crisi è stato riferito di un trend in aumento del numero dei contagi e dei ricoveri di degenza Covid-19.»
Il documento dunque rileva che dalle scuole già si sta allargando il contagio e raccomanda ai Dirigenti scolastici
«… di adottare misure di massima prudenza nella organizzazione delle attività scolastiche, assicurando in particolare:
1) che la presenza in aula delle singole classi sia disposta in misura non superiore al 50 % (misura minima prevista dal DPCM 14 gennaio 2021), assicurando il collegamento on line da parte della restante platea scolastica, preferibilmente in modalità sincrona;
2) che venga consentito ai genitori degli alunni, nel rispetto della misura sopra prevista, di optare per la fruizione della didattica a distanza;
3) che in ogni caso venga disposta, su richiesta, la fruizione dell’attività didattica a distanza agli alunni con situazioni di fragilità del sistema immunitario, proprie ovvero di persone conviventi, o comunque sulla base di esigenze adeguatamente motivate;
4) che non venga differenziato l’orario di ingresso degli alunni, assicurando piuttosto il rispetto dei limiti percentuali di presenza in aula degli alunni medesimi attraverso adeguate misure di rotazione».
La prima fase della pandemia in Campania è stata superata grazie al grande sacrificio collettivo imposto da un lockdown ferreo durante il quale la Scuola ha continuato a prendersi cura dei suoi allievi esperendo tutte le possibilità offerte da quella stessa DaD della quale oggi vengono messi in evidenza solo gli aspetti negativi, trascurando il fatto che, da marzo a giugno 2020, molti studenti ne hanno beneficiato anche positivamente, in termini di socialità, potendo conservare un ritmo di vita pressoché normale e trovando spesso ad ascoltarli, ad ogni collegamento, docenti che hanno saputo assicurare la continuità del dialogo educativo, sostenendoli allo stesso tempo sul piano emotivo.
Pur considerando ovviamente la scuola in presenza la “vera” scuola, riteniamo che in questo momento storico gli istituti scolastici siano luogo di potenziali focolai, spazi senza alcuna socialità, strutture “ospedalizzate” e non comunità vive.
Riteniamo che gli assembramenti agli ingressi e alle uscite siano estremamente pericolosi e che potrebbe essere molo probabile che gli alunni si ammalino e diffondano il contagio in famiglia.
Le misure a tutela della salute pubblica, quali mascherine, finestre aperte, banchi distanziati ed eventuali termoscanner non sembrano infatti essere sufficienti a contrastare la diffusione del virus nelle aule scolastiche specie a fronte dell’elevata contagiosità, e, si teme, letalità, di alcune delle varianti in circolazione (per la variante inglese, stime suggeriscono un incremento dell’ordine del 50%
https://www.abc.net.au/news/health/2021-01-13/how-transmissible-is-new-uk-covid-variant-b117/13053548 )
È necessaria quindi maggiore attenzione per scongiurare una probabile terza ondata e ulteriore tempo per mettere seriamente in atto misure dal punto di vista dell’edilizia, del potenziamento dei trasporti, della vaccinazione per il personale tutto della scuola per la tutela della salute pubblica.
Noi firmatari della presente lettera chiediamo ad alta voce che immediatamente si superino i dubbi, le polemiche e i tentennamenti che ci tengono in stallo e che, onde evitare una dannosa altalena di aperture e chiusure, si dica con onestà e con chiarezza che nelle attuali condizioni di affollamento e di diffusione della pandemia le scuole della Campania non hanno i mezzi per garantire la sicurezza del personale e degli studenti.
Al momento, fino a quando non potranno essere garantite condizioni di sicurezza valide e supportate da dati scientifici certi, l’unica soluzione che ci appare perseguibile per conciliare istruzione, socialità e salute, pur con tutti i limiti che la rendono non sostitutiva della didattica in presenza, è la DaD, in linea con i provvedimenti presi in questo senso anche in altri Paesi europei.
Rifiutiamo dunque di essere cavie di un esperimento e non intendiamo aspettare che la situazione vada fuori controllo prima di potervi porre rimedio.
Concludiamo citando le parole di Massimo Recalcati: «Nel mondo reale siamo costretti a fare esperienza dell’impossibile. Gli insegnanti che si sono sperimentati in quest’anno nel lavoro con la DAD hanno dato prova di tenere conto dell’impossibile nel processo di formazione non arretrando sul loro desiderio di insegnare ma adeguandolo alle asperità imposte dal reale.»
Formare è quindi insegnare resilienza, è cultura che va oltre un virus, è continuare ad operare con altri mezzi per garantire un momento educativo che si svolga in un’atmosfera serena, è senso di comunità che prosegue in modo sicuro, è trasmissione di sapere ma soprattutto stimolazione degli studenti a produrre autonomamente sviluppando il pensiero critico.
Un gruppo di docenti del Liceo Scientifico Statale Filippo Silvestri
(Fonte: Lo Speakers Corner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)