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Campania maglia nera del rapporto ‘Ecomafia 2020’, Zinzi (Lega): ‘fallimento del governo in materia di ambiente’

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Gianpiero Zinzi_gazzetta di caserta

Purtroppo sempre in testa alle classifiche dei reati contro l’ambiente, seguita nel 2019 da Puglia, Sicilia e Calabria (prima regione del Sud come numero di arresti), nel rapporto Ecomafia 2020, maglia nera è proprio la Campania. 

E come ogni anno, in queste quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa si concentra quasi la metà di tutti gli illeciti penali accertati grazie alle indagini, esattamente il 44,4%.

La Lombardia, da sola, con 88 ordinanze di custodia cautelare, colleziona più arresti per reati ambientali di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia messe insieme, che si fermano a 86. Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019, e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld.

A spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 371 clan (3 in più rispetto all’anno prima), attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.

A guidare la classifica per numero di reati è la Campania, con 1.930 reati, seguita a grande distanza dalla Puglia (835) e dal Lazio, che con 770 reati sale al terzo posto di questa classifica, scavalcando la Calabria.

A tal proposito l’on. Gianpiero Zinzi, capogruppo Lega in Regione Campania e presidente della Commissione Terra dei Fuochi, ecomafie e bonifiche del Consiglio regionale nella passata legislatura, ha così commentato il rapporto: “Il primato negativo della Campania in materia di illegalità ambientale impone una riflessione sulle azioni compiute finora e sugli strumenti da mettere in campo” – dichiara il consigliere Zinzi.

Un dossier – continua la nota dell’on. Zinzi – che fotografa il fallimento della filiera di governo in materia di ambiente. Se l’abbandono incontrollato di rifiuti è in gran parte dovuto allo smaltimento fuorilegge da parte delle aziende che lavorano in nero, la mancata rimozione e l’alto numero di microdiscariche ancora presenti sul nostro territorio trovano nella cattiva gestione politico amministrativa la ragione di questo fallimento. In campagna elettorale De Luca – conclude Gianpiero Zinzi – promise di cancellare la Terra dei Fuochi in un anno, questi dati invece certificano che l’emergenza ambientale non va sottovalutata e che merita un approccio serio e senza sconti”.(Fonte: Gazzetta di Caserta – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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