‘Recovery Fund’: ‘opportunità o ennesimo spreco?’ di un governo sempre pronto a penalizzare il Sud?
Oramai in Italia siamo abituati agli sprechi della Pubblica Amministrazione,che annualmente ammontano a oltre 200 miliardi di euro, eppure, secondo la nomenclatura del Paese, il problema è rappresentato dall’evasione fiscale, che ne “pesa” economicamente la metà.
Ecco perché non si comprende, nella logica del tutto, come mai la “crociata” contro gli evasori stia rappresentando la psicosi dell’esecutivo centrale, che continua in una politica catarattica nei confronti di tanti altri problemi.
Ultimamente anche il Recovery Fund è divenuto il cruccio fondamentale, anche in considerazione del fatto che nel grande progetto Recovery Plan Italia, il premier sta pensando alle riforme strutturali più che a far ripartire l’economia di base.
“E questo dettaglio ci preoccupa e non poco – esordisce il presidente di ‘OroItaly’ Salvio Pace – anche in relazione al fatto che la nostra economia è ben lungi dall’essere ripartita attraverso la pioggia di bonus-contentini che non hanno funto nemmeno da palliativo“.
Il presidente del sodalizio degli orafi ha poi concluso: “Il mondo produttivo in Italia è formato dal 95% di piccole e piccolissime realtà molte delle quali gravitano nell’orbita dell’artigianato, l’eccellenza del made in Italy, eccellenza probabilmente dimenticata dal governo che adesso ci accinge a spendere i 209 mld del Recovery Fund in riforme strutturali che garantiranno la ripartenza dell’economia tricolore nel nord del Paese, non certo al Sud, dove ancora si annaspa tra chi alza la saracinesca e chi l’ha abbassata per sempre“.
Al presidente Pace fa eco Gianni Lepre, economista, Segretario Generale di “OroItaly” e presidente del “Club delle Eccellenze” di Confesercenti Campania e Molise:
“In effetti il nodo del Recovery Plan Italia è proprio rappresentato dalle riforme strutturali che si intendono portare a compimento utilizzando il gettito europeo; l’impressione è che il governo, tanto per cambiare, voglia riqualificare le infrastrutture già esistenti, garantendo così la ripartenza del Sistema Paese con il Nord motore d’Italia ed un Sud sempre più a traino”.
Lepre ha poi continuato: “Lavoro, infrastrutture ed eliminazione delle disuguaglianze, queste le parole di un premier che vedo sempre più lontano dai problemi reali delle imprese italiane, sembra che se stia parlando di un altro Paese, come se in Italia Infrastrutture, disuguaglianza e lavoro siano le prerogative di imprese e famiglie per mettere il piatto a tavola. Per questo, onestamente, resto basito“.
Il prof. Lepre ha poi concluso: “Il Sistema Paese, adesso come adesso, ha bisogno di flebo di liquidità per tornare ad aprire le serrande dei negozi; i bonus, caro presidente Conte, trasformiamoli in incentivi al merito, perché l’Italia si salva con il coraggio e non con la propaganda“.
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