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Attualità

I fenomeni del basket casertano

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Nella regione Campania, un luogo nel quale il calcio è sempre stato lo sport preponderante, esiste una città che vive il basket con passione e tradizione. Parliamo di quella Caserta conosciuta non solo per il suo palazzo reale di borbonica memoria, ma anche per la passione dei suoi cittadini per la palla a spicchi. E non vi è alcun dubbio che la grande tradizione del basket casertano, e di conseguenza campano, sia totalmente riflessa nella società conosciuta come Juvecaserta, che è anche l’unica franchigia del Sud Italia ad aver mai vinto un titolo di campione nazionale. Parliamo, dunque, di una realtà senza tempo la quale nonostante sia decaduta dopo due fallimenti ed altrettante rifondazioni, milita comunque oggi nel campionato di A2 nazionale e punta a tornare quanto prima nel proscenio più prestigioso del basket nostrano. Tra i principali diffusori di questa passione assoluta ci sono un padre e un figlio di sangue casertano, ossia Ferdinando e Alessandro Gentile, e ovviamente Vincenzo Esposito.

Nando, il play

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Cresciuto fin da piccolo con l’amore per la palla a spicchi, nonostante in molti dei suoi amici preferissero il calcio, Ferdinando Gentile, detto Nando, sarebbe stato fin da giovanissimo uno dei principali esponenti del basket di stampo casertano. La possibilità di imparare per strada, nei campetti in stile nordamericano, e le sue abilità innate lo fecero partire a razzo da adolescente, periodo nel quale diede subito dimostrazione di grande talento e acume tattico. Formatosi nella squadra della sua città, con la quale debuttò nel 1982, Nando fece capire subito di essere un predestinato per via del suo palleggio di livello assoluto e della sua capacità senza eguali di trovare le migliori opzioni di passaggio per i compagni più liberi. Sulla sua forza mentale si basò il grande progetto della vittoria dello Scudetto nella stagione 1990-91 insieme ad altri giocatori di assoluto livello come Sandro dell’Agnello e il compaesano Vincenzo Esposito. Adesso a capo dell staff tecnico della Juvecaserta, Nando continua ad essere il punto di riferimento per i giovani casertani che vogliono imparare da lui, come accaduto con suo figlio Alessandro.

Esposito, l’americano

Un altro protagonista della grandissima cavalcata dell’allora Phonola Caserta verso la conquista del titolo nazionale di inizio anni ’90 fu Vincenzo Esposito, due anni più giovane di Gentile ma già a soli 22 anni in grado di cambiare l’andazzo di una partita con le sue giocate. Dopo aver debuttato a soli 15 anni, la guardia di 1,94 cm fece la storia della Juvecaserta prima di passare alla Fortitudo Bologna nel 1993 e poi partire per il Canada due anni dopo per venire ingaggiato dai Toronto Raptors in qualità di primo italiano ad approdare in NBA. Dotato di un talento cristallino, Esposito visse però un’involuzione graduale dopo essere arrivato nel campionato nordamericano, nel quale non riuscì a lasciare in segno nei Raptors, una delle squadre oggi con più opzioni di far bene nell’NBA come indicato dalle scommesse sul basket con una quota di 17 l’8 luglio riguardo la vittoria del torneo nordamericano. Tornato in Italia nel 1996, Esposito avrebbe poi proseguito la carriera in varie squadre ma senza più incidere come prima, mentre adessso da allenatore sta raccogliendo ottimi frutti.

Alessandro, la guardia

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Nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, ma poi trasferitosi a Milano, Alessandro è colui che tra i tre figli di Nando (anche gli altri due sono cestisti) è riuscito ad arrivare più in alto. Il classe 1992 , che ha da poco lasciato Trento dopo una separazione consensuale, ha vissuto anch’egli un inizio di carriera travolgente per poi andare gradualmente perdendo forza e incisività. La sua miglior epoca è stata dal 2013 al 2017, quando ha conqusitato due titoli italiani con Milano, un titolo israeliano con l’Hapoel Gerusalemme e un campionato greco con il Panathinaikos, oltre a spiccare anche in una serie di partite importanti con la nazionale italiana. Guardia tiratrice, ma anche abile nelle entrate, Alessandro ha più forza fisica del padre ma meno classe e tecnica individuale, sinonimo anche di un netto cambio del modo di giocare a basket negli ultimi anni.

Da Gentile padre a Gentile figlio, passando per Esposito, il basket casertano ha comunque dato all’Italia tre talenti indimenticabili per quanto dimostrato sul campo.

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