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Attualità

AMBC: “Un’altra città è possibile”

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MONDRAGONE – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa fattoci pervenire dall’Associazione Mondragone Bene Comune: “È partita la fase due, quella chi ci obbliga a “convivere con il virus” che durerà molti mesi, per poi arrivare a una fase tre di lunga e incerta durata (a proposito di fase due: qualcuno ha controllato la sanificazione degli ambienti di lavoro prima della riapertura?).

Cosa si dovrebbe fare per organizzare al meglio questa fase e quella successiva? L’Istituto Superiore di Sanità ha stabilito che i principali luoghi di contagio sono stati e verosimilmente saranno: le RSA (Residenza sanitaria assistenziale) e le Case di riposo, le abitazioni private, i luoghi di lavoro e gli ospedali. Bisognerebbe quindi porre l’attenzione verso gli ambienti chiusi ad alta densità e attraversamento di persone, mentre si continua a confermare una certa ossessione per il controllo dello spazio pubblico aperto e della libertà di attraversarli, puntando solo e sempre alla colpevolizzazione dei comportamenti individuali, non senza qualche eccesso e qualche abuso.

Sono sempre di più coloro- e noi tra questi- che pensano che per uscire da questa situazione sia soprattutto necessario liberare e ripopolare in modo responsabile (e distanziato) gli spazi pubblici e rinforzare la sanità territoriale. Su quest’ultimo aspetto Pacifico è stato finora particolarmente assente e neppure nella recente video lettura ha fatto accenno alla sanità territoriale. Perché il sindaco (inadempiente sul C.O.C.) non informa la città sulle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) e, in particolare, sulla quella di riferimento per Mondragone?

E non ci informa sulla procedura per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, sul tracciamento dei casi e sul percorso per il tamponamento delle categorie a rischio? Chi deve informare la città su questo?

In ordine, invece, al ripopolamento responsabile degli spazi pubblici, occorre soprattutto: 1. Pedonalizzare gran parte della città e riorganizzare i suoi spazi, liberandola dalle auto e puntando alla mobilità attiva a piedi o in bicicletta e alla micro mobilità, sia per permettere a bar, pizzerie e ristoranti (e locali vari) di poter occupare con tavolini distanziati il suolo pubblico (abbonando loro la relativa tassa per qualche mese), sia soprattutto per ridare ai più piccoli, alle bambine e ai bambini (e, quindi, a tutti), la possibilità di chiudere tablet, telefonini e televisione e di “prendere aria”, di passeggiare, di giocare e di vivere di più all’aperto.

Considerando anche che le stesse attività didattiche (quando sarà) si possano svolgere di più all’aperto, come le funzioni religiose e le attività culturali. 2. Riorganizzare i tempi e i modi di vita della città, progettando un Piano degli orari della città in grado di ampliare e differenziare gli orari di ingresso al lavoro, nelle scuole, nei servizi pubblici e privati, nei servizi commerciali, nel tempo libero e nella fruizione della cultura per evitare assembramenti e per rendere agevole il necessario distanziamento. 3. Curare di più la nostra città, rispettando innanzitutto i “beni comuni”, troppo spesso subordinati a quelli privati, dicendo basta al consumo di suolo e convincendoci che un ambiente urbano è buono e vivibile se è fatto soprattutto di verde curato (pubblico o privato che sia) e di tanti alberi, di agricoltura urbana, di fontane pubbliche, di strade e di piazze pedonalizzate e ciclabili, di panchine, di lentezza e di sostenibilità, di pulizia, decoro e bellezza, di cultura diffusa, di solidarietà, di vicinato e di ritrovata comunità.

Terminiamo segnalando che in occasione della Giornata Internazionale della Danza, la cui celebrazione è fissata per venerdì 8 maggio, sulla piattaforma Mymovieslive verrà diffuso in streaming gratuito un dibattito in diretta tra esperti di danza, cinema, danzatrici e coreografe, seguito dal film ”Pina”, tributo di Wim Wenders all’arte unica e visionaria della grande coreografa tedesca, Pina Bausch, scomparsa nell’estate del 2009 www.mymovies.it/film/2011/pina/live.

E ricordandoci che a fare la differenza in questo periodo saranno la responsabilità e il rispetto di ciascuno di noi nei confronti degli altri”.

L’articolo AMBC: “Un’altra città è possibile” proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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