L’App del governo per tracciare i contagi si chiamerà “Immuni”. Come funziona
CASERTA – Si chiamerà “Immuni” l’app di contact tracing necessaria a tenere sotto controllo la diffusione del virus durante la Fase 2. Il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha firmato oggi l’ordinanza con cui dispone la stipula del contratto di cessione gratuita della licenza d’uso sul software e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons, la quale si occuperà anche degli aggiornamenti necessari nel corso dei mesi.
Si tratta del progetto selezionato dal gruppo di esperti insediato al dicastero dell’innovazione, proposto al premier dalla ministra Paola Pisano il 10 aprile 2020 e ora sottoposto al vaglio del team Colao. La app Immuni, che non sarà obbligatoria, ma scaricabile solo in modo volontario, si compone di due parti. La prima è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth.
Attraverso il Bluetooth è possibile rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro e ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Una volta scaricata, infatti, la app conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino.
La seconda funzione di Immuni, invece, è un diario clinico contenente tutte le informazioni più rilevanti del singolo utente (sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci) e che dovrebbe essere aggiornato tutti i giorni con eventuali sintomi e cambiamenti sullo stato di salute.
L’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, ha spiegato il commissario Arcuri, precisando che verrà prima avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota.
“Speriamo in una massiccia adesione volontaria dei cittadini”, ha proseguito l’ad di Invitalia, sottolineando come “il sistema di tracciamento dei contatti ci servirà a capitalizzare l’esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare”.
Per essere efficace, infatti, Immuni dovrà essere scaricata dal 60 per cento degli italiani. Un’impresa certo non semplice.
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