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Granatello, il forte dimenticato

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Il Fortino del Granatello, di cui rimangono pochissime tracce, rischia di cadere nell’oblio totale. La sua storia è stata ricostruita con la collaborazione di Stanislao Scognamiglio

Nell’area del Granatello,  in tenimento di Portici, alla località litoranea detta delle Mortelle – dai numerosi arbusti di mirto che vi crescevano – nel 1537, durante il periodo vicereale spagnolo venne edificata una torre di avvistamento costiera.

Pensate per arginare le frequenti incursioni saracene e corsare del XVI e XVII secolo, le fortificazioni a pianta quadra erano posizionate lungo la linea di costa così da essere in vista con la precedente e con la successiva: segnalavano con fumo e fuoco l’approssimarsi dei nemici.

La torre del Granatello era stata eretta su un lembo proteso sul mare detto Capo del Fico. Il promontorio si era formato con le lave eruttate dal Vesuvio nel dicembre del 1631, che dalle Mortelle si pinsero verso il largo per quattrocento metri.

Nel 1738, per volere di Carlo di Borbone, la vetusta torre costiera vicereale venne restaurata e inglobata in una struttura difensiva più ampia, il Forte del Granatello.

Edificato su progetto dell’ingegnere del Genio militare Giovanni Antonio Medrano (1703-1760), venne realizzata dall’architetto spagnolo Luiz Barrios, comandante del Corpo del Genio, con la collaborazione di Ferdinando Fuga (1699-1782) di Ferdinando Sanfelice (1675-1748).

Nel 1799, all’epilogo della Repubblica Napoletana, i giacobini si asserragliarono nel fortino, ma l’esercito della Santa Fede del cardinale Ruffo lo espugnò a cannonate

Dopo la caduta dei Borbone il forte cominciò il suo declino.

Nel 1873, per ordine del Governo italiano, dopo averne minato le fondamenta, venne definitivamente abbattuto con cannonate sparate dal mare. Le pietre del forte del Granatello vennero trasportate a Napoli e utilizzate come fondamenta del lungomare, l’odierna via Francesco Caracciolo.

Oggi non è rimasta quasi più traccia dello storico fortino. Molti addirittura ne ignorano l’esistenza. L’unico elemento visibile è parte del basamento del caposaldo che poggia sulla sommità della spiaggia delle Mortelle, inglobato nella massicciata della strada superiore.

Andando a rilassarsi al mare la gente forse non ha voglia di tediarsi pensando al passato.

Del resto, non c’è neanche una targa che ricordi che lì un giorno c’era un baluardo dove erano di stanza soldati napolitani a difesa della Reggia.

Per questo abbiamo voluto ricordare il Fortino del Granatello. Non è uno strano pezzo di muro contro il quale magari si può appoggiare la bicicletta o un occasionale riparo dal sole: fa parte della storia di Portici.

E non va dimenticato.




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(Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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