Figli di Portici famosi: fra Aniello Francesco Saverio Maresca
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Aniello Francesco Saverio Maresca è nato nella località Cavone, frazione del comune di Piano di Sorrento, in provincia di Napoli, l’11 maggio 1827.
Dai suoi genitori, Pasquale Mariano Esposito e Rosa Maria Aversa, coloni in villa Massa, è stato battezzato lo stesso giorno nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Lauro in Meta di Sorrento.
Nella cittadina natia, completati gli studi inferiori, ha frequentato per tre anni l’Istituto Nautico.
Avendo manifestato il desiderio di seguire la vita religiosa, è partito per Portici, per entrare nel convento di San Pietro d’Alcantara del’Ordine dei Frati Minori Alcantarini.
Entrato nel convento alcantarino al Granatello, il 17 settembre 1844, vestito l’abito francescano, ha preso il nome di Sempliciano della Natività.
Ha proseguito la formazione in diversi conventi della Provincia Napoletana di S. Pietro d’Alcantara.
L’11 maggio 1848, ha emesso la professione perpetua nel convento di Santa Maria Occorrevole a Piedimonte d’Alife.
Tornato di casa nel convento porticese, qui, mentre attendeva agli studi, in attesa di essere ammesso poi al noviziato, nella mattinata di domenica 23 settembre 1849, ha incontrato l’esule papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti; Senigallia, Ancona, 13 maggio 1792 – Roma, 7 febbraio 1878).
Pervenuto al cospetto del sommo pontefice, si è prostrato ai suoi piedi e ne ha ricevuto la paterna benedizione.
Nell’anno 1851, è stato ordinato presbitero e ha ottenuto anche l’abilitazione o “patente” di predicatore.
Ha trascorso i due anni successivi all’ordinazione sacerdotale nel convento di Portici.
Nel 1853, con regio decreto, ha assunto «… a livello civile il cognome Maresca. Suo nonno paterno, Giuseppe, era stato un orfano allevato da quella famiglia, per cui gli era stato attribuito il cognome Esposito, passato ai suoi figli».
Nell’anno 1853, ha dato inizio ai suoi trasferimenti nei vari conventi della Provincia Napoletana di San Pietro d’Alcantara.
Dal 1853 al 1855, è stato di comunità nel convento di San Francesco a Pietramelara,
Durante la sua permanenza pietramelarese, ventiseienne, «… affetto da una grave malattia all’apparato respiratorio, che i medici ritenevano tisi».
Sempre più peggiorando l’affezione tracheale al punto da versare in fin di vita, è stato trasferito in una località dove potesse godere di un clima più mite.
Pertanto, dal 1855 al 1858, è stato di casa al convento di Santa Lucia al Monte a Napoli.
Qui, nel 1858, ha fatto ricorso all’intercessione di san Giuda Taddeo Lebbeo (… – Persia, 28 ottobre 70), «… l’apostolo invocato per i casi più disperati a causa dell’omonimia con l’Iscariota».
Dopo sei anni d’infermità, finalmente guarito, nel 1859, è passato al convento di Santa Teresa a Torre Annunziata,
Dopo una breve permanenza preso il cenobio oplontino, è nuovamente di casa a Portici.
Presso il convento di San Pasquale Baylon al Granatello, «… oltre a impegnarsi nel ministero sacerdotale e nella diffusione del culto di san Giuda», ha dato vita a una scuola popolare gratuita per i figli del popolo, «… per riscattarli dalla povertà e dai pericoli della strada».
Nel 1868, in segno di riconoscenza all’apostolo, considerato artefice della sua guarigione, ha scritto e pubblicato una biografia del Santo.
Il 5 giugno 1869, chiamato a Roma, ha assunto l’ufficio di Segretario della Provincia dei Frati Alcantarini e Recolletti.
presso la Curia generalizia, con sede nel Convento di Aracoeli, dedicandosi a una profonda opera di riforma dell’Ordine, ha lavorato a stretto contatto con il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, padre Bernardino Dal Vago da Portogruaro = Giuseppe dal Vago (Portogruaro, Venezia, 15 gennaio 1822 – Quaracchi, Firenze, 7 maggio 1895).
Nella città dei papi, «… attento alle necessità dei sofferenti, prestò la sua opera di esperto padre spirituale alle giovani donne, vittime di una vita disordinata, ricoverate presso l’ospedale romano della Consolazione, riconducendone molte ad una vita autenticamente cristiana».
A tal fine, nel 1879, ha fondato «… l’Ospizio di S. Margherita, incoraggiato dal Papa il Beato Pio IX, dal Ministro generale dei Frati Minori e Servo di Dio P. Bernardino da Portogruaro e dagli stessi Reali d’Italia».
Dando continuità alla sua opera, nell’anno 1886, ha fondato a Roma la Congregazione della Suore Francescane dei SS. Cuori.
Fra Sempliciano della Natività, al secolo Aniello Francesco Saverio Maresca, «… presso S. Balbina, nell’Ospizio che egli stesso aveva fondato per accogliere le donne convertite e per dar ad esse una formazione», muore a Roma, in concetto di santità, il 25 maggio 1898.
Il 15 marzo 1997, l’arcivescovo di Capua, monsignor Luigi Diligenza (Arzano, Napoli, 10 febbraio 1921 – ivi, 25 maggio 2011), accogliendo l’istanza delle Suore Francescane dei SS. Cuori e di molti devoti, ha avviato formalmente la prima fase del processo «… di beatificazione e canonizzazione di colui che i suoi contemporanei definirono “vero Angelo di beneficenza”».
Il 28 giugno 1999, monsignor Bruno Schettino Marigliano, Napoli, 5 gennaio 1941 – Capua, Caserta, 21 settembre 2012), arcivescovo di Capua ha concluso l’inchiesta diocesana.
Nel 2014, i consultori teologi (28 aprile) e i cardinali e vescovi membri della Congregazione per le Cause dei Santi (16 giugno) hanno dato parere positivo circa l’esercizio delle virtù eroiche da parte del Servo di Dio.
Il 16 luglio 2015, il cardinal Angelo Amato (Molfetta, Bari, 8 giugno 1938), prefetto della Congregazione, previa autorizzazione del sommo pontefice Francesco (nato Jorge Mario Bergoglio: Buenos Aires, in Argentina, 17 dicembre 1936) ha promulgato il decreto con cui padre Simpliciano della Natività è stato dichiarato Venerabile.
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