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Portici (NA). Tappeti ‘infiorati’ per San Ciro, da 243 anni patrono della città

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Porticesi e pellegrini provenienti da altre diverse località domenica 5 maggio hanno vissuto e celebrato il 243esimo anniversario del patronato di San Ciro sulla città vesuviana.

Nel 1767, il parroco della chiesa madre di Portici don Giuseppe Moscatelli, miracolosamente scampato alla terribile epidemia di peste bubbonica seguita alla terribile carestia, che nel 1764 ha afflitto la Provincia napoletana, vedendo in San Ciro l’artefice della guarigione, si è fatto promotore del patronato del Santo taumaturgo e martire sul casale di Portici.

Nel 1770, l’attento pastore di anime, sorretto dalla petizione generale di tutto il popolo porticese, ha prodotto e inoltrato alla competente Autorità ecclesiastica una regolare istanza per ottenere la proclamazione ufficiale di San Ciro a Patrono principale del casale.

L’1 luglio 1776, la Real Camera di Santa Chiara inoltra alla Sacra Congregazione dei Riti, esaminata la richiesta, l’ha proseguita alla Santa Sede in Roma.

Il 16 luglio 1776, il sommo pontefice Pio VI, accolta benevolmente l’istanza, con proprio decreto, ha proclamato San Ciro Patrono principale e tutelare del sulla Real Villa di Portici.

Al termine della solenne concelebrazione della Santa Messa in piazza, presieduta da monsignor Raffaele Galdiero, la prima domenica di maggio il popolo di fedeli, preceduto dalla tre storiche Arciconfraternite – Immacolata Concezione, Santissimo Sacramento e Buon Consiglio o San Luigi – in un compunto raccoglimento, ha seguito il simulacro del medico-martire alessandrino, portato in processione per le strade cittadine..

Com’è tradizione, anche quest’anno, in occasione dei festeggiamenti esterni, non è mancato l’ennesimo inveterato omaggio al Santo con la realizzazione di un tappeto di fiori.

Ben cinque realizzazioni, approntate da estemporanei o provetti infioratori, hanno colorato il selciato di alcuni tratti di strada o il sagrato della chiesa.

Eccetto la sola semplice cornice, fatta di petali di rose che racchiude la scritta Viva San Ciro, allestita all’altezza del civico 18 di via Guglielmo Marconi, le altre quattro presentavano un variopinto dipinto dalla complessa struttura, eseguito attenendosi a un tema fondante.

Vediamole in dettaglio:

Via Ernesto della Torre

 

 

 

Alfonso Togliatti e Aniello Gargiulo, con trucioli diversamente colorati hanno eseguito un cuore pulsante tra le scritte W SAN CIRO.

 

 

Via Michelangelo Naldi

Nel cuore dell’antico borgo porticese Ciro Alba, Salvatore Arciello, Antonio, Francesco Pio e Vincenzo D’Andrea, Giovanni Giglio e la figlia Luciana, Ilaria Mignano, Antonio La Tela, Antonio Minichini, Salvatore Minichino, Francesco Mondanaro con il figlio Davide, Gennaro Montagna, Vincenzo Parenti, Ciro Porpora, Maurizio Scarano, Giovanni Torre, Pasquale Vito del Comitato Cappella San Ciro, sotto l’esperta guida del provetto maestro Angelo Di Napoli, ispirandosi al passo del vangelo «… ero malato e mi avete visitato» (Matteo, 25, 31-46), hanno dato forma alla loro multicolore opera.

Un candido giglio, macchiato di sangue attraverso l’intercessione di San Ciro presso Dio padre, sublima verso il cielo per ottenere la salvezza dell’animo e del corpo.

La realizzazione del grosso quadro, sviluppato su una superficie di 65 metri quadri, è stata resa possibile grazie al sostegno della Zeno Fiori e della Fiengo Ceramiche.

Il team porticese, artisti del petalo dalla comprovata esperienza, utilizzando i petali di 18.000 garofani e multi materiali di origine vegetale, organica e inorganica, ancora una volta ha espresso la propria abilità e messo a nudo le capacità tecniche.

Ci si augura che dopo quest’ultima performance, possa concretizzarsi l’ipotesi dell’adesione del Comitato Cappella San Ciro tra i soci dell’Associazione Nazionale degli Infioratori Italiani – Infioritalia.

Per l’occasione, la pregevole opera d’arte, è stato ammirata da delegazioni di infiora tori appartenenti ai gruppi di infioratori salernitani: l’Infiorata di Casatori e Felline di San Valentino Torio e I Salatori di Nocera Superiore.

Alla composizione della figura, nel segno della continuità e della conservazione de L’Infiorata, ha contribuito un foto gruppo di giovanissimi, tra i quali figurava anche qualche portatore di handicap psico-fisico.

Un intenso quanto certosino lavoro ha impegnato il maestro Angelo Di Napoli nella produzione della sola immagine di San Ciro, in ogni suo più minuzioso particolare.

Per la sola composizione del volto sono stati utilizzati:

  • capelli e barba: canapa (stoppa idraulica) pettinata e sfumata con colore spray;
  • pelle: crusca, tritello di cereali, segatura di castagno;
  • contorno degli occhi: torba;
  • iride degli occhi; riso;
  • labbra: terra rossa per campi da tennis;
  • aureola: trucioli di alluminio;
  • contorno dell’aureola: fagioli neri, riso blasmato colorato oro, mais colorato oro, sfere di polistirolo glitterato.

Traversa di via Benedetto Croce – Via Scalea

 

Pietro Busiello, Fabio Cione, Giorgio faggio, Carmine Palumbo, Emanuele Vanacore, traendo spunto dalla Sacra Famiglia, su disegno schizzato dall’architetto Luca Zuccarini, hanno composto il loro quadro Unione e Famiglia.

Per comporre la figura, all’altezza del civici 19, su una superficie di circa 30 metri quadri, hanno usato sabbia colorata, corteccia di pino, terreno, brillantini.

Via Scalea, sagrato della chiesa parrocchiale del Santissimo Redentore

 

 

 

Erminio Cappiello, Luigi Esposito, Filippo Panzariello, con l’impiego di trucioli di legno e sabbia hanno rappresentato un orologio, le cui lancette ricordano i chiodi della Croce, nonchè, con altro materiale, il palmo di una mano tridimensionale con i trenta denari ricevuti da Guida per tradire il Cristo Gesù.

 

 

(di Stanislao Scognamiglio – Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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