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Attualità

Caiazzo. Eccidio di Monte Carmignano. Sorbo ribatte al giudice Albano ‘sconcertato’ per il suo libro

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La strage di Caiazzo e lo “sconcerto” del procuratore Albano per il mio libro:

s’intitola cosi la nota con cui l’ex sindaco Nicola Sorbo (nella foto in alto) ha affidato al web la sua replica al malcontento, evidentemente determinato dalla sua recente pubblicazione “Tra memoria ed oblio“, nel pubblico ministero reso famoso dal processo civile per l’eccidio di Monte Carmignano, nonché cittadino onorario di Caiazzo, Paolo Albano (nella foto qui accanto), a quanto pare risentitosi per alcuni passaggi ritenuti critici anche del suo operato giudiziario, come il seguente:

Non passò molto tempo che mi resi conto dei limiti di quella sentenza: aveva sancito la responsabilità personale degli imputati, ma non aveva restituito a quel delitto una ‘storia’, un ‘come’, un ‘perché’. Il dubbio è che sia stato proprio il conflitto tra le due magistrature a condizionare la ricostruzione dei fatti, diversa da come era stata proposta nello stesso volume di Agnone e Capobianco. Sta di fatto che l’accertamento della verità sulla strage di Caiazzo non ha convinto del tutto. La Corte, ad esempio, per stabilire come erano stati uccisi quei contadini, prese in considerazione lo scenario descritto da alcuni testimoni accorsi sul posto il giorno dopo, piuttosto che le ferite riscontrate sui corpi delle vittime da un ufficiale medico americano. Quanto fossero influenzate da suggestioni quelle deposizioni, Dio solo lo sa“.

Di seguito la risposta di Sorbo a delle obiezioni o contrarietà che, non essendo trapelate, possiamo solo immaginare:

Ho atteso qualche giorno prima di replicare alle critiche del dott. Albano sul mio libro perché dovevo smaltire un certo imbarazzo per quello che mi è parso un risentimento personale.

Sinceramente, ho trovato quelle critiche fuori luogo, quasi che su quel processo non sia permesso esprimere valutazioni divergenti.

E’ vero, non sono un giurista o uno storico, ma dopo trent’anni dedicati alle vicende legate alla strage di Monte Carmignano, mi sarà consentito di “condividere” con altri – giuristi e storici, glielo assicuro – opinioni diverse.

Ad esempio, non sono stato io ma Marco De Paolis, procuratore della Repubblica presso il tribunale militare di Roma, a definire “stravagante” la decisione di attribuire a un giudice ordinario – unico caso in Italia – la competenza a processare gli autori di una strage nazista.

Albano ritiene che il movente dell’eccidio sia “da rinvenirsi nell’odio profondo nutrito in quel frangente storico dai tedeschi nei confronti degli italiani ritenuti traditori”, ma a smentirlo sono i fatti, come efficacemente evidenziati da Carlo Gentile, tra gli storici più autorevoli di quel periodo storico: i tedeschi, che avevano ucciso in provincia di Napoli 826 civili e 745 in quella di Caserta, nelle stesse settimane ammazzarono in provincia di Avellino 5 civili, 9 in quella di Salerno, e 36 in quella di Benevento.

A cosa dovremmo attribuire queste macroscopiche differenze?

Ad una diversa considerazione degli italiani, che solo in alcune parti della Campania sarebbero stati visti dai soldati tedeschi come traditori?

Albano sostiene che la strage di Caiazzo sia stata un “crimine contro l’umanità” invece che un “crimine di guerra”, ma non è questa l’accusa che fu mossa a Lehnigk-Emden e Schuster.

Dal 1988 al 2005, in nessuna circostanza il procuratore Albano ha affermato che la strage di Caiazzo fosse un “crimine contro l’umanità”.

Avrebbe dovuto dimostrare che il massacro rientrava in un piano sistematico o diffuso e, soprattutto, che gli imputati erano a conoscenza di un più ampio contesto in cui la loro azione si inseriva, così che non si manifestasse come isolata o casuale.

Non lo ha fatto. Anzi, ha più volte escluso qualunque responsabilità dei comandi militari, a cominciare da quello della loro compagnia.

Se davvero qualcosa getta sconcerto, questo è il tentativo “a posteriori” di tenere in piedi l’impianto giuridico su cui poggiava il processo di S. Maria C.V., smantellato da successivi procedimenti contro crimini nazisti.

Quella sentenza ha sancito la grave responsabilità degli autori della strage di Monte Carmignano. Non è poco.

Ma ora il dott. Albano lasci che il “suo” processo lo sia anche di tutti noi, liberi di discuterne.

(Nicola Sorbo – Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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