Pesante debacle per la Casertana
Inatteso e doloroso stop della Casertana, che è sconfitta davanti al proprio pubblico per mano del Latina, diretta avversaria per la salvezza. La sconfitta ha gettato il pubblico di casa nella più profonda contestazione e nel più tetro sdegno, soprattutto verso la dirigenza, apostrofata con tutti i termini. Dovranno cadere sicuramente delle teste, ma prendersela con D’Agostino &co. mi sembra azzardato, considerando quanto fatto di buono negli anni precedenti e a prescindere – non lo si nega – dagli errori fatti quest’anno. Il mercato è stato sì fallimentare, ma attaccare una dirigenza che sta mettendo tutta sé stessa per il bene della “piazza” mi sembra troppo azzardato. Si dovrebbe provare a cambiare l’allenatore, Iori sta dimostrando limiti, e farlo in questo momento del campionato potrebbe essere opportuno. Per la cronaca, c’è da dire che il primo tempo è stato giocato molto bene dai falchetti, scesi in campo col piglio giusto per portare a casa i tre punti. Si sono così susseguite innumerevoli occasioni da rete per i rossoblù. Da ricordare quelle avute da Paglino al 15’ (alto, previo tiro di Deli), ancora Paglino al 25’ (bravo il portiere Zacchi a mettere in angolo), Deli al 34’ (poco a lato) e Collodel al 43’ (altra deviazione di Zacchi in corner). Per il Latina misera chance di Ciko al 17’. Sin dalle prime battute, si è capito che la ripresa sarebbe stata diversa. Dopo alcune flebili chance rossoblù, il gol che non ti aspetti: sugli sviluppi di un corner, tiro di Martignago, la palla rimpalla pericolosamente in area e va a Vona, che mette indisturbato dentro lo 0-1 (58’). Che beffa! A quel punto, la partita è totalmente cambiata. La Casertana continua ad attaccare, ma lo fa con nervosismo e frenesia, troppo scottata dal gol preso. Ci si mette pure il “Pinto”, sdegnato dal punteggio e che se la prende con la dirigenza. Il risultato è un’autentica odissea per i rossoblù, che subiscono persino lo 0-2 all’ 88’ per opera di Riccardi. Ora al diavolo le preoccupazioni e le recriminazioni su quello che è successo e quello che poteva essere fatto. Quello che conta è preparare quello da fare per uscire da questa situazione. Bisogna remare tutti verso la stessa direzione e dare tutto per questi colori, dalla ripresa del campionato (4 gennaio) fino all’ultima partita. Con o senza D’Agostino al vertice.
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