*Le prediche inutili di Von Hayek* … l’editiriale di Vincenzo D’Anna
di Vincenzo D’Anna*
Cinquant’anni fa Friedrich August von Hayek, caposcuola delle teorie economiche liberal liberiste, fu insignito del premio Nobel per l’Economia. Insieme a gente del calibro di Ludwig Von Mises, Carl Menger e Raimund Popper, l’insigne intellettuale austriaco divenne famoso per aver dato vita alla cosiddetta “Scuola di Vienna”. Quegli intellettuali, fin dagli inizi del secolo scorso, trattarono pregevolmente varie discipline di natura economica, sociali ed epistemologicihe. Pensatori che finirono per contrapporsi alle teorie marxiste, prefigurando, con largo anticipo, lo sbocco tirannico sia del leninismo sovietico sia del nazionalsocialismo hitleriano. Insomma, Von Hayek & C. seppero navigare controcorrente opponendosi ai totalitarismi del ventesimo secolo, allorquando i totalitarismi dominavano il vecchio continente. Non furono, le loro, solo teorie economiche che valorizzavano il libero mercato di concorrenza, analisi puntuali che, al contempo, contestavano le ragioni sulle quali si reggevano gli Stati egemoni e liberticidi. Studi ben precisi su come la libertà economica (il diritto e la libertà di fare e di intraprendere) fossero intimamente connesse con le libertà politiche ed individuali. Analizzando i presupposti dell’egemonia dello Stato sugli individui, gli intellettuali della Scuola di Vienna indicarono per tempo i guasti generati dalle cosiddette “economie pianificate”. Dal fatto cioè che quei regimi senza libertà economiche ed individuali, poggiassero su di un non drammatico, erroneo presupposto : vale a dire il falso postulato che lo Stato (ovvero il partito e le nomenclature egemoni che lo avevano occupato ) fosse in grado di poter prevedere e programmare i bisogni, le necessità e l’esito stesso della vita di ciascun individuo, realizzando in tal modo la forzosa società degli eguali. Disponendo di tutti i mezzi lo Stato tirannico m disponeva di tutti i fini, quindi poteva anche prevedere e soddisfare tutti i bisogni. Ovviamente quei bisogni che il “pianificatore statale”, riteneva motu proprio, essenziali ed indispensabili. Abbiamo ancora innanzi agli occhi le tragedie e gli stenti vissuti dalle popolazioni dell’Urss e della Cina maoista, di Cubs e della Cambogia, costrette a giacere, per anni, sotto il pugno duro del regime e ad accontentarsi di quello che l’apparato centrale riteneva fosse necessario per il loro benessere e sostentamento. Secondo Von Hayek era questa fatale “presunzione” la base sulla quale si edificavano quei contesti di miseria, di fame, di schiavitù e di arretratezza! Non a caso il discorso di ringraziamento che Hayek pronunciò quando ritiro’ l’ambito premio, ebbe come titolo “La presunzione del sapere”. Ebbene, volendo rendere più semplice e comprensibile la cosa potremmo dire, ad esempio, che Socrate potrebbe essere considerato il primo economista di scuola liberale, per aver pronunciato la sua celebre frase “Io so di non sapere”. Come spiega Von Hayek, la libertà del mercato viene determinata dall’ignoranza dei vari fattori sociali ed economici che lo governano. Pensarete : E’ mai possibile che debba essere l’ignoranza a guidare il libero mercato di concorrenza e lo scambio di beni? Certamente sì! Infatti, se venditore conoscesse cosa intende comprare la massaia che si reca al mercato, non le offrirebbe la migliore merce al più basso prezzo possibile, temendo la concorrenxa degli altri venditori. Né la massaia conoscerà quali siano le condizioni dell’offerta di mercato riferita ao beni che le occorrono. La “non conoscenza”, ossia l’ignoranza, dei fattori che regolano la domanda e l’offerta determinano il prezzo più vantaggioso per l’acquirente che comprerà il prodotto più conveniente scegliendo , estemporaneamente, per il meglio. Nei monopoli statali invece il prezzo è già pre-stabilito e la tipologia delle merci, che viene offerta dal programmatore statale , sarà stabilita sulla scorta della presunta conoscenza di quali siano, ovvero debbano necessariamente essere, la “qualità” e la quantità dei beni che dovrà acquistare la clientela. Il che porta lo Stato a determinare il prezzo del prodotto, che ha imposto ai compratori, senza avere l’assillo della concorrente e della competizione. In questo sistema però la massaia troverà pochi prodotti al mercato: quelli resi disponibili dalla previsione statale e dovrà necessariamente adeguare i propri gusti e le proprie esigenze a quel tipo di merce. Il costo della mercanzia Sarà essendo stabilito a priori non avrà alcun tipo di rapporto con la qualità della merce stessa. Ma qual è la radice di questa “presunzione” e soprattutto da dove nasce? La risposta è semplice: dall’intimo convincimento che il marxismo, oppure un regime totalitario, fosse in grado di poter prevedere lo sbocco della storia, a cominciare da quelli del capitalismo e del libero mercato. Questo significa che prima ancora di ogni totalitarismo ad operare sia stato lo storicismo! L’illusione che il processo ideologico fosse indefettibile al punto tale da poter prevedere il futuro dei bisogni umani. Di poter prevedere e stabilire gli esiti stessi dell’agire umano!! Nel nostro Belpaese Von Hayek fu tradotto tardivamente, ancorché in America il Reader’s Digest del suo libro “La via della schiavitù”, una delle opere di maggior rilievo, vendeva dieci milioni di copie!! Se c’è un danno permanente prodotto dall’egemonia culturale della sinistra in Italia è proprio quello di aver influenzato ed egemonizzato il mercato dei libri, di aver censurato gli autori ritenuti più “scomodi”. Compreso Von Hayek che pure seppe confutare più volte le tesi di J.M. Keynes sulla programmazione e sull’intervento statale in economia. Che dire? Alla fine anche per lui è valso quello che valse per un suo emulo, quel Luigi Einaudi che governò la banca d’Italia (con De Gasperi al governo) e che, non a caso, scrisse le “Prediche Inutili” dedicate ad una nazione ed una classe politica, troppo furbe e spesso troppo limitate culturalmente, per apprezzare i pregi della “ignoranza” hayekiana!!
*già parlamentare
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