Cultura: poeti in Vaticano per trovare parole di speranza nel nome del Cantico di san Francesco
Musica e poesia si sono levate in questi giorni all’interno della storica chiesa di San Francesco a Ripa, nel quartiere romano di Trastevere. L’occasione l’incontro internazionale di poesia “Nel nome del Cantico, dedicato all’ottavo centenario della morte di San Francesco”, che si è chiuso il 4 dicembre scorso (dal 2 dicembre), e che ha radunato nell’antica chiesa, dove il poverello di Assisi visse e pregò durante le sue visite romane a Papa Innocenzo III, 16 poeti da tutto il mondo. Ad organizzare l’evento il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, guidato dal Prefetto, card. José Tolentino Calaça de Mendonça, in collaborazione con il Comitato nazionale per la Celebrazione dell’Ottavo Centenario della morte di San Francesco, presieduto da Davide Rondoni, entrambi poeti. Davanti a un pubblico attento e appassionato gli artisti hanno dato vita, il 2 dicembre, ad un ‘reading’ presentando le loro opere ispirate “ai valori francescani di armonia con la natura e connessione spirituale”.
“Abbiamo bisogno di poeti che ci aiutino ad amare il mondo e a trovare parole di speranza. Abbiamo bisogno della riserva di umanità e di visione che i poeti rappresentano”
ha detto il card. Tolentino, prendendo spunto dalla prefazione del libro “Nel nome del Cantico” che raccoglie le poesie declamate nell’incontro, scritta insieme a Rondoni. “La povertà di Francesco – ha aggiunto – non era la miseria. La povertà è un certo sguardo su tutto come ‘non proprietà’, come ‘segno.’ Così erano guardate le donne amate dai poeti provenzali e poi dello Stil Novo e poi Dante. Amata perché non mia. La gentilezza dei cuori si dimostra conoscendo la differenza fra amore e possesso. In quei poeti andava in scena la povertà che Francesco sposa e compie nel suo amore senza possesso al mondo intero”. Altro tema risuonato durante l’incontro è stato quella della natura, toccato dai vari poeti che si sono susseguiti nel reading, sullo sfondo del Cantico delle Creature: “Francesco che amava tanto ‘l’Altissimu’ da belare, ci dicono i testimoni, mentre pronunciava il Suo nome di bimbo incarnato, alza una lode. E la alza al creato segno di Lui, non alla Natura come entità perfetta”.
Poeti pellegrini. Durante i giorni dell’Incontro i poeti, oltre a riflettere su come la poesia può promuovere pace e fratellanza, si sono recati in pellegrinaggio ad Assisi dove hanno visitato i luoghi simbolo della vita di San Francesco (Sacro Convento di San Francesco d’Assisi e Porziuncola), “ispirandosi alla loro bellezza, ai paesaggi e all’eredità spirituale che hanno dato origine al Cantico” e partecipato alla fiera dell’editoria di Roma “Più Libri Più Liberi” dove, dialogando con il pubblico, hanno condiviso impressioni e ispirazioni nate in occasione dell’incontro internazionale. Tutti si sono ritrovati intorno alla persona di San Francesco, ritenuta “figura di connessione e di unità tra tutti i popoli, custode del creato e promotore di relazioni umane fondate sul perdono e sulla libertà” e al Cantico delle Creature, “invito a riscoprire questi valori senza tempo attraverso la poesia, che libera l’animo umano e promuove la pace e la fraternità”.
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