LIBRI. La dieta anticancro esiste?
La dieta anti-cancro non esiste, ma si può fare prevenzione proprio partendo dal piatto che mettiamo sulla nostra tavola.
- Come?
- Cosa non deve mai mancare nella nostra dispensa
- Esistono cibi “anti-cancro”?
- Quali buone abitudini adottare per tutelare il proprio stato di salute?
A queste domande risponde Rachele Aspesi – farmacista specializzata in Nutrizione e Dietetica Applicata – nel suo nuovo libro “La dieta anti-cancro esiste? La prevenzione a tavola tra verità e scienza – Con le ricette della salute” (Edizioni Lswr).
La dieta anti-cancro non esiste, ma la prevenzione si può fare anche a tavola.
“Non esiste un regime alimentare anti-cancro – spiega la farmacista Aspesi – Inoltre, non esiste un singolo cibo che, da solo, possa essere considerato né causa, né risoluzione dal cancro. Tuttavia, esiste un’alimentazione che può aiutare ogni nostra singola cellula a vivere meglio, a sopportare meglio, a combattere meglio“.
Infatti, circa il 40% dei tumori può essere prevenuto adottando stili di vita salutari e mettendo in tavola una corretta alimentazione, ricca di giusti cibi e che ne limiti degli altri.
Quali? E perché possono essere dannosi? Quali portare invece sulle nostre tavole? Cosa mettere a tavola E perché?
È meglio optare per un’alimentazione ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi.
Gli studi dimostrano che un regime alimentare con un’elevata percentuale di alimenti vegetale migliora il benessere generale e riduce il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative come quelle oncologiche.
Perché?
“Questo vantaggio è dovuto innanzitutto alla moltitudine di principi attivi con potenziali effetti protettivi che vengono studiati sempre più frequentemente, ma dei quali spesso sono necessari ulteriori ricerche che ne confermino la veridicità – continua Rachele Aspesi – Inoltre, ciò che è confermato dagli scienziati è il ruolo importantissimo della fibra contenuta nei cibi vegetali: si dovrebbe ambire a consumare almeno 25-30 grammi di fibra alimentare al giorno per ottenere vantaggi tangibili come il controllo glicemico e della sazietà, la corretta motilità intestinale, l’adeguata pulizia dai batteri eliminati adeguatamente dalle feci“.
Per ottenere questo risultato si consiglia di includere nella maggior parte dei nostri pasti quotidiani cereali integrali, come principali fonte di carboidrati, da consumare anche nella versione di chicco e non solo sotto forma di prodotti derivati dalla lavorazione, come comunemente facciamo, ossia pasta e pane. Ovviamente si suggerisce di consumare una gran varietà di verdure non amidacee, ma anche la frutta, tanto discussa a causa del potere zuccherino.
Da non dimenticare i legumi che, purtroppo, utilizziamo troppo poco. Il loro utilizzo, spesso molto dibattuto a causa della quota proteica non completa e del potere fermentativo, è utile per introdurre un ottimo quantitativo di fibre e, se abbinata ai cereali, per ottenere un profilo proteico simile a quello della carne.
Non vanno dimenticate spezie ed erbe aromatiche che contribuiscono ad accrescere il pool di fitocomposti vegetali attivi, ma anche a sostituire il sale in tavola garantendo comunque ottimo gusto ai piatti.
Frutta secca, semi oleosi e derivati come l’olio extravergine di oliva rientrano in questo gruppo di cibi del mondo vegetale così ricco di sostanze buone che è impossibile non citarli: i grassi buoni che essi contengono sono la fonte principale di salute per il sistema cardiovascolare e le funzionalità cerebrali.
Le abitudini alimentari dannose: quali sono?
È accertato che alcune abitudini alimentari non salutari possono favorire la comparsa della malattia in due modi:
• apportando sostanze potenzialmente cancerogene, come quelle prodotte dalla carne rossa, soprattutto se lavorata
• privando l’organismo di fattori protettivi come le fibre contenute nella frutta e nella verdura o i mix di vitamine e sali minerali di cui i prodotti della terra sono ricchi e che nessun integratore ha finora saputo riprodurre con eguale efficacia.
“In generale si può dire che una dieta ricca di zuccheri, grassi animali e sale e povera di fibre, verdura e frutta, è quella che più espone al rischio di ammalarsi di cancro – continua l’autrice del libro “La dieta anti-cancro esiste?” – Sebbene non ci siano prove sufficienti per dire che la scelta di un’alimentazione vegetariana sia da consigliare, sembra ormai accertato che l’assunzione eccessiva e frequente di carne rossa e soprattutto di salumi, salsicce e insaccati aumenti il rischio della malattia“.
Quali cibi limitare e perché…
Limitare i cibi da fast food processati ricchi in grassi e zuccheri.
Un cibo processato è lavorato dall’industria alimentare, aggiunto di grassi, zuccheri e sale, con elevata densità energetica e basso potere saziante: insomma quei cibi dallo scarso valore nutrizionale, ma di cui andiamo ghiotti soprattutto quando si tratta di voler saziare i nostri desideri. Questi cibi favoriscono l’accumulo di tessuto adiposo, aumentano il rischio di grave sovrappeso e, di conseguenza, di ammalarsi di un cancro. Si consiglia, quindi, di limitare questi cibi a poche occasioni.
Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni lavorate.
Utilizzare la carne rossa senza eccessi, all’interno di una dieta sana, non comporta alcun rischio per la salute. Le linee guida consigliano di non superare i 400 g a settimana. Si consiglia di non eccedere perché abusare di questi prodotti può far sviluppare il cancro, soprattutto del colon-retto, a causa sia di grassi saturi contenuti nelle carni stesse, sia di composti potenzialmente cancerogeni che si formano sia durante le fasi di preparazione delle carni lavorate, sia durante le cotture ad alte temperature, come quando facciamo una grigliata.
Limitare il consumo di bevande zuccherate.
Dovremmo assumere solo occasionalmente le bevande zuccherate, per ridurre il rischio di sovrappeso grave e di malattie oncologiche. Per bevande zuccherate intendiamo anche i tè freddi confezionati e i succhi di frutta già pronti. Tutti questi prodotti presentano un elevato quantitativo di zuccheri. Non risolvono il problema i prodotti light o zero, che utilizzando dolcificanti artificiali riducono il potere calorico della bevanda, ma senza evitarci l’assuefazione dal sapore dolce. Il che comporta una costante richiesta di zucchero da parte del nostro organismo.
Limitare il consumo di alcool.
Il consumo eccessivo di alcool aumenta il rischio di sviluppare malattie oncologiche. Questo accade perché l’etanolo, classificato come cancerogeno, viene metabolizzato nel fegato e trasformato in alcune sostanze altamente dannose per i processi tumorali. Certo, questo non vuol dire negarci il piacere di un brindisi: si consiglia di non superare un’unità alcoolica al giorno (corrispondente a un bicchiere di vino da 120 ml circa) per le donne, e due unità per gli uomini.
Non fare uso di integratori alimentari per la prevenzione del cancro. Con l’aiuto di un esperto, è possibile utilizzare ciclicamente dei buoni integratori che ci aiutino a migliorare l’apporto nutrizionale che, a volte, la sola dieta non riesce. Ma non si deve mai procedere in autonomia.
Chi è Rachele Aspesi
farmacista specializzata in Nutrizione e Dietetica Applicata. È relatrice in numerosi convegni per figure specializzate in ambito sanitario nutrizionale e fa parte del team di docenti del progetto “Farmacia Oncologica”.
Appassionata di scrittura e di cucina, da oltre 10 anni è autrice di articoli ed editoriali per riviste del settore e cura il blog http://nutrirelasalute.farmacista33.it/
La dieta anticancro esiste?
La prevenzione a tavola tra verità e scienza – Con le ricette della salute
Edizioni Lswr
settembre 2024
200 pagine a colori, 19.90 euro
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