INDAGINE CON ARRESTO DI UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO… MA AVEVA CERTAMENTE DEI COMPLICI (VERTICI ROMANI) CHE SARANNO PRESTO ARRESTATI/ NON A CASO IL SUO DIFENSORE E’ L’EX MINISTRO GIULIA BONGIORNO CHE LA DICE LUNGA
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INDAGINE CON ARRESTO DI UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO… MA AVEVA CERTAMENTE DEI COMPLICI (VERTICI ROMANI) CHE SARANNO PRESTO ARRESTATI/ NON A CASO IL SUO DIFENSORE E’ L’EX MINISTRO GIULIA BONGIORNO CHE LA DICE LUNGA…
NON SI SMENTISCE MAI LA LOCUZIONE: “DIETRO OGNI FORTUNA C’E’ UN CRIMINE”
Bancarotta fraudolenta e riciclaggio: una misura cautelare a carico di cinque persone, sequestro di beni per 20 milioni di euro. La mente un commercialista sammaritano. Il liquidatore delle societa Agricentro Nord e Sud, Leccisi, anche acquirente delle compagini da lui stesso amministrate. Bancarotta aggravata riciclaggio e auto riciclaggio. Diciotto persone indagate compresi gli stessi familiari del commercialista. 9 milioni sui conti correnti. Immobili sequestrati in varie zone d’Italia
Due società «confidi» della Coldiretti, svuotate e messe in liquidazione per acquistare immobili e costose auto di lusso anche storiche; eseguire speculazioni finanziarie o comprare polizze vita a familiari, oltre la creazione di società offshore (con sedi in giurisdizioni come Regno Unito e Panama). Sono questi i risvolti dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ieri è sfociata in una misura cautelare per bancarotta fraudolenta aggravata in concorso, riciclaggio ed auto-riciclaggio, firmata dal gip Orazio Rossi del tribunale sammaritano ed eseguita dalla Guardia di Finanza di Caserta nei confronti di cinque persone. Ai domiciliari sono finiti Enrico Leccisi, romano, nome legato ai Consorzi agrari italiani e referente Coldiretti nella Capitale e Raffaele Marcello, di Santa Maria Capua Vetere già consigliere nazionale dei commercialisti da cui si dimise, ex vice presidente dell’ordine dei commercialisti di Caserta e docente in alcuni atenei privati.
I militari delle fiamme gialle hanno trovato sul conto degli indagati nove milioni di euro mentre 20 milioni di euro sarebbe il frutto della distrazione accertata dagli investigatori ed anche il valore del sequestro di beni. Tutto ruota attorno a due società, Agricentro Nord e Agricentro Sud le cui sede legale è stata trasferita da Roma a Caserta e liquidate da Leccisi, come ramo d’azienda ad una terza società di cui lo stesso era acquirente a un costo irrisorio e in assenza della domanda/offerta. Operazioni e tecniche sofisticate di ingegneria societaria curate professionalmente da Marcello. Un’anomalia scoperta dal collegio dei revisori dei conti della Coldiretti (parte offesa nel procedimento) quando hanno riscontrato esclusivamente passivi. E’ scattato un obbligo di dimora, invece, per l’ex compagna di Leccisi, Eleonora Caranchi, di Como mentre due interdizioni dai pubblici uffici per la durata di un anno sono state decise per Nicola Pierro, di Frosinone e Alberto Ceccarelli, di Bitonto, ovviamente tutti innocenti fino a sentenza definitiva.
Le indagini partite nel 2020, ha spiegato ieri durante una conferenza stampa il Procuratore capo Pierpaolo Bruni, sono la continuità dell’opera investigativa avviata, all’epoca, dai procuratori aggiunti Carmine Renzulli e Antonio D’Amato. Il generale Alessandro Barbera, comandante regionale della Guardia di Finanza ha sottolineato che «l’attività investigativa ha arginato un sistema che stava danneggiando le garanzie dei microcrediti nel settore dell’agricoltura». In sostanza, è stato vanificato il sostegno alle imprese in presenza di soli debiti dopo lo svuotamente. «Una spinta all’inchiesta – ha spiegato il colonnello Nicola Sportelli, che guida il comando provinciale della Guardia di Finanza – si è avuta nel 2021 con l’autorizzazione ad eseguire intercettazioni telefoniche e verifica dei conti correnti». Si è scoperto così anche una serie di società, ben 6, create da nel corso del tempo fino ad arrivare a una società di diritto panamense e una in Inghilterra, come illustrato dal colonnello Carlo Cardillo, comandante del Nucleo di Polizia economico e finanziaria.
I maggiori proventi, secondo l’accusa, sarebbero finiti sui conti del cosiddetto materiale realizzatore del sistema finanziario, il commercialista Marcello. Nel compendio del sequestro milionario figurano 25 immobili dislocati tra Curti, Caserta, Marcianise, Roma centro storico, in provincia di Grosseto, in Sicilia, a Foggia, Cremona e Pordenone. Oltre a una polizza fideiussoria da un milione e mezzo di euro intestata agli stretti familiari del commercialista indagati insieme ad altri prestanome, per un totale di 18 persone compresi i destinatari della misura cautelare. Le società confidi, vigilate dalla Banca d’Italia, rivestivano un ruolo cruciale nel garantire finanziamenti alle imprese agricole. Tuttavia il depauperamento dei loro patrimoni ha generato insolvenze che hanno colpito direttamente le PMI agricole. La manipolazione di bilanci per ridurre artificialmente il valore degli asset aziendali e consentire cessioni a prezzi sottostimati ha causato la mancata garanzia dei finanziamenti alle piccole e medie imprese agricole che si sono ritrovate senza attivi patrimoniali, lasciando numerose attività locali prive di supporto economico e causando gravi danni al tessuto produttivo del territorio. Due settimane fa, il commercialista Raffaele Marcello, difeso dall’avvocatessa Giulia Bongiorno, è stato interrogato insieme agli altri destinatari della misura cautelare nell’ambito della legge Nordio che prevede un interrogatorio preventivo di garanzia.
Tutti hanno potuto fornire la loro versione dei fatti e chiarire la posizione al gip in presenza dello stesso pubblico ministero. L’indagine rappresenta un esempio di collaborazione tra la Guardia di Finanza e la Procura per arginare attività criminali complesse e tutelare le imprese locali.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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