LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI – DA “Brieging”, “Prima Ora Corsera”, “Anteprima”, “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” a cura di Ferdinando Terlizzi
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Appesi a un filo
Dopo settimane di lotte politiche, il Parlamento europeo ha approvato la squadra scelta per la nuova Commissione di Ursula von der Leyen. A causa delle numerose defezioni nelle formazioni principali, si sono rivelati determinanti i voti dai gruppi minoritari sia di destra che di sinistra per consentire ai 26 commissari di passare (Politico). I voti a favore sono stati solo 370, appena 10 sopra la maggioranza assoluta: il peggior risultato di sempre nella storia europea (RaiNews).
Fuori metà dei Verdi, dentro metà dei Conservatori (tra cui Fratelli d’Italia): la coalizione a sostegno della Commissione von der Leyen si sposta a destra (La Stampa).
von der Leyen ha chiesto una maggiore spesa per la difesa nei prossimi cinque anni (Guardian).
In un’intervista a La Stampa, il co-presidente dei Conservatori, Nicola Procaccini, parla di “svolta storica” riguardo al nuovo baricentro politico europeo.
Mercati in allarme Ieri il valore di titoli di Stato e azioni francesi è sceso drasticamente a causa dei timori di una potenziale caduta del governo (Ft+). Il primo ministro Michel Barnier sta cercando di far passare una manovra di bilancio con 60 miliardi di euro di tagli alla spesa e aumenti delle tasse nonostante la mancanza di una maggioranza operativa in parlamento: sta pensando di utilizzare uno strumento previsto dalla Costituzione per superare l’ostacolo, ma ciò lo esporrebbe a un voto di sfiducia che potrebbe far cadere il governo (Politico).
Secondo un sondaggio, il 63% dei francesi vorrebbe che il presidente Emmanuel Macron si dimettesse in caso di caduta dell’esecutivo (Reuters).
Il tribunale di Parigi si pronuncerà a marzo sull’ineleggibilità elettorale della leader del Rassemblement National Marine Le Pen (France 24).
Senza intesa
Crepe nella maggioranza La Commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al decreto legge Fisco, che domani approderà in Aula (Il Sole 24 Ore). Bocciato l’emendamento della Lega sul taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, con 12 voti contrari e 10 a favore. Fratelli d’Italia e Lega hanno votato a favore, mentre Forza Italia, insieme alle opposizioni, si è espressa contro (Corriere). Il Carroccio ha risposto astenendosi nel voto sull’emendamento forzista sulla sanità in Calabria, che è stato così respinto (Repubblica).
Il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli dice a La Stampa che il partito “ha deciso secondo i suoi principi”, suggerendo che i fondi per il canone vengano utilizzati per il fisco.
Secondo il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari, intervistato dal Corriere+, si tratta di una “ripicca” da parte degli Azzurri.
Urne a Montecitorio Oggi è previsto il voto di deputati e senatori per sostituire l’ex presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra: serve la convergenza sullo stesso nome di 3/5 dell’Assemblea. Previsto il voto anche per altri tre giudici in scadenza il 21 dicembre. In questo caso i candidati devono ricevere i 2/3 delle preferenze, essendo il primo scrutinio (AdnKronos).
Gli strascichi della rivolta al Corvetto
«Quello che è successo, richiama la nostra attenzione, ma non ci fa deviare. Capisco che alla destra piaccia fomentare queste situazioni ma sono qui oggi per continuare a dire che Milano resterà una città accogliente». Parole del sindaco Beppe Sala, dopo le rivolte in strada nel quartiere Corvetto per la morte di Ramy Elgaml, 19 anni, che ha perso la vita su uno scooter guidato da un amico, durante un inseguimento dei carabinieri (la dinamica dell’incidente è ancora da chiarire).
«Le migrazioni – dice ancora Sala – ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma le regole vanno rispettate. Nessuno di noi ha cercato di dare responsabilità agli altri. Stiamo dalla stessa parte. Se sono stati fatti degli errori ci saranno delle conseguenze». Ammette che Corvetto è un quartiere difficile, che esiste la «preoccupazione» che si ripetano i roghi e le barricate e per questo apprezza le parole del padre di Ramy Elgaml che si è dissociato dai disordini.
Il vicepremier Matteo Salvini, però, sveste la felpa da pompiere e invoca il pugno di ferro: «Penso che anche il Parlamento dovrà prestare maggiore attenzione sulle seconde generazioni e le baby gang, figli di cittadini stranieri, ragazzi nati in Italia che però non si sentono parte di questo Paese. (…) Per questo motivo non possiamo permetterci di perdere nemmeno un poliziotto o un carabiniere. Serve anche che la giustizia faccia il suo corso, perché 70 teppisti che lanciano sassate contro i carabinieri non possono essere considerati semplicemente giovani esuberanti: è un crimine. È fondamentale che, quando le forze dell’ordine li arrestano, la giustizia non li faccia uscire tre ore dopo».
Stamattina arriverà a Milano il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per un vertice in Prefettura. (Qui la risposta di Aldo Cazzullo ai lettori: «Punire e integrare non sono in contrasto». Della vicenda abbiamo parlato anche nella nostra Rassegna)
Clamoroso Ottaviano Augusto aveva fatto scolpire 2.500 statue con la sua faccia, in modo che ve ne fosse una in ogni angolo dell’impero [Cazzullo, Cds].
In prima pagina • Nessuno vuole i rubli, nemmeno i russi. La moneta di Putin crolla: ieri del 6-7%, e gli esperti dicono che non è finita. Per qualche commentatore la crisi dell’economia potrebbe rivelarsi rovinosa per il Cremlino. Essa costituirebbe la risposta americana alle minacce nucleari dello zar • Donald Trump ha giocato la sua mossa sulla scacchiera ucraina nominando un suo fedelissimo, il generale a riposo Keith Kellog, inviato speciale col mandato di mettere rapidamente fine al conflitto tra Kiev e Mosca. Il presidente eletto ha anche scelto per la sanità il più feroce degli anti-Fauci, il professor Jay Bhattacharya, che affiancherà il no vax Robert Kennedy jr • Il parlamento di Strasburgo ha varato il nuovo governo europeo di Ursula von der Leyen ma la maggioranza si presenta debolissima, frutto com’è dei distinguo e delle spaccature di conservatori e progressisti. Le divisioni hanno investito anche i poli italiani di centrodestra e centrosinistra • Il governo Meloni è andato sotto due volte durante le votazioni al Senato per la Finanziara: una riguardava il canone Rai, l’altra la sanità calabrese, ma in entrambi i casi il passo falso è stato provocato dai dispetti tra Forza Italia e Lega. Le divisioni hanno irritato la premier e rinvigorito l’opposizione: Schlein ha attaccato l’esecutivo. Ma ieri a sorpresa ha subito il fuoco amico di Fedez • Dopo la figuraccia sul 2xmille ai partiti, un nuovo intervento legislativo produce un ritocco di 3 milioni ai fondi per i rimborsi elettorali. Intanto parte un’iniziativa del Pd che vuole concordare con la Meloni una proposta sul finanziamento pubblico della politica • In Libano, nonostante alcune sparatorie, la tregua sostanzialmente regge e ora Biden pensa di esterderla a Gaza. Intanto Netanyahu in extremis ha presentato ricorso contro la sua condanna per crimini di guerra • La crisi nelle vendite di auto elettriche non si arresta e Stellantis ha annunciato che fermerà lo stabilimento di Mirafori per tutto il mese di dicembre • In Calabria una giovane madre si è tolta la vita dopo che la figlia di 7 anni era caduta da una finestra. La donna era disperata anche se le condizioni della piccola erano serie ma non gravissime • È scomparso Shalom Nagar, la guardia carceraria che venne sorteggiata per eseguire materialmente la condanna a morte del criminale nazista Adol Eichmann • Una lite, tutta a sinistra, sta scuotendo la manifestazione letteraria romana Più libri più liberi: il fumettista Zerocalcare non ci andrà perché la curatrice Chiara Valerio aveva invitato il filosofo Leonardo Caffo, finito sotto accusa per maltrattamenti alla compagna • Il padre di Giulia Cecchettin ha attaccato gli avvocati dell’assassino di sua figlia, Filippo Turetta: alcune frasi delle arringhe difensive avrebbero offeso la memoria della vittima • Una maxiretata è scattata in Italia e in Europa contro la pirateria via streaming: sono stati sequestrati 2500 canali e server illegali e sono state oscurate 22 milioni di utenze • Dopo i tafferugli di piazza lo scontro al Corvetto diventa politico: per Salvini la situazione di quella e di altre periferie milanesi è un’emergenza nazionale. Il sindaco Sala risponde di non sottovalutare le tensioni, ma di ritenere Milano una città ancora accogliente • L’accusa ha chiesto 20 anni di carcere per Dominique Pelicot, il marito francese processato per aver drogato la moglie e averla fatta stuprare a decine di altri uomini • Per sei ore l’ex presidente della Commissione antimafia e attuale parlamentare del Movimento 5 stelle Federico Cafiero de Raho è stato ascoltato sui suoi rapporti col tenente della Gdf Pasquale Striano, coinvolto in un’inchiesta perugina sullo spionaggio • Renato Vallanzasca è stato trasferito dal carcere di Opera a una residenza sanitaria in provincia di Padova, come richiedevano le sue precarie condizioni di salute.
Non ci sarà il raddoppio dei finanziamenti ai partiti, ma passa l’aumento di tre milioni di euro, voluto da Pd e Avs, al budget di quest’anno per le forze politiche. Dopo che è dovuto intervenire Sergio Mattarella per fermare il tentato blitz dell’esecutivo, oggi è stata approvata la richiesta di modifica al dl Fisco: la richiesta di alzare il tetto è stata presentata come necessaria per garantire la copertura integrale delle scelte effettuate dai contribuenti, che quest’anno sono andate oltre i 28 milioni. E’ invece saltato l’emendamento riformulato dal governo Meloni che ridisegnava l’intera disciplina, alzando il finanziamento a 42,3 milioni di euro, e che aveva provocato i dubbi del Colle. Il testo approvato torna nella versione originale presentata dall’opposizione.
La maggioranza, riscrivendo le proposte dei dem e di Alleanza Verdi Sinistra, aveva ridotto il contributo allo 0,2 per mille, ma stabilito anche che anche la quota di chi non esplicita la scelta sarebbe andata comunque a sostenere i partiti. Se fosse passato l’emendamento la politica dal prossimo anno avrebbe potuto incassare complessivamente oltre 40 milioni, quasi il doppio di quanto riceve oggi. Dal Quirinale, si è appreso da fonti parlamentari, sono stati espressi numerosi dubbi: intanto per disomogeneità rispetto al dl fiscale. Una novità del genere avrebbe forse bisogno di un approfondimento maggiore e di un percorso di riforma diversi, non attraverso un emendamento ad un decreto che richiede necessità ed urgenza. Poi, come anticipato dal Sole 24 ore, ci sarebbero ragioni più politiche perchè un provvedimento del genere, oltre ad incidere sui soldi pubblici, va ad impattare sulle libere scelte dei cittadini.
Chi ha protestato fin da subito è stato il Movimento 5 stelle: “Colpo di mano del governo”, ha detto l’ex ministro Stefano Patuanelli. E Giuseppe Conte su X ha rilanciato: “Il governo da una parte taglia servizi ai cittadini e fondi alle imprese, porta la sanità al minimo di investimenti sul Pil degli ultimi 17 anni. Dall’altra di soppiatto vuole aumentare i fondi per i partiti, provando a far arrivare nelle loro casse anche le risorse che i cittadini non hanno scelto di destinare alle forze politiche. Il Movimento 5 Stelle si è opposto subito oggi a questa manovra indegna. A Palazzo Chigi hanno perso il contatto con la realtà“. Oggi è intervenuto anche il leader di Azione Carlo Calenda: “Quello che è successo ieri è grave per due ragioni: primo perché non ci si preoccupa minimamente del problema dell’astensione; secondo, è che non solo si paventa il ritorno del finanziamento pubblico nottetempo ma lo si fa lasciando aperta la possibilità di farsi finanziare anche dai privati. Questo è sbagliato e non fa che screditare ulteriormente la politica”.
Dagli ultimi dati del Mef sul due per mille, ai partiti sono andati poco più di 24 milioni, con il Pd che ha raccolto circa il 30,45% del totale delle scelte e incassato poco più di 8 milioni, seguito da FdI (cui sono andati 4,8 milioni pari al 19,94% delle scelte) e M5s (1,8 milioni con il 10%).
Provincia, approvati bilancio e debiti: Pellegrino presidente dei revisori bis. Il ricorso di De Rosa spada di Damocle per Di Monaco
CASERTA – Ha diretto, con il sostanziale e fondamentale supporto della segretaria Elena Inserra, il consiglio provinciale, ben sapendo che sulla sua testa pende la spada di Damocle del ricorso presentato dall’ex vice presidente Marcello De Rosa.
Per il facente funzioni Gaetano Di Monaco (nominato vice, in un rigurgito finale, da Giorgio Magliocca in sostituzione del sindaco di Casapesenna) potrebbe essere la prima ed anche l’ultima assise consiliare presieduta nell’edificio di via Lubich. Se il Tribunale amministrativo della Campania dovesse dar ragione a De Rosa, infatti, Di Monaco verrebbe destituito dal suo incarico di vice e tornerebbe a sedere nell’Assise quale semplice consigliere.
Nel suo intervento iniziale, Di Monaco ha sottolineato l’importanza del senso di responsabilità e della collaborazione tra tutte le componenti politiche per garantire il buon governo dell’Ente e la valorizzazione del territorio. “È inutile nasconderlo – ha detto tra l’altro Di Monaco – viviamo un momento complesso per l’Ente, ma proprio nei momenti di maggiore difficoltà siamo chiamati a dimostrare compattezza, collaborazione e unione d’intenti. Per questo motivo faccio appello a ciascuno di voi, indipendentemente dall’appartenenza politica, affinché prevalgano il senso di responsabilità e la volontà di lavorare insieme per il bene comune. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – deve essere quello di consolidare quanto è stato fatto fino ad ora, senza disperdere i risultati ottenuti negli ultimi anni. Ma dobbiamo anche guardare al futuro, creando le condizioni ideali per chi guiderà l’Ente dopo di me, affinché possa operare nel modo migliore possibile”.
Approvati i punti all’ordine del giorno, tra cui il Bilancio Consolidato 2023, il Documento Unico di Programmazione 2025-2027 e altre variazioni per il bilancio di previsione (tranne il punto n.14 relativo ad un debito fuori bilancio di circa 63mila euro del Settore Ambiente ed ecologia, ritirato) e riconfermato Aldo Pellegrino alla presidenza del Collegio dei revisori dei conti (OscarBellomo e Goffredo Del Vecchio sono i due componenti del collegio nominati dalla Prefettura)
Va sottolineato che su un totale di 16, in sala erano presenti 9 consiglieri, 10 con il facente funzioni Di Monaco.
Non hanno fatto mancare la loro presenza il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida, i primi cittadini di San Felice a Cancello e di Trentola Ducenta, rispettivamente Emilio Di Nuzzo e Michele Apicella, il consigliere comunale di S. Maria Capua Vetere Gerardo Capitelli, la consigliera di Maddaloni Angela Sferragatta, il capogruppo dei cosiddetti moderati che fanno capo al consigliere regionale Giovanni Zannini, Michele Falco, il consigliere comunale di Caserta Massimo Russo.
Mancavano, per la maggioranza, Marcello De Rosa, in attesa della decisione del Tar, e Giovanni Iovino, vice sindaco di Cellole, che solo pochi giorni fa ha abbandonando il gruppo moderato (composto dai consiglieri eletti nelle due liste che mise in piedi Zannini lo scorso anno, ovvero La Provincia al Centro e Caserta al Centro) e si è dichiarato indipendente.
Per la minoranza, invece, spiccava l’assenza del gruppo Pd (Speranza Belardo, Marco Cicala e Michele Caporaso), mentre erano presenti l’esponente della Lega e consigliere comunale di Caserta, Fabio Schiavo ed il sindaco dimissionario di Lusciano, Giuseppe Mariniello. (ri.spa.)
Napoli. Ponticelli, tangenti su furti d’auto e spaccio: presi 15 dei De Luca Bossa-Minichini I NOMI
NAPOLI – I carabinieri della Tenenza di Cercola hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 15 indagati (di cui 12 sottoposto alla misura del carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso. In particolare, i delitti contestati, tra cui presunte richieste di tangenti a soggetti dediti a furti di auto o allo spaccio di sostanze stupefacenti, sarebbero stati posti in essere evocando l’appartenenza al clan De Luca Bossa-Minichini, attivo in Cercola e Ponticelli. In carcere sono finiti: Francesco Petri, Raffaele Aprea, Giuseppe Righetto, Eduardo Casella, Roberto Boccardi, Giuseppe De Luca Bossa, Luca La Penna, Giuseppe Velotti e Mario Chiummiello. Disposti i domiciliari per Nicola Ausilio, Domenico Gianniello e Pasquale De Micco.
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