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In uscita il musical “Wicked”, il dramma “Per il mio bene” e su Disney+ il doc su John Williams

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La forza dei legami. Un filo rosso che lega tre titoli in uscita tra cinema e piattaforme. Anzitutto l’adattamento del noto musical di Broadway “Wicked”, che arriva sul grande schermo con la regia di Jon M. Chu. Protagoniste Cynthia Erivo e la pop star Ariana Grande. Una rivisitazione del mondo dorato di Oz sul tracciato del romanzo di Gregory Maguire. Il film si presenta come un fuoco d’artificio di effetti speciali e di canzoni, una vera seduzione per lo sguardo, che però rischia di inciampare in atmosfere sovraccariche, furbizie narrative e lungaggini fuori controllo. In uscita anche il dramma esistenziale “Per il mio bene” di Mimmo Verdesca, con Barbora Bobulova, Stefania Sandrelli e Marie-Christine Barrault. Tre donne, tre madri, chiamate a confrontarsi tra irrisolti e desiderio di riconciliazione. Film dolente, raffinato ma anche sfidante. Infine, su Disney+ lo splendido “Con le musiche di John Williams”, doc dedicato alla vita, alla carriera e all’arte del geniale compositore statunitense, autore delle iconiche musiche dei film di Steven Spielberg e George Lucas. Un maestro da (ri)scoprire.

“Wicked” (Cinema, 21.11)
Una delle colonne della Hollywood classica è di certo il genere musical. Tra quelli che hanno segnato la storia del cinema “Cappello a cilindro” (1935), “Un americano a Parigi” (1951) e “Cantando sotto la pioggia” (1952). E ovviamente anche “Il mago di Oz” (1939). A distanza di oltre ottant’anni arriva ora nei cinema un omaggio al celebre musical su Oz: è “Wicked” per la regia di Jon M. Chu, adattamento del romanzo “Strega. Cronache dal Regno di Oz in rivolta” di Gregory Maguire del 1993, ma soprattutto del musical dei record in scena a Broadway da ormai 20 anni: il debutto è avvenuto nel 2003, raggiungendo a oggi un incasso di 6 miliardi di dollari. Protagoniste di “Wicked” Cynthia Erivo (“Harriet”, 2019) e la pop star Ariana Grande. Nel cast anche la Premio Oscar Michelle Yeoh, Jeff Goldblum e Jonathan Bailey.

La storia. Nella fantastica terra di Oz, all’Università di Shiz, si ritrovano Elphaba, figlia più grande del governatore Thropp, presa di mira per la pelle verde color smeraldo, e l’avvenente e biondissima Glinda, la più popolare tra gli studenti. Elphaba e Glinda sono diverse tra loro, per carattere e comportamento; devono però condividere la stessa stanza oltre che le lezioni. Le loro giornate a Shiz vengono alterate da una serie di avvenimenti: l’arrivo del principe Fiyero, una strana scomparsa dei docenti animali tra cui il prof. Dillamond, cui Elphaba è legata, segno di un inasprimento delle tensioni sociali a Oz, e infine, una serie di sospetti atteggiamenti da parte della preside Madame Morrible…

L to R: Cynthia Erivo is Elphaba and Ariana Grande is Glinda in WICKED, directed by Jon M. Chu

Il regista Jon M. Chu (suoi sono “Crazy & Rich” del 2018 e “Sognando a New York” del 2021) si trova a dirigere un titolo ad alto budget targato Universal Pictures. “Wicked”, diviso in due film (la seconda parte arriverà nel novembre 2025) in linea con i due atti dello show di Broadway, si configura come una potenziale hit da botteghino, soprattutto nel mondo anglosassone, dove la cultura del musical è più radicata. Inoltre, elemento di attrazione per il pubblico di giovanissimi è la presenza della pop star Ariana Grande. Se a questo aggiungiamo una girandola di effetti speciali, suggestioni che “rubano” molto allo sfondo visivo-culturale di “Harry Potter”, tutto ciò lascia presagire una indovinata formula da successo. A ben vedere, però, la struttura del racconto e lo svolgimento non sempre risultano a fuoco, con un adeguato ritmo. La storia incede a corrente alternata, tra trovate acute (i richiami metaforici al rovesciamento sociale con parallelismi alle misure repressive nazi-fasciste) e furbizie narrative, qua e là puntellate di lungaggini senza mordente. L’idea di fondo è simile a quella di “Maleficent”: perché un personaggio vira nel sentiero del male? Cosa ha generato tale fama negativa Un’opera, dunque, che si muove sulla linea di confine tra verità e menzogna, tra apparenze e falsità, incentrata su un duetto-duello al femminile dove brillano le performance della Erivo e della Grande, di certo poderose, che però non bastano a dare corpo e sostanza a un film di 160 minuti, che spesso si perde in distrazioni e in una fantasmagoria di effetti visivi fuori controllo. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

“Per il mio bene” (Cinema, 05.12)
Mimmo Verdesca si è formato nel documentario (tra i suoi lavori “Alida” nel 2020 e “Sciuscià 70” nel 2016), prima di esordire nel lungometraggio con “Per il suo bene”. Prodotto da Rodeo Drive e Rai Cinema, il film si presenta come un viaggio nei territori del femminile, della maternità, attraverso il racconto di tre donne. Protagoniste Barbora Bobulova, Stefania Sandrelli e Marie-Christine Barrault, affiancate da Leo Gullotta e Sara Ciocca. Il copione è scritto dallo stesso Verdesca con Monica Zappelli e Pierpaolo De.

La storia. Giovanna è un’imprenditrice di successo, madre dell’adolescente Alida. Un giorno, dopo un malore, le viene diagnosticato un tumore al fegato; la sua unica possibilità è un trapianto da un familiare prossimo. La madre Lilia le comunica, però, di non poterla aiutare, svelandole una scomoda verità: non l’ha partorita lei. Giovanna così si mette alla ricerca della madre biologica, di colei che l’ha abbandonata alla nascita. Dopo una serie di ostacoli burocratici, riesce a risalire all’indirizzo di Anna…

(Per il mio bene – Foto Francesca Fago)

Verdesca firma un film drammatico esistenziale, con pennellate mélo, di impianto classico. La cura formale è molto attenta, cesellando bene i personaggi femminili e le loro traiettorie: Giovanna, Lilia e Anna si trovano ad attraversare, parallelamente, un percorso di caduta e risalita. Le loro certezze vacillano e vecchie ferite si riaprono, spingendole ad affrontare traumi e demoni interiori. Un viaggio nella notte della disperazione, dove l’unico punto di luce è l’amore, l’amore madre-figlia, quello che tiene attaccati alla vita e spinge a lottare, a resistere nonostante tutto.

Supportato da ottime interpreti, il regista compone dunque un racconto dolente, intenso e raffinato, che non si accontenta del facile narrativo, ma prova a scavare in profondità nelle zone d’ombra dell’animo umano. Le donne di cui ci parla sono ferite, violate, ma non per questo si arrendono. A ben vedere, però, una di loro, nei volteggi finali, compie una scelta netta, un atto di ribellione al male e ai propri dolori; una scelta certamente sofferta, che si comprende ma non si può condividere. Nell’insieme, il film possiede un passo elegante, lontano dalla banalità, che si farà apprezzare da un pubblico maturo. Complesso, problematico, per dibattiti.

“Con le musiche di John Williams” (Disney+)
Una delizia per appassionati, ma non solo. È il documentario “Con le musiche di John Williams” (“Music By John Williams”) diretto da Laurent Bouzereau e prodotto da Steven Spielberg, Ron Howard e Kathleen Kennedy, in esclusiva su Disney+. Un doc di 106 minuti che racconta arte, carriera e privato del celebre compositore a stelle e strisce.

John Williams in Lucasfilm’s MUSIC BY JOHN WILLIAMS, exclusively on Disney+. ©2024 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Il maestro, classe 1932, ha all’attivo una sterminata produzione di colonne sonore che gli hanno permesso di vincere 5 Premi Oscar, raggiungendo il record di 54 nomination, e 26 Grammy Awards.

John Williams di fatto è la colonna sonora della Nuova Hollywood, che ha legato il suo nome ai cult generazionali di Steven Spielberg e George Lucas, seguiti poi da quelli di Ron Howard, Chris Columbus e J.J. Abrams. Tra i suoi leggendari temi musicali: “Star Wars”, “Indiana Jones”, “E.T.”, “Jurassic Park”, “Schindler’s List”, “Mamma, ho perso l’aereo”, “Hook. Capitan Uncino” e “Harry Potter”. Insomma, ha saputo descrivere con le sue note gli orizzonti del fantastico, regalandoci sogni, magie e qualche brivido (la partitura de “Lo squalo”). Guardando il documentario, impreziosito da materiale di repertorio, interviste esclusive a Williams ma anche a Spielberg, Lucas, Howard, Ke Huy Quan e Chris Martin dei Coldplay, si coglie una straordinaria somiglianza con il genio creativo di Ennio Morricone, soprattutto per lo stile unico e il forte legame con la figura paterna. Un doc che accende entusiasmo, magia e commozione. Consigliabile, semplice, per dibattiti.

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