VOCI DI DONNE: DAL DOLORE ALLA RINASCITA- FUTURA VANVITELLI
Il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, Futura Vanvitelli, in collaborazione con il gruppo U.N.I. – Una Nuova Idea, ha lanciato un’iniziativa che invita tutte le donne a condividere esperienze personali di dolore e ingiustizia. Presso i Dipartimenti di Giurisprudenza- dell’università Luigi Vanvitelli di Santa Maria Capua Vetere- di Lettere e Beni Culturali saranno disponibili scatole rosse in cui chiunque potrà, in modo anonimo, raccontare le proprie storie di violenza, discriminazione e soprusi.
Accanto a queste, delle tele accoglieranno parole cariche di odio, trasformandole in espressioni artistiche, simbolo di un amore per la vita che vince sempre sulle ombre della sofferenza. Ma perché questa giornata è così importante? E cosa significa davvero essere donna oggi?
Essere Donna: Coraggio e Fragilità
Essere donna significa convivere ogni giorno con una forza inarrestabile e con una fragilità che il mondo spesso sfrutta come arma contro di noi. È saper risorgere dalle ceneri di ogni insulto, violenza e silenzio imposto. È portare il peso della storia, una storia che ancora oggi ci racconta di vittime: di soprusi, di silenzi, di vite spezzate.
Essere donna è però anche resilienza. È ricordare Malala Yousafzai, che ha rischiato la vita per il diritto all’istruzione. È onorare figure come Rosa Parks, che con un semplice “no” ha cambiato il corso della storia, o Frida Kahlo, che ha trasformato il dolore in arte. È pensare a tutte quelle donne anonime, lontane dai riflettori, che ogni giorno combattono contro le ingiustizie nel silenzio delle loro case, nei luoghi di lavoro, per le strade.
Il Dolore Come Testimone
Le scatole rosse che Futura Vanvitelli mette a disposizione non sono solo contenitori: sono altari per le storie inascoltate. Ogni biglietto lasciato rappresenta una voce spezzata che trova finalmente uno spazio per gridare. Ogni testimonianza è un colpo inferto al muro dell’indifferenza, un passo verso la consapevolezza collettiva.
E non è solo la violenza fisica che dobbiamo denunciare: è l’insulto urlato per strada, l’ironia maschilista che tenta di sminuirci, le discriminazioni sul lavoro. Le frasi piene di odio che troveranno posto sulle tele dell’iniziativa non sono solo parole; sono cicatrici che ci portiamo dentro. Cicatrici che, con questo gesto, possiamo trasformare in arte, in bellezza, in una rinascita.
Ancora Vittime, Ma Sempre Più Consapevoli
Siamo ancora vittime, è vero. I numeri parlano chiaro: ogni giorno, migliaia di donne subiscono violenze fisiche, psicologiche ed economiche. I femminicidi continuano a riempire le cronache nere, e troppe vite vengono spezzate prima che possano fiorire.
Ma essere vittima non significa essere deboli. Significa portare dentro una ferita che può diventare forza. Ogni testimonianza anonima raccolta nelle scatole rosse è un atto di coraggio; ogni parola scritta su quelle tele è un grido di libertà.
Dall’Odio All’Amore
Questa iniziativa ci ricorda che dall’odio può nascere amore. L’amore per noi stesse, per la nostra storia, per l’arte come strumento di guarigione. Le tele non saranno semplici superfici: diventeranno monumenti alla resilienza femminile, alla capacità di trasformare il dolore in bellezza, l’umiliazione in forza creativa.
Il cambiamento non nasce solo da grandi gesti, ma da piccoli contributi. Raccontare la propria storia è già un atto rivoluzionario. Perché, come dice il motto dell’iniziativa, creare consapevolezza è il primo passo per il cambiamento.
Unite per il cambiamento, unite per la speranza. Perché ogni donna merita non solo di sopravvivere, ma di vivere libera, amata e rispettata.
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