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Sprar Caserta, 17 indagati per truffa,estorsione e falso

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La rete del sistema SPRAR (Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) era una rete strutturata di enti locali che, per la realizzazione su progetti territoriali e accoglienze destinati a richiedenti asilo e rifugiati, accedevano al fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo gestito dal Ministero dell’Interno. Il sistema era istituito dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale e gestito dall’Anci (l’associazione dei Comuni italiani). Il richiedente formalizzava la richiesta di asilo e dimostrando di non disporre di mezzi di sussistenza poteva essere inserito nel sistema di accoglienza in centri di secondo livello. Oltre al vitto e alloggio erano erogati servizi come la mediazione linguistica e culturale, corsi di lingua italiana, percorsi di formazione e professionali, orientamento e assistenza legale per favorire l’integrazione. Da dicembre 2018, con il decreto sicurezza o Salvini, il sistema si chiama SIPROIMI (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati). Lo SPRAR del Comune di Caserta nasce nel 2007 ed e’ gestito in associazione dal Centro Sociale “Ex Canapificio” e dalla Congregazione Suore Orsoline SCM – Comunità Rut di Caserta. Negli anni 2017-2018 parte la denuncia di un ex operatore ghanese del Centro sociale Ex Canapificio che era stato licenziato e successivamente anche denunciato perché si era appropriato di beni del centro. La Procura sulla base di quelle indagini (procuratore Pierpaolo Bruni, sostituto titolare delle indagini Anna Ida Capone)ha iscritto nel registro degli indagati 17 persone, fra cui ex dipendenti comunali, una suora e alcuni esponenti del centro sociale. L’accusa a carico delle due associazioni, che si erano aggiudicate progetti da 6 milioni di euro e’ di truffa,estorsione e falso.

Il Centro Sociale Ex Canapificio ha diffuso una nota stampa in merito all’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere che vede indagati alcuni suoi rappresentanti. “Siamo sereni e consapevoli di poter dimostrare la nostra estraneità alle ipotesi di reato infamanti che ci vengono addebitate” -leggiamo- “Le indagini si sono chiuse il 30 settembre 2019 e il 24 ottobre scorso ci è stata notificata la chiusura di quelle indagini. Siamo orgogliosi della comunità solidale e inclusiva che abbiamo avuto l’onore di contribuire a costruire in questo Paese e in questa città. Un impegno a cui non verremo meno, a cui continueremo a dedicarci con la nostra passione, col nostro solito slancio, con la nostra caparbietà”. Ovviamente ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata.

 

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