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SALVINI CROLLA, MELONI NON SFONDA, TAJANI ARRANCA, IL CAMPO LARGO FA DOPPIETTA!DOPO IL TRIONFO IN EMILIA-ROMAGNA CON DE PASCALE, IL CENTROSINISTRA VINCE ANCHE IN UMBRIA CON STEFANIA PROIETTI DATA AL 51.5%. DONATELLA TESEI (DESTRA-CENTRO) AL 45.7% – SCHLEIN CORRE A PERUGIA PER FESTEGGIARE, LA DUCETTA RICONOSCE LA SCONFITTA – E’ UN DOPPIO SCHIAFFONE PER MELONI CHE AL COMIZIO FINALE IN UMBRIA AVEVA URLATO, STRABUZZANDO LE PALLE DEGLI OCCHI: “LA MIA PAZIENZA E RESISTENZA NON HANNO LIMITI, C’È UN SOLO LIMITE: IL CONSENSO DEI CITTADINI” (CHE PRIMA O POI SVANISCE PER TUTTI) – LEZIONE PER GIUSEPPE CONTE: SE VUOLE GOVERNARE IL M5S DEVE STARE NEL CAMPOLARGO (ANCHE SE STARE CON IL PD SIGNIFICA PERDERE QUALCHE PUNTO. STARE CONTRO TUTTI, NON PAGA…)
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“Provato il patto tra Romeo e Russo: Renzi sr. non sapeva”
Consip – Ecco perché i giudici hanno assolto Tiziano, l’imprenditore campano e altri. Tra questi Lotti: “Rivelò segreti, ma non del suo ufficio”
Di Marco Lillo
19 Novembre 2024
Per il Tribunale di Roma c’era un accordo tra Carlo Russo e Alfredo Romeo che aveva a oggetto l’influenza del primo (grazie anche ai rapporti con il padre del premier in carica) sull’Ad di Consip dell’epoca Luigi Marroni. Però vanno assolti tutti. Romeo e Russo perché l’influenza di Russo su Marroni e su altri manager era solo millantata, Tiziano perché non sapeva. Romeo per i giudici è vittima di una truffa di Russo e non avrà giustizia perché non ha fatto querela. La motivazione della sentenza Consip emessa dalla sezione VIII, Collegio I, presidente Paola Roja, depositata l’11 novembre spiega perché il padre dell’ex premier è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste: “Il coinvolgimento di Tiziano Renzi, indubbiamente legato da rapporto personale di una certa intensità con Russo, resta fondamentalmente ancorato e colorato dalle rappresentazioni verbali che quest’ultimo fece a Romeo di un suo contributo causale nella sollecitata intermediazione illecita con Luigi Marroni ossia nel servizio offerto dal Russo al Romeo, ruolo negato con fermezza da Tiziano Renzi”. Il Tribunale non gli crede su un punto: “Le dichiarazioni rese in interrogatorio da Tiziano Renzi sui suoi rapporti con il Russo, asseritamente limitati a viaggi e frequentazioni familiari, sono contrastate e avversate dai contenuti della pur scarsa messaggistica recuperata sui cellulari del Russo da cui si desume un legame tra i due estesosi ad accreditare fortemente quest’ultimo presso l’Ad (di Consip, ndr) che fu il tema dei due unici incontri di Renzi con Marroni. Nonostante l’incredibilità specifica sul punto, tuttavia”, concludono i giudici, “il processo non ha dimostrato alcun contributo causale apportato dall’imputato alle condotte illecite del Russo”. Per i giudici Russo “si era già speso con il Marroni per una società concorrente”, non Romeo. Inoltre se è vero che l’incontro tra Renzi e Romeo del 16 luglio 2015 (negato da Tiziano, ndr) è “dimostrato”, questo “avvenne in un momento assai distante temporalmente rispetto al periodo in cui il Russo è riuscito a farsi promettere utilità dal Romeo stesso per favorire la ‘sponsorizzazione’ della Romeo Gestioni da parte di Tiziano Renzi presso Consip”.Per i giudici non c’è “alcun elemento di riscontro a sostegno della partecipazione e del contributo di Tiziano Renzi al progetto criminoso di Russo comunque qualificato (ossia quale millantato credito ovvero truffa)”. Tutto ciò “impone” l’assoluzione per insussistenza del fatto.La sentenza non attribuisce valore particolare alle chat trovate nel telefonino sequestrato a Russo; al messaggio di Tiziano Renzi che usando Telegram dopo l’incontro con Romeo a Firenze scrive a Russo il 16 luglio 2015 le sue impressioni: “Buone speriamo che non mi pongano ostacoli”; né al messaggio del 7 settembre 2015 di Russo a Tiziano, sempre via Telegram: “Se puoi ricordati il Colorato che a breve si chiude tutto”, dove si fa riferimento a Marroni che Russo incontra 8 giorni dopo in Consip.Quel che conta alla fine è l’assoluzione. In sentenza si leggono però considerazioni che non sono una medaglia per Romeo: “È fatto indiscusso ed ampiamente dimostrato che nell’estate del 2016 intercorse una pattuizione negoziale tra Romeo e Russo in virtù della quale il primo (…) si impegnò a versare somme periodiche al Russo e, a dir suo, a Tiziano Renzi, il cui nome e, soprattutto, il cui peso quale padre dell’allora Presidente del Consiglio, il Russo evocò ripetutamente. Prova ne siano le lunghe discussioni tra i due, captate in ambientale, sulle modalità di erogazione del denaro (in specie contanti) (…). L’oggetto contrattuale (…) era rappresentato per il Russo dalla vendita della sua mediazione e delle presunte influenze da lui vantate direttamente e, soprattutto, attraverso Tiziano Renzi, presentato quale soggetto partecipe ed asservito al progetto, nei confronti di alcuni interlocutori di interesse del Romeo, individuati quali referenti rispetto alle gare pubbliche cui partecipavano le aziende lui riconducibili: si trattava dell’ Ad di Consip Marroni, su cui avrebbe particolarmente operato Renzi in virtù della sua pregressa relazione, della dott.ssa Daniela Becchini per l’Inps, dell’ing. Silvio Gizzi per Grandi Stazioni”. Tutte mediazioni millantate. Però i giudici scrivono: “Per Romeo l’oggetto pattizio consisteva nell’acquisto di tali servizi e di tale illecita mediazione, a un prezzo indicato approssimativamente, sulla base della documentazione rinvenuta, in euro 30.000 mensili per Tiziano Renzi, in euro 5.000 ogni bimestre per il Russo. Risultano al medesimo (Russo, ndr) effettivamente corrisposti ulteriori benefit di tipo familiare, ossia due costosi soggiorni nel corso dell’anno 2015 presso l’albergo napoletano, categoria lusso, di proprietà del Romeo, e l’assunzione presso una sua azienda della cognata Martella Monia; dalle interlocuzioni telefoniche emerge altresì la pattuizione di una percentuale, pari a circa il 2 per cento, per l’intermediazione per le gare di Grandi Stazioni (….). È del tutto verosimile inoltre che somme di denaro fossero già state corrisposte dal Romeo (…) Quanto a Tiziano Renzi, di cui lo stesso pm ha sollecitato l’assoluzione a differenza dei restanti coimputati, deve osservarsi che non vi è alcuna prova che abbia svolto attività di mediazione, in particolare illecita, verso Marroni (ex ad di Consip, ndr) e a favore e protezione delle aziende dell’imprenditore napoletano (Romeo, ndr)”. I giudici hanno condannato a un anno e mezzo l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto per rivelazione di segreto, anche nei confronti de Il Fatto. Per i giudici le prove contro di lui sono un messaggio ricevuto da Scafarto il 21 dicembre 2016, prima dell’uscita delle notizie su Il Fatto, da un collega. Quel messaggio secondo i giudici proverebbe che Scafarto gli aveva anticipato l’uscita di notizie sul nostro giornale. La seconda prova sarebbe la testimonianza (de relato) del colonnello De Rosa che riferì la confidenza del collega Sessa sulle paure di Scafarto di essere individuato come fonte delle notizie.Luca Lotti invece è stato assolto dall’accusa di rivelazione e favoreggiamento perché il destinatario della presunta ‘soffiata’, cioè Marroni, non era indagato e poi “la notizia rivelata non ineriva in alcun modo all’ufficio pubblico ricoperto” e “la rivelazione non è avvenuta in violazione dei doveri connessi alla funzione del Lotti”. Non solo: “Non vi è alcuna prova di una condotta di istigazione e sollecitazione ad ottenerla”. Italo Bocchino è stato assolto perché il fatto non sussiste: la sua condotta “è stata sin da principio ispirata non solo allo scetticismo rispetto alle capacità di influenza del Russo, ma sin dagli albori della sua conoscenza da parte del Romeo nell’anno 2015 ebbe a trasmettergli il messaggio che, dalle sue fonti affidabili, si trattava di un millantatore (…) Russo, da lui non a caso personalmente mai incontrato (…) talvolta da lui trattato a distanza con toni di sfida piuttosto che di sufficienza, essendo certo del fallimento delle ingerenze che vantava”.
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CHI DESIDERA RICEVERE ANCORA LA
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DEVE MANDARE UN MESSAGGIO WHATSAPP AL NUMERO
388.4293828
LA RASSEGNA COSTA LAVORO E SOLDI
E’ FATICOSA E BISOGNA INIZIARE ALLE 5 DEL MATTINO.
HO L’IMPRESSIONE CHE MOLTI ABBIANO VERGOGNA DI DIRE CHE A LORO NON INTERESSA
PERTANTO HO DECISO CHE ENTRO 10 GIORNI DA OGGI CHI NON AVRA’ RISCONTRATO IL PRESENTE MESSAGGIO NON RICEVERA’ PIU’ LA RASSEGNA CON MOLTI CORDIALI E SINCERI SALUTI
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Avviso del 16 novembre 24
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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