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L’Arte nasce a Scampia: Diego Cibelli

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Si svolgerà presso la GALLERIA ALFONSO ARTIACO, a Piazzetta Nilo 7, Napoli, dal 16/11/2024 al 11/01/2025, la seconda esposizione dell’artista napoletano Diego Cibelli (Napoli, 1987) dal titolo Un vuoto che non ha luogo.

Il progetto espositivo è concepito come una favola circolare in sei episodi che si snodano nelle sale della Galleria.

Le prime due sale esplorano il tema della nascita, intrecciando prospettive culturali e scientifiche.

Il percorso esistenziale prosegue inoltrandosi in territori onirici con Storie per farlo dormire ed Enigma, un’immersione negli spazi misteriosi e talvolta impervi della coscienza.

In questo viaggio, la stanza Beata fragilità diventa il luogo in cui si tenta di nominare e rendere
visibili le ombre che turbano l’animo umano.

Infine, l’enigma si risolve nell’ultima sala che prende il titolo della mostra: Un vuoto che non ha luogo.
Dal testo critico di Sylvain Bellenger, contenuto nel catalogo della mostra, Un vuoto che non ha luogo racconta la storia di un artista emerso dalla rivolta dell’Arte Povera che dominava esteticamente, intellettualmente e moralmente la formazione e gli ambienti artistici ancora negli anni ’10 del Duemila.
Diego Cibelli allora era uno studente e abitava, come tutt’oggi, a Scampia. Un artista che proviene da una rottura, oramai ben normalizzata, e da un quartiere di Napoli il cui stesso nome evoca tutto ciò che la speculazione edilizia, la società, la densità abitativa e l’urbanistica razionalista.

“Scampia senza rabbia” dice Diego. È stato proprio questo ambiente urbano a ispirare le sue prime metamorfosi.

Per Diego, l’appartenenza a un luogo, qualunque esso sia, è la parte più delicata e importante dell’essere umano.

La porcellana è quasi umana”, dice Diego, “porta con sé un’abbondanza di forme fusionali la cui generosità e profusione sono senza precedenti”. Ovunque c’è abbondanza, generosità, sorpresa, virtuosismo e abilità di cui meravigliarsi. Fin dalla prima stanza, gli animali presentati da Diego sembrano esseri parlanti, ma non dicono nulla. È la favola a dare il tono, ma non si tratta di Esopo, La Fontaine, Giambattista Basile o il Roman de Renard. Sono divertimento e infanzia, quella di tutti i bambini, come se l’artista fosse un adulto che non ha rinunciato alla fanciullezza, qualità intrinseca dell’arte.

Per Diego, come per Anna Maria Ortese ne Il Porto di Toledo, il mare è un elemento importante dell’identità napoletana, una costante del territorio che cerca di esprimere. Ad essere incorporato nella sua poetica non è tanto il paesaggio marino, ma i misteri ispirati dai disegni di ciò che non era mai stato visto prima degli straordinari schemi di uno dei grandi apostoli del darwinismo, Ernest Haeckel, maestro di Anton Dohrn, che nell’ambito della Stazione Marittima di Napoli cercò di trovare l’origine della vita nelle acque del Golfo di Napoli. Trasposti, trasformati, ingranditi e mutati in porcellana,i suoi disegni di invertebrati marini, radiolari, spugne, coralli, meduse e sinofobie, che avevano rivoluzionato la biologiamarina, mostrano le incredibili stravaganze a cui la natura e la vita si erano abbandonate. Sembrano appartenere a unaltro pianeta, quello dei sogni e delle trasformazioni che anche altre opere di Diego prendono in prestito dalla terra e dalle sue mitologie.
Diego Cibelli (nato a Napoli, 1987) vive e lavora a Napoli
Diego Cibelli è stato vincitore dell’edizione 2024 del Prix Carta Bianca. Sempre nel 2024 partecipa alla prima edizione e vince il Premio CARUSO. Nel 2022 partecipa alla Biennale Internazionale di Arte ceramica di Jingdezhen, Cina. Nel febbraio 2021 inaugura Feed Me with Domestic Stuff, personale presso lo spazio LAB.oratorio della Fondazione Made in Cloister. Nell’aprile 2021 inaugura presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte due personali: L’Arte del Danzare  assieme e Gates presso la Real Fabbrica. Nel 2019 ha avuto una residenza d’arte a Buenos Aires organizzata dall’istituto IGAV e il Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italiano in Argentina. La residenza si è conclusa con la personale presso l’Istituto di Cultura Argentino. Nel 2018 ha partecipato alla mostra Mine presso i Bagni Misteriosi di Porta Venezia a Milano. Nel 2016 ha esposto al MSU Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria e nel 2013 al Kunsterhaus Bethanien di Berlino. ll suo lavoro è nelle collezioni di musei come Il MAD Museum of Art and Design di New York e il Museo e Real Bosco di Capodimonte.

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