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AttualitàCaserta e Sannio

Caserta. ‘Quel fazzoletto color melanzana’: presentato il romanzo di Arianna Mortelliti, che abbiamo intervistato

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É stato presentato a Caserta, lo scorso 11 novembre, presso la libreria Giunti, l’ultimo lavoro della scrittrice Arianna Mortelliti dal titolo “Quel fazzoletto color melanzana”.

Hanno dialogato con lei la giornalista, dott.ssa Maria Laura Labriola, avvocato e Presidente dell’Associazione Quaercus Vitae, al suo secondo anno di attività; la prof.ssa Daniela Borrelli; l’avvocato e scrittrice Rita di Costanzo e la dott.ssa Ida Roccasalva. Sono intervenuti anche gli studenti del Giannone e i lettori del corso di scrittura emotiva.

Arianna Mortelliti, nipote del celebre Andrea Camilleri, ha saputo ritagliarsi uno spazio di rilievo nella narrativa italiana contemporanea grazie a una prosa che coniuga delicatezza emotiva e profondità psicologica. Il suo primo romanzo, “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni”, e il più recente “Quel fazzoletto color melanzana”, offrono un’immersione nelle dinamiche familiari ed esplorano i segreti e le complessità dei legami tra le generazioni.

Nel nuovo romanzo, la protagonista Lara ritorna nel paese natale, Castel Cielo, dopo la morte improvvisa dei genitori. Il romanzo si sviluppa intorno al mistero della morte dello “zio Rocco” e alla rete di segreti che avvolge l’intera cittadina, con personaggi come il fotografo Franco e il sacerdote Don Alfonso che sembrano custodire frammenti di verità mai del tutto svelata.

Arianna Mortelliti dimostra una notevole maturità narrativa, affrontando temi complessi come l’eredità familiare, il peso dei segreti e il potere del tempo. La sua capacità di creare atmosfere ricche di suspense e di dare voce a personaggi tormentati la rende una delle autrici più interessanti del panorama letterario.

Domanda:

Lara, il personaggio del tuo libro, viene travolta dalla tragica morte dei genitori in un incidente stradale.

Amore, protezione, segreti… la tua è una indagine nell’animo umano?

Risposta:

Sicuramente Lara fa una indagine sul suo animo. Ho cercato di costruire una sorta di giallo intorno al passato della protagonista. È un giallo perché ci sono tutti gli elementi e anche se poi non c’è la polizia, non c’è una vera e propria indagine, c’è il sospetto che questo non sia un incidente casuale. Ci sono una serie di indizi, di prove, ci sono i testimoni, perché Lara parla con le persone del paese che hanno visto i genitori qualche istante prima dell’incidente.  Ci  sono prove, lettere, fotografie, una serie di elementi che poi la porteranno alla verità.

Domanda:

C’è un fattore scatenante che quasi sempre è un evento tragico, capace di fare emergere il sommerso dell’animo umano?

Risposta:

In questo caso o genitori di Lara, soprattutto il padre rappresentavano un po la protezione  per cui lei era all’oscuro di alcune cose dato che il padre ha voluto così come vuole anche la nonna che invece è ancora in vita. Una volta che il padre non c’è più, viene via questa protezione e c’è questo lutto terribile di Lara ma lei è spinta a conoscere la verità anche se a volte è indecisa e torna sui suoi passi. È contrastata, non sa se continuare ad indagare sui suoi genitori o a ricordarli come loro avrebbero voluto. Alla fine però decide di scavare perché sa che in cuor suo è quella la cosa migliore. Per conoscere se stessa è importante capire da dove  proveniamo, i nostri percorsi, il nostro passato, da dove arriviamo. Ad un certo punto della vita, capire quello che sono state le persone che abbiamo intorno.

Ecco trovo che questa ricerca sia importante per i miei personaggi.

Domanda:

Cosa ispira la tua ambientazione?

Risposta:

Mio padre, la sua infanzia perché ho chiamato quel paese  Castel Cielo che è un nome di fantasia ma in realtà mi sono riferita a Ceprano che è in provincia di Frosinone che è un il paese dove mio padre è nato ed è vissuto fino a diciassette anni. Quindi quando ho pensato alla storia gliel’ ho raccontata e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto ambientarla a Ceprano. Gli ho chiesto di raccontarmi di qualche personaggio della sua infanzia e quindi alcuni personaggi del mio libro come ad esempio Franco il fotografo o padre Alfonso, li ha veramente conosciuti pur essendo qui di fantasia.

Domanda:

Franco è un personaggio puro e fa il fotografo.

C’è una metafora in questo personaggio?

Risposta:

Diciamo che volevo che il personaggio fosse come un bambino, che vedesse in maniera oggettiva, senza dare giudizi, i giudizi non sono importanti, l’importante è conoscere le motivazioni umane. La gente è sempre portata a giudicare ed io volevo aiutare Lara in questa ricerca e Franco l’aiuterà in maniera inconsapevole come un personaggio che non fosse in grado di avere un giudizio. Quindi lui è importantissimo perché fornisce le sue foto delle persone, dei luoghi.

Domanda:

Quale personaggio hai amato di più e quale hai avuto più difficoltà a costruire?

Risposta:

Rispetto al primo romanzo in  questo caso la protagonista è una donna più o meno della mia età, quindi mi sono semplificata la vita perché nel primo romanzo c’era un uomo di novantacinque anni , per giunta in coma.

Qui nella narrazione entra ogni tanto in prima persona la nonna di Lara, Agnese, e questo per me sicuramente non è stato facile , sia per l’età, sia per la questione caratteriale perché ho voluto una donna che rispecchiasse le mie due nonne, un mix insomma, e che non è nelle mie corde come la protagonista anche perché ha un vissuto molto pesante, traumatico a causa della guerra, dunque qualcosa che per me è distante , a parte. È comunque un personaggio necessario per quanto sia stato difficile toccare certi periodi storici, il che va fatto con molta delicatezza.

Domanda:

Perché il tema degli ortaggi nei suoi libri?

Risposta:

È cominciato tutto con il primo romanzo perché avevo chiamato il file sul  computer  “peperoni” dato che non avevo ancora idea di che titolo dargli e non volevo che nessuno sapesse che stavo scrivendo un romanzo e aprendo il computer non avrebbero letto “libro” o “ romanzo”. Inoltre io sono vegetariana e poi ti dirò, sono rimasta affezionata a questo nome per cui per me quel primo romanzo rimarrà “peperoni” che ho usato anche nel titolo che è diventato : “ Quella volta che mia moglie cucinato i peperoni “ . Da quel momento ho pensato che avrei messo sempre gli ortaggi perché i peperoni mi avevano portato fortuna e così per il mio secondo romanzo ho inserito le melanzane e poi arriveranno gli asparagi….

Domanda:

Che ricordo ha di suo nonno?

Risposta:

Ho un ricordo bellissimo di mio nonno. Ho avuto la fortuna di averlo accanto per trentadue anni, quindi ho vissuto tantissime fasi della mia vita ed è sempre stato un nonno molto presente. Era un nonno molto moderno , con cui si poteva parlare di qualunque argomento, vicino ai giovani . Aveva un rapporto bellissimo non solo con me ma con tutti i nipoti. Sicuramente lui mi ha ispirata. Io mi sono laureata in biologia, quindi un percorso molto diverso ma nell’ultimamente fase della sua vita io l’ho supportato nella stesura del suo libro uscito postumo e quindi mi ha ispirata questo periodo di lavoro insieme. Lui lavorava tantissimo e mi ha aperto tutto un mondo, quello della scrittura, che non era vicino a me . Sono sempre stata una grande lettrice, ho sempre avuto un diario, però scrivere un libro è tutta un’altra storia e supportarlo nella scrittura di un libro mi ha aperto un mondo bellissimo.

Domanda:

Che scrittrice si sente?

Risposta:

Sento di voler raccontare storie di famiglia,  legami familiari e della comunicazione soprattutto dove manca. Mi trovo a mio agio così. Credo che continuerò ancora un po su questi temi.

(di Angela Barbieri – Fonte: CasertaSette – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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