Il meglio da “Il Fatto”, “Agi”, “Ansa”, AdnKronos”, “Cronachedi”, “Notix,it”, l’Anteprima di giornali e il Briefing nella Rassegna Stampa a cura di Ferdinando Terlizzi –
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In Italia si assumono più antibiotici, soprattutto al Sud
Lo dice il Rapporto OsMed 2023 sull’uso dei medicinali in Italia, redatto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Rispetto al 2022 si è registrato un +6,4%. 4 persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescizione
13 novembre 2024
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5 minuti
AGI – Il consumo di antibiotici risale in Italia: lo scorso anno +6,4% rispetto al 2022. Lo dice il Rapporto OsMed 2023 sull’uso dei medicinali in Italia, redatto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). È ormai noto che la diffusione dei batteri resistenti agli antimicrobici è indicata dall’OMS come una delle grandi emergenze sanitarie, al punto che nel 2050 potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti nel mondo. Ed è un problema che riguarda da vicino l’Italia, visto che ha la maggiore resistenza riscontrata in Europa (con 200mila pazienti l’anno colpiti da batteri resistenti) e che causa 11mila vittime.
Per questo desta preoccupazione la ripresa, a partire dal 2022, del consumo di antibiotici nel nostro Paese, che in un anno è per l’appunto salito del 6,4%. Il Rapporto dell’Aifa ci dice che lo scorso anno quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno in corso d’anno, contro il 30,9% del Nord e il 39,9% del Sud. Differenze che fanno riflettere anche sull’appropriatezza delle prescrizioni e dei consumi.
È inoltre in costante, seppur lieve, la crescita del consumo degli antibatterici a prevalente uso ospedaliero. Sono ormai 10 anni che si registra un incremento. “Considerando che alcuni di questi antibiotici sono usati nel trattamento delle infezioni causate da microrganismi multi-drug resistant, tali dati – si legge nel Rapporto – suggeriscono la necessita’ di migliorare la sorveglianza delle infezioni nosocomiali nelle strutture sanitarie, garantendo una risposta tempestiva e adeguata alle infezioni. Emerge, pertanto, la necessità di implementare programmi di ‘Antimicrobial Stewardship’ in particolar modo nelle popolazioni ad alta prevalenza d’uso per ottimizzarne il consumo e ridurre la resistenza antimicrobica”. E a questo punto interviene anche il tema dell’appropriatezza prescrittiva. Una prescrizione farmacologica può essere considerata appropriata se effettuata all’interno delle indicazioni cliniche per le quali il farmaco si è dimostrato efficace ed autorizzato se vengono rispettate le sue indicazioni d’uso, in termini di dosaggio e durata del trattamento. Il Rapporto OsMed diffuso dall’Aifa evidenzia che c’è ancora da lavorare su entrambi i fronti.
In termini di appropriatezza prescrittiva e d’uso, informazioni utili vengono dai dati di consumo disaggregati per regione, che mostrano differenze che non trovano giustificazione nei dati epidemiologici, che in più di un caso evidenziano un uso maggiore in aree dove non risulta una più alta incidenza delle patologie per il quale il farmaco è indicato. Guardando appunto agli antibiotici si osserva che in Italia il consumo medio nel 2023 è stato pari a 17,2 dosi giornaliere per 1000 abitanti, con un consumo che è pero’ di 14,5 dosi a Nord, di 20,3 al Sud e di 18,2 al Centro. Ancora più marcate le differenze se si vanno a osservare i dati delle singole regioni: si va dalle 11,1 dosi di Bolzano alle 22,4 dosi dell’Abruzzo, alle 21,7 della Campania e le 21,5 dosi della Basilicata.
Eppure non esistono studi che dimostrino una marcata prevalenza di ulcere peptiche e malattie da reflusso esofageo al Sud, dove ora si consumano 100,5 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti di farmaci contro queste malattie, in particolare gli inibitori della pompa acida, contro il 70,7 al Centro e il 77 al Nord. Con differenze regionali che vanno dalle 122,4 dosi della Campania o le quasi 100 della Basilicata, per scendere della metà e oltre in Umbria (50,7), Bolzano (51,2) e Toscana (56,7). E per restare nelle diversità territoriali, anche il consumo di antidiabetici è ad esempio più alto al Sud (83,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti contro le 64,5 del Nord e le 67,9 del Centro.
Differenze dovute a una maggiore prevalenza d’uso, che è del 7,7% della popolazione meridionale contro il 6,5% della media nazionale. L’Aifa precisa che benché tali dati evidenzino una profonda differenziazione tra le regioni del Sud e, in alcuni casi, anche del Centro, rispetto al Nord Italia, tuttavia “non possono essere interpretati esclusivamente come una generica inappropriatezza delle scelte dei medici, avulsa dalle caratteristiche del contesto assistenziale e sociale in cui si determinano”. Infatti, “l’attività prescrittiva è la conseguenza e l’esito anche dell’interazione con i pazienti, dipende dalla fruibilità e dall’organizzazione dei percorsi assistenziali, accesso alla diagnosi e al monitoraggio dei trattamenti”.
Donna uccisa nel Cilento, indagato il compagnoConferma degli inquirenti. Riserbo sugli sviluppi dell’inchiesta
SALERNO, 12 NOV – E’ stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio il compagno di Silvia Nowak, la donna tedesca di 53 anni il cui corpo venne trovato semi-carbonizzato il 18 ottobre scorso a Ogliastro Marina, nel Cilento.
La notizia è stata confermata all’ANSA dagli inquirenti, che tuttavia mantengono il riserbo sugli sviluppi dell’inchiesta.
L’avvocato Felice Carbone, che assiste l’uomo, un 62enne pure lui di nazionalità tedesca, interpellato dall’ANSA, ha detto di non aver ricevuto finora alcuna comunicazione formale.
Le indagini vengono coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania, che continua gli accertamenti condotti dai carabinieri e che si basano anche su analisi svolte dal Ris nella villetta in cui viveva la coppia, nel giardino circostante e nel camper dei due tedeschi. Analisi di cui si attendono ancora tutti i risultati definitivi. Non si esclude che l’eventuale iscrizione nel registro degli indagati sia funzionale allo svolgimento di alcuni atti irripetibili che la procura e i periti si accingerebbero a compiere.
L’alibi dell’uomo sarebbe consistito soprattutto nelle testimonianze e nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo riprenderebbero mentre dorme su una sedia all’esterno della casa nell’orario in cui viene collocato l’omicidio, ma – sempre secondo indiscrezioni, non confermate ufficialmente – le immagini in cui compare il tedesco sarebbero in realtà successive al delitto. L’uomo ha comunque sempre sostenuto la sua innocenza.
Secondo quanto emerso finora, Silvia Nowak sarebbe stata uccisa subito dopo la sua scomparsa, martedì 15 ottobre, colpita con un oggetto contundente e poi accoltellata. Il suo assassino, in seguito, avrebbe dato fuoco al corpo, che tuttavia non è bruciato completamente, per cancellarne ogni traccia. Il cadavere è stato trovato venerdì 18 ottobre a un centinaio di metri dalla villetta della coppia. A denunciare la scomparsa della donna era stato proprio il compagno, con cui Silvia aveva deciso di trasferirsi dalla Germania per vivere in Italia.
Trump sceglie Musk per guidare nuovo Dipartimento per efficienza del governo
Insieme all’ex candidato repubblicano alla presidenza Vivek Ramaswamy
Musk, fondatore di Tesla e SpaceX e proprietario di X, è stato uno dei principali donatori di Trump durante la sua campagna presidenziale.
“Mi aspetto che Elon e Vivek apportino modifiche alla burocrazia federale con un occhio di riguardo all’efficienza e, allo stesso tempo, al miglioramento della vita di tutti gli americani”, ha dichiarato Trump, il quale ha sottolineato che lavoreranno insieme per ‘liberare’ l’economia statunitense e rendere il governo ‘responsabile’ nei confronti dei cittadini.
Teverola. Mazzette per ottenere dal Comune permessi a costruire: 8 misure cautelari
Questa mattina l’ordinanza notificata dai carabinieri
Corruzione in Comune: il gip Daniele Grunieri ha disposto otto misure cautelari. Arresti domiciliari per Biagio Lusini e Tommaso Barbato, entrambi ex sindaci, Gennaro Pitocchi, ingegnere, e Pasquale De Floris, già capogruppo di maggioranza durante l’amministrazione di Gennaro Caserta (estraneo all’inchiesta). Divieto di dimora a Teverola, invece, per Pasquale Buonpane, assessore durante la sindacatura di Barbato; Angelo Morra, imprenditore; Alessandro Pisani, dipendente dell’ufficio tecnico; e Teresa La Palomenta.
Tra i temi al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo della Procura di Napoli Nord, ci sono la lottizzazione Schiavone (nell’area Madama Vincenza), la realizzazione di Palazzo Miniero e i lavori in via Verde. Oltre agli otto destinatari del provvedimento restrittivo, ci sono altre sette persone indagate a piede libero per le quali la Procura aveva chiesto misura, ma il gip ha rigettato l’istanza.
Il lavoro svolto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, a detta degli inquirenti, ha fatto emergere condotte corruttive in relazione al rilascio dei permessi a costruire dall’ufficio tecnico. Un presunto giro di mazzette in cui sarebbero coinvolti amministratori, uomini d’affari e tecnici per costruire violando le regole.
In relazione alla lottizzazione Schiavone, la Procura ritiene che sia stata data, nel 2021, una mazzetta di 15mila euro data a Tommaso Barbato e Pasquale Buonpane, allora rispettivamente sindaco e assessore. In cambio, avrebbero dovuto favorire il rilascio di un permesso a costruire a Davide Vargas (indagato a piede libero), al tempo responsabile dell’area tecnica, in favore di Pasquale Schiavone, proprietario dei terreni in località Madama Vincenza, dove era in progetto la costruzione di quello che sarebbe stato chiamato Parco Iris. Quei permessi, ritenuti illegittimi, venivano poi volturati alla ditta Delfi, amministrata da Angelo Morra, i cui soci erano i figli (non indagati) di Biagio Lusini, ex sindaco e in quel periodo consigliere di minoranza (nel 2019 si era candidato alla guida di una civica sfidando proprio Barbato nella corsa alla fascia tricolore). Lusini, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto da intermediario nella presunta mazzetta, consegnando i 15mila euro ricevuti da Schiavone al sindaco e all’assessore.
Secondo la Procura di Napoli Nord, hanno avuto un ruolo importante in questa presunta vicenda corruttiva anche l’ingegnere Gennaro Pitocchi, in qualità di tecnico privato, persona di fiducia di Lusini e in rapporti con la Delfi (è stato anche direttore dei lavori per la realizzazione degli appartamenti), e Pasquale De Floris, al tempo consigliere comunale. Vargas, sostiene la Procura, aderendo a questo supposto sistema di illeciti amministrativi, avrebbe beneficiato di lavori di ristrutturazione a prezzo di costo presso l’abitazione della compagna, situata a Napoli, eseguiti dalla società di De Floris, la D.F. Costruzioni, che poi si è occupata del cantiere, afferma l’accusa, del Parco Iris.
Le persone raggiunte da misura cautelare sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
Giustizia & Impunità
“Ce la metto tutta, ma è difficile utilizzarli!”: l’indagata che non riusciva a spendere i soldi delle tangenti. Appalti Asl truccati a Bari, 10 arresti
L’inchiesta ha fatto emergere “un sistema di corruzione endemica e molto radicata”. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati oltre 300mila euro in contanti e 17 borse di alto valore. Il procuratore Rossi: “Impossibili indagini così con la nuova riforma delle intercettazioni”
“Sono tutta decorata Cartier, Vuitton, Hermes“: è il primo maggio e a bearsi della sua borsa e dei suoi gioielli – intercettata da una microspia della Procura – è Paola Andriani, la moglie di un dirigente dell’Asl di Bari, Nicola Iacobellis. Entrambi sono tra i 10 arrestati per un giro di tangenti legato agli appalti dell’azienda sanitaria. L’indagine ha portato alla luce, secondo la Procura di Bari, un sistema “diffuso” di corruzione con “mercificazioni seriali della funzione pubblica” come sottolineano i magistrati. In sostanza gli imprenditori coinvolti, in cambio degli appalti (tra cui quello del “gabbione” dell’ospedale San Paolo di Bari, il reparto dei detenuti ricoverati, e della “Casa della Salute” del comune di Giovinazzo) pagavano tangenti in borse di lusso, ristrutturazioni delle case, denaro. Tanto denaro, troppo denaro a sentire la conversazione della coppia di coniugi registrata in un’intercettazione ambientale: hanno la predilezione per gli oggetti di lusso, li acquistano tutti con i contanti che chiamano “ducati“, custoditi secondo le indagini nella villetta di Selva di Fasano. La coppia – come ricostruisce l’agenzia Ansa – parla anche del “cash” che non riesce a spendere, della dipendente del loro dentista che “storce il naso” quando loro le propongono di pagare in contanti 6mila euro di spese mediche. Ma gran parte delle preoccupazioni della donna sono per il danaro che hanno accumulato che è “diventato difficile utilizzare”. Dice Andriani in uno sfogo col marito: “Se mi girano i c… comincio a spendere tutto, domani mi compro l’orecchino! E cominciamo con l’orecchino”. (…). “Questo – prosegue la donna – è un ottimo sistema”. E ancora: “Aumentiamo invece di diminuire, aumentiamo! Il problema è che come ti dicevo non riesci a… ormai è diventato difficile anche… capito? Veramente è diventato difficile utilizzarli! Io ce la metto tutta… ma quest’anno è stato tosto”. Durante le perquisizioni a tutti gli indagati sono stati sequestrati contanti per 250mila euro ai pubblici ufficiali e 70mila agli imprenditori coinvolti, oltre che 17 borse di alto valore.In carcere sono finiti Nicola Sansolini, direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica; Nicola Iacobellis, responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari; Concetta Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili srl, Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo di Puglia (Bari). Il giudice ha invece firmato gli arresti domiciliari per Paola Andriani, moglie di Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl.I reati contestati sono a vario titolo associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti. Un’indagine – condotta dalla Guardia di Finanza, che fa emergere un “quadro inquietante di collusione” e un sistema di “corruzione endemica e molto radicata” (parole dei magistrati), ma che non sarebbe stata possibile con la nuova riforma sulle intercettazioni del governo Meloni che limita a 45 giorni la possibilità di tenere sotto controllo le conversazioni degli indagati. A dirlo è stato il procuratore di Bari Roberto Rossi: “Se entrerà in vigore la nuova disciplina sulle intercettazioni, indagini di questo tipo non saranno più possibili. Qui le intercettazioni sono andate avanti per mesi”. “Occorrono maggiori strumenti repressivi – ha aggiunto Rossi – se continuano a toglierli e a ridurli queste indagini non si faranno più”.L’effetto perverso del tornado di corruzione era quello consueto: lavori di qualità più bassa e costi lievitati. “La corruzione incide sulla qualità dei lavori, e quindi dei servizi di cui si servono i cittadini. In alcuni casi – afferma il procuratore Rossi – gli stessi che approvavano i lavori si rendevano conto che il livello era talmente basso che non bisognava esagerare”. E intanto il costo per la collettività impennava. “Io ho stimato che di quei lavori forse 5mila euro stanno (…) Come li giustifichiamo gli altri 120mila euro?” chiedono a un certo punto gli indagati mentre parlano tra loro. A un imprenditore, spiegano gli inquirenti, erano stati dati “ampi margini di discrezionalità” nella “redazione dei computi metrici” che avrebbe comportato una maggiorazione dei costi, “di cui erano perfettamente a conoscenza” i pubblici ufficiali.Come spiega Rossi in conferenza stampa l’inchiesta è nata a ottobre 2023 da un altro filone sulla Protezione civile regionale, per le quali è già stato condannato l’ex dirigente Mario Lerario. “Uno degli imprenditori coinvolti in queste inchieste – ha precisato Rossi – faceva riferimento ad altri appalti, e per questo abbiamo aperto un nuovo filone di intercettazioni, soprattutto ambientali”. Per provare ad aggirare eventuali indagini, il gruppo attuava delle cautele: negli uffici non avveniva lo scambio di denaro (che si trovava nascosto in buste o cartelline); gli indagati parlavano solo dopo aver lasciato il cellulare in stanze diverse; i contanti venivano lasciati nelle giacche, o in borse che si trovavano in macchina, e poi altri andavano a recuperarli.Ai fini delle indagini sono state fondamentali le intercettazioni ambientali, nonostante le varie cautele utilizzate dagli indagati. Tra queste, anche lo scambio di “pizzini” nella stessa stanza per non essere intercettati. E proprio l’idea di essere sottoposti a perquisizioni ha spinto alcuni indagati a concordare tra loro una eventuale versione da dare agli inquirenti. “Se vengo a fare una perquisizione a casa tua e ti trovo 20mila euro in contanti, tu puoi dire: “Io quei 20mila euro li ho avuti da mio padre che mi ha dato…” (…) “…mi ha dato l’eredità, ce li aveva”, dicono gli indagati, intercettati. Oppure: “Io percepisco il fitto a nero, quelli sono tutti i fitti che io ho percepito e che ho tenuto… che ho tenuto da parte”. Ma tra loro si tranquillizzavano rispetto anche a eventuali processi: “Allora il cristiano lo puoi arrestare, però poi al processo, o comunque lo puoi indagare, ma al processo se ne uscirà pulito perché quello… l’avvocato dimostrerà che quei soldi dove sta scritto che è la tangente? Mica sta scritto sopra alla banconota ‘tangente’. Quindi tu… (…) per poter arrestare, devi fare… devi avere la flagranza di reato, che è una cosa quasi impossibile da fare”.
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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)