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TEVEROLA : CORRUZIONE E ABUSI NELLA PUBBLICA LOCALE

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A Teverola, piccolo centro del casertano, un’inchiesta complessa e pluriennale ha portato alla luce un intreccio di corruzione e favoritismi tra politica, tecnici e imprenditoria. L’operazione, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Aversa, ha visto il sequestro del Parco Iris, un plesso residenziale in costruzione, e di un edificio in via Fratelli Bandiera. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha disposto inoltre misure cautelari nei confronti di otto persone, tra cui politici e funzionari locali.

 

Corruzione e Favoritismi: il Ruolo di Lusini e Barbato

Tra i principali protagonisti dell’indagine emergono Biagio Lusini, ex sindaco di Teverola e poi consigliere comunale, e Tommaso Barbato, ex sindaco e attuale consigliere. Lusini avrebbe agito sia come imprenditore che come rappresentante comunale, intrecciando legami con la giunta per facilitare progetti edilizi su terreni agricoli, resi edificabili attraverso una revisione del piano urbanistico comunale. In questo scenario, Barbato e l’assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale De Floris, avrebbero agevolato il rilascio di permessi edilizi dietro compensi economici.

 

Le Indagini e il “Contesto Inquietante”

L’inchiesta, definita dalla Procura un “contesto a dir poco inquietante”, si è sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, documenti e appostamenti. Il quadro delineato dagli investigatori è quello di una gestione amministrativa illecita, in cui l’interesse pubblico era subordinato alle esigenze di imprenditori locali, con funzionari pubblici pronti a infrangere la legge per tornaconti personali. La Procura ha rivelato come, per anni, la gestione comunale fosse completamente nelle mani di un gruppo ristretto di persone, in violazione dei principi di trasparenza e legalità.

 

L’Interesse dei Politici e il Doppio Gioco di Lusini

Le intercettazioni hanno evidenziato che la macchina amministrativa era controllata da figure legate alla giunta comunale e ad alcuni consiglieri. Lusini, pur essendo consigliere di minoranza, sarebbe stato il promotore di una serie di progetti immobiliari, gestendo un “doppio ruolo” tra imprenditore e politico. La sua posizione gli avrebbe permesso di mediare tra i proprietari dei terreni e figure di vertice della giunta, tra cui lo stesso Barbato e l’assessore De Floris.

 

Mazzette e Complicità per i Permessi Edilizi

Secondo le ricostruzioni, Barbato e De Floris, in cambio di denaro, avrebbero agevolato il rilascio di permessi di costruzione, con la complicità del responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, nominato ad hoc per facilitare questi processi. Il sistema era ormai consolidato e le modalità di corruzione ripetitive e sistematiche: il denaro e altre utilità venivano trasferiti tra privati e amministratori in modo da garantire l’autorizzazione di opere edilizie, spesso irregolari.

 

La Caduta della Giunta: Arresti e Dimissioni

Il caso ha avuto conseguenze politiche rilevanti. Dopo le elezioni del 2024, Barbato, già sindaco coinvolto nelle indagini, è stato rieletto come consigliere e nominato vicesindaco. Altri indagati, come De Floris e un ex assessore ai Lavori Pubblici, sono stati eletti con diversi incarichi, ma la loro permanenza è stata breve: in ottobre hanno rassegnato le dimissioni dopo interrogatori presso il Tribunale di Napoli Nord.

 

Un Modus Operandi Lungo e Sistematico

Questa rete di corruzione e favoritismi si è protratta per anni, attraversando due diverse amministrazioni comunali. Politici e tecnici, pur cambiando ruoli nel tempo, sono rimasti fedeli a un sistema che garantiva continuità ai loro interessi illeciti. I cittadini, per ottenere permessi edilizi, sapevano di dover versare somme di denaro a una ristretta cerchia di amministratori, che agivano con il supporto di consiglieri e tecnici comunali compiacenti.

 

Conclusioni e Impatto sull’Opinione Pubblica

L’inchiesta rappresenta un duro colpo per la politica locale di Teverola, evidenziando una situazione radicata e pervasiva di abuso di potere. Secondo il Procuratore Capo Maria Antonietta Troncone, il contesto emerso è allarmante: la corruzione diffusa e la subordinazione della politica agli interessi privati hanno messo in luce un sistema organizzato che minava i principi fondamentali della pubblica amministrazione.

 

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