Povertà educativa. Con “Connessioni digitali” aumentano le competenze nei ragazzi e diminuisce il gender gap
Nella mappa europea sulle competenze digitali i nostri ragazzi tra i 16 e i 19 anni si collocano in quart’ultima posizione. Solo il 58% è infatti in possesso di competenze digitali di base; il 42% ne è privo, contro una media europea del 31%. Per potenziare queste skill e formare cittadini digitali consapevoli è nato il progetto “Connessioni digitali ”- promosso da Save the Children e sostenuto dal Gruppo Crédit Agricole in Italia – dedicato a ragazze e ragazzi di scuole secondarie di primo grado, che consiste nella creazione di percorsi di didattica digitale integrati all’insegnamento dell’educazione civica. I risultati del primo triennio, validati dall’Istituto italiano di valutazione, sono stati presentati il 5 novembre a Roma.
Cittadini digitali consapevoli. “È necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nell’acquisizione delle competenze digitali indispensabili per diventare cittadini digitali consapevoli e responsabili, equipaggiati per affrontare le sfide e cogliere le opportunità, per costruire un futuro migliore. Eppure il nostro Paese riscontra ancora un significativo ritardo”, ha spiegato in apertura dell’incontro Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. Di qui il progetto “Connessioni digitali” per “contrastare la povertà educativa digitale”. Fondamentale, per Fatarella, il ruolo della scuola. “Lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale – ha concluso – passa anche e soprattutto dalla capacità degli studenti di appropriarsi degli strumenti digitali”, passando
“da consumatori passivi a consumatori critici e produttori responsabili di contenuti e nuove architetture”.
Quasi 6mila studenti. Il progetto triennale (2021-2024) ha coinvolto 99 scuole secondarie di primo grado in tutta Italia, (49 al Sud e nelle isole, 24 al Centro e 26 al Nord). Ogni scuola ha partecipato per due anni scolastici: 38 nel biennio 2021-2023, mentre altre 62 nel 2022-2024. In particolare, sono 56 le città interessate in 17 regioni (Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), con più di mille docenti e un totale di 5.843 studentesse e studenti tra i 12 e i 14 anni coinvolti.
Impatto positivo. Positivo l’impatto sullo sviluppo delle competenze digitali dei circa 6mila studenti coinvolti. È quanto emerge dalla valutazione di impatto condotta su tre livelli dall’Istituto Italiano di valutazione sulle scuole che hanno preso parte al progetto. Per quanto riguarda le competenze digitali, l’impatto positivo emerge in tutte le dimensioni che definiscono la povertà educativa digitale (opportunità di apprendimento per comprendere, per essere, per vivere assieme, per vivere una vita autonoma e attiva). L’impatto maggiore si osserva nella capacità di relazionarsi e vivere attivamente la comunità digitale. Molto positivo anche il giudizio dell’80% dei docenti; il progetto ha inoltre favorito il dialogo tra la scuola e il territorio: ben 56 istituti hanno attivato diverse collaborazioni, in modo particolare con enti pubblici o associazioni.
Steam e gender gap. Secondo l’Istituto italiano d valutazione,
le studentesse hanno mostrato un miglioramento più significativo rispetto ai coetanei maschi,
“risultato molto interessante – si legge nel report – per colmare il gender gap formativo e lavorativo riguardo alle carriere legate alle discipline Steam (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica)”.
80 newsroom e 2.147 contenuti realizzati. I ragazzi e le ragazze coinvolte hanno realizzato prodotti di comunicazione digitale basandosi sulle loro esperienze, imparando ad utilizzare le tecnologie in modo consapevole e migliorando il loro attivismo civico. Il progetto ha previsto infatti la creazione di un’aula-ambiente di apprendimento creativo con materiali e dotazioni tecnologiche per la creazione di contenuti, all’interno della quale i ragazzi hanno sperimentato a rotazione diversi ruoli. Sono 80 le newsroom realizzate, che resteranno a disposizione delle scuole anche dopo la conclusione del progetto in Lazio (13), Campania (10), Sicilia (9), Puglia (8), Lombardia (8), Piemonte (7), Abruzzo (5), Veneto (4), Sardegna (3), Toscana (3), Calabria (3), Trentino-Alto Adige (2), Umbria (1), Basilicata (1), Emilia-Romagna (1), Friuli-Venezia Giulia (1) e Marche (1). Gli studenti hanno realizzato prodotti di scrittura digitale, podcasting, digital storytelling e marketing sociale: in totale ben 2.147 contenuti. “Connessioni digitali” si avvale della collaborazione e della supervisione scientifica del Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media all’innovazione e alla tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), della partnership con Ansa e dell’implementazione a livello territoriale della cooperativa Edi Onlus.
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