Caserta. ‘Oggi è necessario liberare Gesù’: mercoledì ‘La Canonica’ presenta il libro di monsignor Nogaro
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“La Canonica” riapre il cancello per la sessione autunnale mercoledì 23 ottobre 2024 con inizio alle ore 17 precise per la presentazione del libro “Oggi è necessario liberare Gesù” di Raffaele Nogaro e compagne e compagni di cammino.
Edito dalla Casa Editrice “L’Aperia” di Caserta, il libro ha una prefazione di Dacia Maraini, una postfazione di Angelo Crescente e una presentazione di Antonio Malorni.
Tutti gli interessati sono invitati a partecipare a questo importante evento di cultura laica.
Gli incontri de “La Canonica” successivi saranno sempre di mercoledì e non più di giovedì come è stato in questi lunghi anni di attività.
Di seguito il testo della presentazione al libro
Siamo figli di una società la cui cultura ha radici cristiane, ma cristiana non è più. Viviamo stagioni sempre più disumane e questo alimenta il mito dei “bei tempi antichi”, che, in verità, belli proprio non erano. La responsabilità di questa profonda crisi non è del progresso scientifico e tecnico, come spesso si afferma, ma del fatto che nella nostra esperienza personale, in quella familiare (chi si raccoglie ancora in preghiera nella propria famiglia?), politica (chi antepone il bene comune a quello personale o di clan?), sociale, scolastica, massmediatica, nazionale e internazionale abbiamo smesso di seguire Gesù, anche perché la Chiesa ce lo ha tenuto piuttosto nascosto. Già Giovanni XXIII, in maniera profetica, era andato alla radice della nostra crisi di civiltà con parole molto dure per lui, “Papa buono”. Dopo aver lodato i progressi economici, tecnico-scientifici e il livello di vita dei popoli sviluppati, nell’enciclica Mater et Magistra (1961) scriveva: «Rileviamo con amarezza che nei Paesi economicamente sviluppati non sono pochi gli esseri umani nei quali si è attenuata o spenta o capovolta la coscienza della gerarchia dei valori… I valori dello spirito sono trascurati, dimenticati o negati; mentre i progressi delle scienze, delle tecniche, lo sviluppo economico, il benessere materiale vengono caldeggiati e propugnati spesso come preminenti e perfino elevati ad unica ragione di vita… L’aspetto più sinistramente tipico dell’epoca moderna, sta nell’assurdo di voler ricomporre un ordine temporale solido e fecondo prescindendo da Dio, unico fondamento nel quale soltanto può reggersi; e di voler celebrare la grandezza dell’uomo disseccando la fonte da cui quella grandezza scaturisce e della quale si alimenta».
Papa Giovanni nel suo breve pontificato ha ribadito in più occasioni questo concetto per cercare di vivificare la missione della chiesa all’evangelizzazione. Infatti, anche nel terzo comma della Costituzione Apostolica Humanae Salutis per l’indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II sostiene con forza che non si può riorganizzare un ordine temporale prescindendo da Dio, per cui la soluzione alla crisi è quella di “immettere l’energia perenne, vivificante, divina del Vangelo nelle vene di quella che è oggi la comunità umana.”
Dopo oltre 60 anni dobbiamo purtroppo constatare che la situazione è peggiorata anche perché la Chiesa cattolica intanto non si è innovata come ci si aspettava nel dopo Concilio ed è rimasta organizzata come un “sacro romano impero”, con al vertice il papa, sovrano assoluto, e sotto di lui l’aristocrazia dei cardinali, dei vescovi e dei preti e, infine, in funzione passiva, il “popolo suddito” dei fedeli. Neanche l’arrivo provvidenziale di Papa Francesco è riuscito a modificare questo assetto. Anzi, tutti i suoi tentativi di trasformare la piramide gerarchica sono stati fortemente avversati, a partire dall’episcopato nord-americano con il quale permane in atto un forte braccio di ferro. I detentori degli uffici, in maniera assolutamente anti-evangelica, continuano a stare “sopra”, non “dentro” il popolo di Dio, come suoi padroni e non come suoi servitori, come Gesù aveva raccomandato di fare ai suoi apostoli.
Insomma, la Chiesa non vuole rinnovarsi e per questo motivo l’emorragia di fedeli è ormai inarrestabile e gli esiti sono drammaticamente prevedibili a meno che non intervenga un evento nuovo o sorga un uomo nuovo capace di invertire questo processo. Personalmente non capisco perché ci sia la forte indisponibilità e strenua resistenza delle gerarchie ad avviare un processo anche graduale, ma non lento, di rinnovamento. E mi chiedo con quale lente venga letto il Vangelo se non si capiscono cose semplici, evidenti anche a me che non sono un esegeta. Ad esempio nel Vangelo molte sono le volte in cui gli Evangelisti riportano un modo caratteristico di Gesù di approcciare i suoi interlocutori. Su molte questioni Egli esordisce esprimendosi così: «Vi è stato detto [riferendosi cioè alla tradizione]… ma io [invece] vi dico». Perché Gesù si esprime così? Perché vuole evidenziare l’erroneità di una prassi circolare conservativa che, perpetuandosi senza una revisione critica, diventa, con le contaminazioni e le stratificazioni del tempo, profondamente sbagliata. Niente è immune dal contagio generazionale, culturale, psicologico e sociale e volere imporre qualsiasi «tradizione» come definitiva e immutabile è un errore macroscopico e mortale. Le tradizioni prese alla lettera conducono sempre altrove. Per questo esse vanno sempre rinverdite. Ed è quello che faceva Gesù con il suo «… ma io vi dico», insegnando così un nuovo modo di essere in relazione con gli altri, piuttosto che una nuova religione, e un nuovo modo di rapportarsi anche con il nuovo dio universale, dio non solo di Israele, il suo e nostro “Abbà”, il “Padre-Madre” con le viscere materne della misericordia, che ama tutti senza distinzione di persona e che ciascuno può pregare e incontrare nel segreto della sua stanza e non negli sfarzi dei templi e nelle liturgie delle cattedrali.
In questo quadro di estrema drammaticità già da tempo si è levata forte e chiara la voce di Padre Raffaele Nogaro il quale ha trovato una soluzione per arginare la crisi e riprendere quota: a) agire per “liberare Gesù”, per ricondurlo in mezzo a noi, rompendo quelle catene che attualmente lo tengono prigioniero della chiesa, della politica, dell’economia, della scienza, della scuola e di ogni altra struttura umana che opera per archiviarlo come cosa inutile invece di bere la sua acqua che toglie la sete per sempre e che diventa in ognuno una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna (Cf Gv 4,14); b) agire affinché le donne possano conquistare pari dignità nella chiesa e siano protagoniste del rinnovamento.
La voce di Nogaro non è una voce nel deserto. Sta già circolando da tempo, e non solo in Italia*, in migliaia e migliaia di copie il suo volumetto “Oggi è necessario liberare Gesù”. Tra poco circolerà anche questo ponderoso volume, che porta lo stesso titolo, nato perché Padre Nogaro ha voluto creare con un gruppo di amiche e amici un momento di riflessione sui temi da lui sollevati per verificarne la presa, la portata e la diffondibilità con effetto a catena (spillover evangelico) per invertire il processo di dissoluzione della chiesa e avviarne quella riforma in cui le donne ne siano il motore principale.
Lo spillover evangelico, se si riuscirà a farlo partire, è l’evento nuovo prima auspicato, capace di invertire il processo di dissoluzione della chiesa e di riportare Gesù al centro della vita. Esso si basa sul meccanismo della reazione a catena, sul passaggio di parole e emozioni da persona a persona. Perché, in definitiva, chi è che deve liberare Gesù? Siamo tutti noi, ciascuno di noi che, messo di fronte al problema, si interroga e trova il modo di agire e di comunicare, ponendosi gli interrogativi che si era posto Viktor Frankl nel fondare la scuola viennese di logopedia e analisi esistenziale: «Se non lo faccio io, chi lo farà? Se non lo faccio adesso, quando lo farò? Se lo faccio solo per me stesso, chi sono io». Se questi tre interrogativi, come ci ha insegnato il casertano don Eugenio Fizzotti, studioso, traduttore e curatore delle opere di Frankl, riusciranno a risuonare in noi e in quelli che “contageremo” con la nostra passione, allora si accumulerà tanta energia da abbattere ogni barriera, annientare ogni resistenza e, con Gesù libero in mezzo a noi, potremo edificare sulla terra il “Regno di Dio” in cui prosperare tutti in letizia e Pace.
(Antonio Malorni – Salvatore Candalino – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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