ESTORSIONE MAFIOSA A IMPRENDITORE EDILE:IN CARCERE ANZIANO E AMORIELLO
Giovanni Anziano, 56 anni, e Antonio Amoriello, 36 anni, resteranno in carcere in seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari (gip) Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I due sono accusati di estorsione con metodo mafioso ai danni di un imprenditore del settore edile. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, con l’intervento dei carabinieri della compagnia di Marcianise e del Roni di Caserta.
Le accuse e il metodo mafioso
Secondo la ricostruzione dei fatti, Anziano, noto esponente del clan dei Mazzacane e già condannato in passato per associazione mafiosa, avrebbe avvicinato la vittima, chiedendo una somma di denaro e facendo riferimento al potente clan camorristico dei Belforte. In un primo momento, l’imprenditore sarebbe stato costretto a versare una somma di 500 euro, definita come un “regalo”. Successivamente, sarebbe stato invitato a casa dello stesso Anziano, che all’epoca si trovava agli arresti domiciliari, con il pretesto di prendere le misure per presunti lavori edili da eseguire.
La vittima, tuttavia, ha cercato di guadagnare tempo, procrastinando l’appuntamento fino all’intervento del nipote di Anziano, Antonio Amoriello. Quest’ultimo, secondo le indagini, avrebbe cercato insistentemente l’imprenditore per farsi consegnare il denaro richiesto.
Violenza e minacce
Oltre all’accusa di estorsione, ad Amoriello viene contestato anche un episodio di violenza: avrebbe aggredito con un bastone un uomo di 44 anni di Marcianise, causandogli lesioni. Questo episodio dimostrerebbe la propensione di Amoriello all’uso della violenza, confermando l’aggravante del metodo mafioso.
Udienza di convalida e custodia cautelare
L’udienza di convalida del fermo si è svolta davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sebbene il giudice non abbia convalidato il fermo, ha comunque disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati. Tuttavia, il gip si è dichiarato non competente funzionalmente, trasferendo gli atti al tribunale di Napoli, che è competente per i reati di mafia in quanto sede della Direzione Distrettuale Antimafia.
Difesa e prossimi passi
Giovanni Anziano e Antonio Amoriello sono difesi dagli avvocati Massimo Trigari e Nicola Musone. Ora, spetterà al tribunale di Napoli decidere se confermare o modificare il provvedimento di custodia cautelare, mentre le indagini proseguono per fare piena luce su tutti i dettagli di questa vicenda.
L’operazione rappresenta un nuovo colpo al clan Belforte, da anni sotto la lente delle forze dell’ordine per le sue attività criminali nel territorio casertano e campano.
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