DROGA E ARMI: SVELATI I SEGRETI DELLA PIAZZA DI SPACCIO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Le rivelazioni di Salvatore Merola, arrestato nel novembre 2022, hanno portato alla luce i segreti di una fiorente rete di spaccio a Santa Maria Capua Vetere. Al centro dell’organizzazione criminale c’era un sistema ben orchestrato di distribuzione di droga, gestito non solo da adulti, ma anche da minorenni. Questi giovanissimi, definiti ‘muschilli’, erano incaricati di vendere la droga, aggirando i sospetti delle forze dell’ordine. Il loro ruolo, strategicamente pensato per ridurre i rischi legali per i capi dell’organizzazione, è solo una delle tante dinamiche emerse dalle indagini.
Merola, dopo essere stato colpito dal divieto di dimora in Campania, ha deciso di collaborare con gli inquirenti, rivelando dettagli cruciali sull’attività criminale. Ha descritto con precisione non solo i ruoli dei suoi collaboratori e amici coinvolti nella rete di spaccio, ma ha anche svelato un elemento di grave preoccupazione: la disponibilità di armi. Queste armi erano destinate a “fronteggiare contrasti” con altri gruppi criminali interessati alla stessa piazza di spaccio. Il controllo del territorio, infatti, non si limitava alla distribuzione della droga, ma prevedeva anche una difesa armata per preservare il dominio e risolvere eventuali dispute.
Durante il blitz che ha portato all’arresto di Merola, i carabinieri hanno trovato cocaina e un libro mastro contenente nomi e cifre. Questo documento si è rivelato fondamentale per comprendere le dinamiche economiche della rete di spaccio, con informazioni dettagliate su vendite e guadagni.
Mentre si trovava in carcere, Merola ha deciso di parlare con gli investigatori, fornendo dichiarazioni che non solo hanno messo in luce l’attività dei suoi complici, ma anche i pericoli connessi alla sua scelta di collaborare. Infatti, poco dopo le sue confessioni, ha dichiarato di essere stato minacciato e di essere stato costretto ad allontanarsi da Santa Maria Capua Vetere per evitare ripercussioni: “mi hanno detto che ero in pericolo”, ha rivelato.
Le sue dichiarazioni potrebbero avere un impatto significativo sull’operato delle forze dell’ordine nel contrasto al traffico di stupefacenti nella regione. Le indagini sono ancora in corso e non si esclude che altri membri dell’organizzazione possano essere arrestati nei prossimi mesi. Il caso Merola, quindi, rappresenta solo una parte di un quadro criminale più ampio, dove la violenza e la lotta per il controllo del territorio restano centrali.
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